Le rose del Monforca
Questa mostra che ci parla filosoficamente al di là del bene e del male, nell’accezione di Nietsche, è un monito all’appiattimento del senso critico e alla passiva accettazione della morale.
Comunicato stampa
«Dopo tutto, canta Gertrude Stein, una rosa è una rosa, è una rosa, ed è tutto ciò che si sa.»
La Galleria Browning di Asolo è lieta di inaugurare la programmazione 2014 con una mostra
che nasce proprio da una fioritura particolare. Dall’incontro tutto asolano di Eber Bosa,
fotografo per passione e soprattutto artigiano della stampa, e Antonino Gianquinto, scrittore.
Le rose bianche del Monforca ritratte in tutta la loro neutralità da Bosa, attraverso i contrasti
del bianco e del nero da egli regolati con devozione in camera oscura, vengono sporcate di
sangue dai versi di Gianquinto che ci riporta alla memoria il cruento eccidio della comunità
ebraica asolana del 1547.
Questa mostra che ci parla filosoficamente al di là del bene e del male, nell’accezione di
Nietsche, è un monito all’appiattimento del senso critico e alla passiva accettazione della
morale.
Le rose del Monforca sono poi un omaggio ad Asolo e agli artisti che da sempre la
frequentano. Tuttavia per noi sono anche un occasione per segnare il passo della nuova
stagione che vedrà affiancarsi e susseguirsi artisti di formazione e provenienze diverse. Una
stagione all’insegna del dialogo e del dibattito tra e sui linguaggi.