Vittorio Messina – Postbabel e dintorni
L’esposizione, a cura di Bruno Corà, raccoglie una decina di opere e installazioni di considerevoli dimensioni, in gran parte concepite e realizzate nel corso del 2013 e 2014, che mettono in evidenza la fase di sensibile innovazione della creazione plastica di Vittorio Messina.
Comunicato stampa
Dal 27 febbraio al 4 maggio 2014 il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta Postbabel e dintorni, mostra personale dedicata a Vittorio Messina, artista siciliano che da molti anni vive e lavora a Roma.
L’esposizione, a cura di Bruno Corà, raccoglie una decina di opere e installazioni di considerevoli dimensioni, in gran parte concepite e realizzate nel corso del 2013 e 2014, che mettono in evidenza la fase di sensibile innovazione della creazione plastica di Vittorio Messina.
La mostra al MACRO è in stretto rapporto con quella che l’artista presenterà il prossimo aprile presso la Kunsthalle di Göppingen (Germania), a cura di Werner Meyer e Bruno Corà. Entrambe le esposizioni infatti, anche se con opere diverse, sono pensate per essere un momento di riflessione sull’evoluzione della poetica di Messina negli ultimi anni.
L’intensa attività dell’artista degli ultimi mesi confluisce coerentemente nelle importanti esposizioni di Roma e Göppingen, illustrando il suo nuovo orizzonte estetico, giunto a una maturità linguistica distintiva della sua azione. Inoltre, a conferma di ciò, è appena uscito il volume Vittorio Messina. Le Celle. 1983 – 2013 (ed. Gli Ori) che compendia il vasto ciclo pluriennale delle “celle” con decine di contributi critici.
La mostra romana e quella tedesca affiancheranno a un gruppo di installazioni inedite, dalle dimensioni ambientali, una selezione di opere pre-esistenti, presentando gli esiti di una rinnovata elaborazione degli elementi centrali nella pratica dell’artista, come l’interesse per la dimensione architettonica, l’utilizzo del neon e la predilezione per i materiali edili e industriali. Allo studio della relazione con lo spazio – con le sue implicazioni costruttive, urbanistiche e abitative – le opere affiancheranno una riflessione sul tema del tempo (centrale nella video-installazione Hermes, frutto di una lunga genesi avviata nel 1970), testimoniando la grande coerenza poetica e formale del lavoro di Vittorio Messina.
Come scrive il curatore Bruno Corà: “All’insegna di una concezione formatrice che fa uso di modalità appartenenti a diverse tradizioni disciplinari poste tra loro in opposizione, dall’esperienza plastica al disegno, dall’assemblage allo smontaggio meccanico di parti, dal cinema alla fotografia, dall’architettura allo scavo archeologico, Messina ha dato vita a una strutturazione semiotica del proprio lavoro, che, mentre evidenzia le complesse fenomenologie oggettuali, volte a significare lo spazio e a investire di senso la nostra coscienza, le destituisce in realtà di ogni funzione e codificazione canonica. Il conseguente depotenziamento degli effetti esercitati da cose e oggetti che la percezione registra, e l’accrescimento di ambiguità e relatività delle loro relazioni con il contesto in cui sono introdotti, dà vita a una estraneazione analoga a quella sovente percepibile nell’orizzonte dei vari complessi metropolitani estesi a dismisura e in organizzazione caotica o, come suggerisce Messina, ‘postbabelica’. Ma con tali assetti para-architettonici e para-topici, si devono stabilire relazioni e il lavoro artistico induce e suscita domande e disincantate proiezioni a venire”.
In occasione delle mostre a Roma e Göppingen è in preparazione un catalogo (edizione MACRO-Quodlibet in italiano e inglese), a cura di Bruno Corà, attento conoscitore dell’opera di Vittorio Messina, che raccoglierà numerosi contributi critici, immagini di opere a partire dagli anni Settanta a oggi e un aggiornamento bio-bibliografico dell’artista.
Si ringraziano: Giacomo Guidi Arte Contemporanea, Roma Milano; Kunsthalle Göppingen.
Biografia
Nato a Zafferana Etnea nel 1946, Vittorio Messina, dopo aver terminato gli studi al Liceo Artistico, all'Accademia di Belle Arti e alla facoltà di Architettura di Roma, ha elaborato la propria cifra linguistica a partire dalla fine degli anni Settanta distinguendosi tra i protagonisti della sua generazione.
A partire dal 1979 ha svolto un'intensa attività espositiva in Italia e soprattutto all'estero. Da segnalare le grandi mostre al Museo di Leeds (1993), al Kunstverein di Düsseldorf (1994), alla Henry Moore Foundation di Halifax(1999), alla Villa delle Rose di Bologna (1994), alla GAM (1999) e alla Cavallerizza Reale di Torino (2oo6), ai Kunstverein di Francoforte e di Kassel, al Museum voor Sierkunst di Gand e alla Neue Nationalgalerie di Berlino (1996). Altrettanto significative le esposizioni presso il Centro de Arte Reina Sofia di Madrid (1990), il Chelsea Art Museum di New York (2003), la China National Academy of Hadzou (2001), il Museum of Art di Seoul (2007), e infine il Museo delle Mura in Roma (2013).
Roma, febbraio 2014