Grant Ditzler – Annone the white elephant
Ditzler afferra il testimone di un antico progetto documentario. l’incipit e lo sviluppo di una ricerca che nasce a Roma cinque secoli fa per tornare a Roma oggi, passando per India e Portogallo, Disegni, fotografie e un lungo viaggio in cui l’artista ripercorre la rotta di Annone, l’elefante bianco.
Comunicato stampa
Questa è la storia di un passaggio. Uomini e animali in transumanza da una parte all’altra del mondo. Ingegno, fatica e sacrificio, passi pesanti riconsegnati dal tempo sbiaditi e leggeri come ogni cosa del passato.
Quando nel 2009 Grant Ditzler, tornato in Italia per partecipare ad un progetto presso il
centro per la grafica d’arte Kaus di Urbino, si imbatte in alcuni dei più curiosi disegni attribuiti a Raffaello e all’allievo Giulio Romano, non sapeva ancora che avrebbe dedicato gli anni successivi della sua ricerca artistica a ricostruire e interpretare la storia dell’inconsueto soggetto rappresentato.
1514/16; l’inchiostro nero segna netto sulla carta la figura di un animale imponente; è Annone, l’elefante bianco arrivato in dono dal re del Portogallo (e fin lì dallo Sri Lanka) per unirsi, come il più prezioso dei suppellettili, alla wunderkammer pontificia.
Annone si imbarca, insieme ad altri animali e agli uomini dell’equipaggio per un viaggio
lungo e difficile, subisce gli umori del mare e, ad ogni approdo l’ancor più temibile curiosità degli uomini1. Arriva a Roma insieme ad un carico di preziosi omaggi e marinai stanchi al cospetto di Papa Leone X. È il 19 Marzo del 1514.
Non è il sapore esotico di questo viaggio ad alimentare il lavoro di Ditzler, né l’aspetto
eroico e magnificente della vicenda, quanto piuttosto un’acuta fascinazione per gli eventi
mossi dall’umana audacia, dalla smisurata superbia dei potenti e dalla curiosità dei poveri; dall’ambizione che spinge il corso stesso della storia in direzioni difficili e improbabili. Ditzler sente l’eco degli accadimenti che rimbalza fra le pieghe della densità storica: la forza del mare al largo delle Indie, le voci della gente che, ad ogni approdo, raggiunge la nave per vederne il carico, i versi e l’odore pungente della fatica, il cuore dell’animale e la sua paura bestiale.
Ditzler rivive attraverso gli antichi disegni, la meraviglia dell’artista rinascimentale e la sua continua tensione verso la conoscenza; vede l’elefante con gli occhi di Raffaello e l’animale diventa mitico più grande e maestoso di ogni altra creatura vista prima, onirico, inconsueto,
temibile e, al contempo, senza alcuna efficace difesa contro l’uomo e le sue scelte.
Osservando per la prima volta il ritratto di Annone, Ditzler afferra, ancora inconsapevole,
il testimone di una ricerca iniziata 500 anni prima da uno dei maggiori esponenti dell’arte
Italiana. Si rende erede di una memoria storica e della funzione documentaria che l’arte ha avuto e ha ancora quando si modella in forma d’archivio.
Dal Rinascimento alla contemporaneità quindi, l’incipit e lo sviluppo di una ricerca che inizia a Roma cinque secoli fa per tornare a Roma oggi.
Il lavoro di Ditzler inizia con il disegno, con la grafica e la scultura, osservare, produrre e
riprodurre elefanti; forma, superficie, proporzione. Poi leggere, studiare, raccogliere quante più informazioni possibile sulla storia di Annone e sul lavoro degli artisti relativo alla curiosa presenza dell’animale in città. Dal 2009 Ditzler fa uso di un blog per comunicare e alimentare l’avanzamento della propria ricerca.
Dal disegno alla fotografia alla ricerca sul campo, Ditzler vuole sapere tutto il possibile sulla storia degli elefanti nella Penisola; sono sua ospite a San Francisco quando, distrattamente, racconto che c’è una donna in Italia, un’icona dello spettacolo che si chiama Moira ed è considerata “la signora degli elefanti”. Ditzler non perde l’occasione e raccoglie in rete informazioni e vecchie, affascinanti fotografie. Alcuni mesi dopo, nell’estate del 2013, stiamo camminando sul lungomare della riviera romagnola, guardando i manifesti fluo del Circo Orfei che aggettano ritmici sulla passeggiata. Abbiamo appuntamento con Giuseppe Nones, cognato di Moira ed esperto addestratore di elefanti. Nones ci concede una lunga, appassionata intervista, ricca di aneddoti e una certa amarezza per i giorni passati. Riportare un elefante sulle strade di Roma per il cinquecentenario dell’arrivo di Annone sarebbe un’impresa affascinante, Nones lo sa e per un attimo i suoi occhi brillano nella penombra del caravan, ma forse non è necessaria o non è quello che Ditzler sta cercando. Sarà Ditzler a partire per l’India, a cercare e ripercorrere i luoghi di Annone per rendere omaggio ad un elefante rimasto impigliato nella memoria del mondo. Un’esperienza intensa e autentica di cui questa mostra è testimonianza.
Cecilia M. Giampaoli
1 Bedini S. A., The Pope’s elephant, Penguin Books, 2000