Al via la primavera dell’arte
Sette mostre esploreranno varie forme di espressività artistica: dal ‘Ritorno alla pittura’ americana negli anni ’80 alla prima antologica italiana di Michael Rögler; dalla personale di Luca Caccioni a quelle dedicate a Silvia Mariotti, Domenico Brancale e Jacopo Mario Gandolfi; dall’anteprima del progetto “Disfunzione mediterranea” fino alla riflessione critica sulla sperimentazione del fibrocemento nel secolo scorso.
Comunicato stampa
Il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone inaugura la primavera con sette mostre che, dal 22 marzo al 27 aprile, esploreranno un vasto territorio dell’espressività artistica contemporanea.
La prima, 9 NEW YORK, curata da Alan Jones e Alberto Zanchetta, direttore del museo lissonese, ripercorre gli sviluppi storici del ‘Ritorno alla pittura’ americana, avvenuto a New York negli anni ottanta del Novecento, con maestri quali Donald Baechler (Hartford, Connecticut, 1956), Ross Bleckner (Hewlett, Long Island, 1949), David Bowes (Boston, Massachusetts, 1957), James Brown (Los Angeles, California, 1951), Ronnie Cutrone (New York City, 1948-2013), David Salle (Norman, Oklahoma, 1952), Peter Schuyff (Baarn, Olanda, 1958), Philip Taaffe (Elizabeth, New Jersey, 1955) e Terry Winters (Brooklyn, New York, 1949).
Questi artisti, dopo anni di minimalismo e di concettualismo, vennero guardati con sospetto e diffidenza, a causa della loro scarsa attenzione ai rigori tecnico-stilistici; bollati come esponenti della Bad painting, ebbero però il merito di riportare la pittura figurativa alla ribalta internazionale.
Lissone ospiterà K, la prima antologica italiana dell’artista tedesco Michael Rögler (Mainz, 1940), che presenterà una ventina di opere in grado di ripercorrere la sua ricerca creativa, dalla fine degli anni sessanta fino ai nostri giorni, ispirata dalla pittura gestuale dell’espressionismo astratto americano e dalle Ninfee di Monet. Nelle sue tele, Rögler trasfigura la natura in colore puro, o meglio in pura luce. La sua pittura, infatti, non abolisce l’immagine ma la rende indeterminata, fino a diventare un vibrante campo cromatico.
Luca Caccioni (Bologna, 1962) torna a esporre a Lissone dopo più di un decennio. In questa occasione l’artista emiliano presenta Onicophagie, un inedito ciclo di lavori che prende il nome dal disturbo compulsivo che Caccioni associa all’idea del ritaglio. Le opere sono realizzate utilizzando il retro dei fondali dipinti per le opere liriche che vengono ricombinati per ottenere silhouette che evocano particolari architettonici o altri oggetti non meglio identificati.
Caccioni non è nuovo a questo particolare supporto, già usato in passato, ma in questo caso si concentra soltanto sulle qualità e i valori di superficie delle stesse carte, tagliandole e ricomponendole, senza intervenire con pigmenti, oli e resine.
ATTEMPTS, è il titolo della personale di Silvia Mariotti (Fano, 1980), che presenta un inedito ciclo di fotografie, il cui soggetto rappresenta il fallimento nel raggiungere un obiettivo. L’esposizione propone una serie di immagini surreali di momenti sospesi nel tempo. Il ‘tentativo’ che Silvia Mariotti cerca di documentare è enfatizzato da azioni svolte da personaggi anonimi che cercano di portare a termine i loro misteriosi piani.
Premesso che tutta la creatività è intrinsecamente disfunzionale – perché pensa fuori dagli schemi e perché crea fuori dalla serie – il tema della DISFUNZIONE MEDITERRANEA suggellerà la partecipazione al Fuorisalone di PADIGLIONEITALIA (associazione culturale di design e arte fondata nel 2012); l’esposizione al museo di Lissone è però qualcosa di più e di diverso dalla semplice anteprima: l’allestimento rispecchierà infatti il concetto della “disfunzione” mettendo in mostra le suggestioni e i processi precedenti la realizzazione dei prototipi che saranno presentati a Milano. Allo spettatore sarà quindi concesso conoscere ciò che i designer hanno scartato durante il processo creativo ma che è stato altrettanto risolutivo nelle fasi di lavorazione.
L’ETERNO COMPROMESSO (Appunti per una mostra) si pone come una riflessione critica sulle sperimentazioni polimateriche del secolo scorso. Il progetto si soffermerà sull’utilizzo da parte degli artisti dell’Eternit, un materiale molto versatile composto da cemento e amianto e usato anche per oggetti d’uso quotidiano, fino alla presa di coscienza della tossicità delle sue particelle fibrose.
Le bacheche del Museo di Lissone accoglieranno libri, immagini e ritagli che documentano l’utilizzo del fibrocemento nelle opere d’arte, e che costituiscono un ideale percorso espositivo, ormai irrealizzabile.
Nella sala video del Museo di Lissone, Domenico Brancale (Sant’Arcangelo, PT, 1976) e Jacopo Mario Gandolfi (Bologna, 1980) propongono il filmato Se bastasse l’oblio che documenta un’azione ambientata in una vecchia colombaia in Puglia, ove un uomo deposita un foglio in ogni loculo. I singoli loculi racchiudono il messaggio di una parola che nel suo svanire ritrova il proprio destinatario, trasformando lo spazio nell'immaginario collettivo di una “biblioteca dell’avvenire”.
Alle ore 19.30 di sabato 22 marzo, Domenico Brancale accompagnerà la proiezione con una performance.
Lissone (MB), marzo 2014
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LISSONE (Viale Padania 6)
22 marzo - 27 aprile 2014
Primo piano
9 NEW YORK
Donald Baechler, Ross Bleckner, David Bowes, James Brown,
Ronnie Cutrone, David Salle, Peter Schuyff, Philip Taaffe, Terry Winters
Secondo piano
LUCA CACCIONI
Onicophagie
Pianoterra
SILVIA MARIOTTI
Attempts
Pianoterra
DISFUNZIONE MEDITERRANEA
4P1B Alessandro Zambelli, Alhambretto, A/R studio, CarusoD’AngeliStudio, CTRLZAK, Elena Salmistraro, Ghigos Ideas, Gio Tirotto, Giorgio Laboratore, Giulio Patrizi, Luca Scarpellini – useDesign, Marta Lavinia Carboni, Serena Confalonieri, STUDIO NATURAL, uovodesign, Whomade + Michela Milani
Pianoterra
L’ETERNO COMPROMESSO
Appunti per una mostra
Piano interrato
MICHAEL RÖGLER
K
Sala video
DOMENICO BRANCALE e JACOPO MARIO GANDOLFI
Se bastasse l’oblio