Ram – La realtà metafisica
Il Centro Matteucci per l’Arte Moderna, proseguendo lindagine critico-ricognitiva sulle personalità di rilievo del Novecento italiano, sancita con la recente mostra della Secessione Romana, propone una raffinata monografica dedicata a Ruggero Alfredo Michahelles (RAM), incentrata su un prezioso nucleo di opere riferite alla sua esperienza metafisica, gran parte delle quali non più viste dopo la presentazione, nel 1936, alla Galleria Le Niveau di Parigi.
Comunicato stampa
Il Centro Matteucci per l'Arte Moderna, proseguendo lindagine critico-ricognitiva sulle personalità di rilievo del Novecento italiano, sancita con la recente mostra della Secessione Romana, propone una raffinata monografica dedicata a Ruggero Alfredo Michahelles (RAM), incentrata su un prezioso nucleo di opere riferite alla sua esperienza metafisica, gran parte delle quali non più viste dopo la presentazione, nel 1936, alla Galleria Le Niveau di Parigi.
La mostra RAM. La realtà metafisica, aperta dal 22 marzo al 2 giugno 2014 presso la sede di Viareggio della Fondazione, vanterà, tra laltro, la presenza di alcune sculture, tra cui lemblematica ed emozionante Quadriga, che negli spazi della stessa Fondazione sarà ospitata in modo permanente.
Ruggero Alfredo Michahelles (1898-1976), in arte RAM, è principalmente noto come protagonista del futurismo toscano, nonché interprete, assieme al fratello maggiore Thayaht, delle grandi avanguardie dellepoca. La sua personalità singolare e polimorfa nasconde, però, unaltra faccia non meno vivida e suggestiva di quella che lo annovera fra i sostenitori del movimento fondato da Marinetti, del quale fu amico: quella di pittore metafisico, interprete del silenzio, con la mente aperta sullimmaginario e su un mondo dagli spazi vuoti ed irreali. Sebbene la sua visione di un quotidiano fermo e immutabile esprima le sensazioni di un tempo perduto e inaspettato, in realtà essa rivela una grande sensibilità e serenità interiore, condizione ideale per unispirazione improntata alla ricerca di una bellezza che, pur nellevidente riferimento alle forme classiche, non nasconde le tensioni dei tempi moderni.
Proveniente da unagiata famiglia cosmopolita, impiantata a Firenze dalla metà dellOttocento, Ram cresce in un ambiente aggiornato e internazionale, esordendo giovanissimo come illustratore e perfezionandosi, poi, nella scenografia, come attesta il premio conferitogli nel 1924 per lallestimento di Aida, realizzato insieme a Thayaht. Il suo raffinato senso estetico, oltre che dalla vita, attinge anche dalla moda e dallindustria, attraverso una progressiva decantazione visiva nella struttura dellimmagine e della luce. Si aggiunga a questa, lammirazione per la linea morbida e sensuale degli autori del Seicento fiorentino, ammirati alla grande mostra del 1922, della quale si coglie ampio riscontro in Composizione di nudi, di qualche anno successivo.
Lesperienza neometafisica compiutasi a partire dal 1930, rappresenta una vera e propria svolta nella ricerca pittorica di RAM, maturata nel corso dei ripetuti soggiorni parigini. Lartista appare molto vicino agli Italiens de Paris soprattutto a Magnelli, Tozzi, Paresce e de Chirico con i quali condivide molti aspetti della ricerca visiva. A Parigi, nella galleria Le Niveau, terrà nel 1936 una memorabile personale in occasione della quale de Chirico scriverà: Se lintenzione dellartista è creare cose belle, Micaelles ci riesce attraverso tele che sanno ingrandire le mura, abbellire le stanze e, senza dimenticare la più grande delle prove: sa darci delle opere con le quali ci piacerebbe vivere.
I dipinti presentati al Centro Matteucci per lArte Moderna, in gran parte selezionati tra quelli proposti o eseguiti nel medesimo giro danni, esprimono compiutamente il ventaglio delle predilezioni poetico-espressive dellartista: vi si trova il tema dellisola senza ombre (Lîle sans ombres) che sembra rovesciare, attualizzandolo con riferimenti allamato razionalismo architettonico, il significato boeckliniano de Lisola dei morti, e costruendo al suo posto unedenica isola dei vivi. Identica tensione appare nel rapporto figure/architetture/luce de Gli sposi, ambientato nellarenile abbagliante di Viareggio. In altre opere, come ne Les mannequins senza volto sulla riva del mare, il tono si fa sottilmente intrigante ed enigmatico, fino a sfiorare linquietudine in Cataclysme o in Bouquet préhistorique. In questo genere di raffigurazioni, levocazione di rovine, carica di sentori romantici, si tinge di visionario riferimento al paesaggio dellepoca terziaria come in Savinio ma anche dellimmaginazione di un ipotetico futuro in assenza delluomo, ormai destituito dal ruolo di protagonista assoluto.
La mostra di Viareggio dà, altresì, la misura della fertile vena di RAM anche in veste di scultore. Oltre a lavori quali Madre natura e Il costruttore, spicca la celebre Quadriga, definita da Marinetti potente forza cavalli motore. Realizzata da RAM nel 1929 per il concorso indetto dalla Metro Goldwyn Mayer in occasione del lancio cinematografico della prima versione di Ben Hur, impose il nome dellartista alla Biennale veneziana del 1932.