Francesco Bosso – The density of white
Il mondo diventa omogeneo davanti agli occhi del fotografo: dagli Stati Uniti alle Seychelles, dall’Italia alle montagne dell’Engadina, senti un filo (bianco in questo caso) che cuce le diverse geografie in una coerente disciplina dello sguardo.
Comunicato stampa
"... luoghi dal solido impatto naturistico, progenie monolitica che impone la sua stazza arcaica in una costante strategia della resistenza. Il mondo diventa omogeneo davanti agli occhi del fotografo: dagli Stati Uniti alle Seychelles, dall’Italia alle montagne dell’Engadina, senti un filo (bianco in questo caso) che cuce le diverse geografie in una coerente disciplina dello sguardo. Le distanze si assottigliano sotto il respiro visivo dell’autore, scompare ogni fisionomia sociale a favore di un’omogenea disposizione planetaria. Diversi luoghi come capitoli coscienti dello sguardo lento, profondo, razionale: per narrare un’epica planetaria che suona con la percussione della pietra, le corde degli alberi, i fiati del vento, i tasti bianconeri del mare. E’ la musica visuale dell’entropia, il gancio armonico che accarezza il Pianeta mentre respira dai suoi molteplici spazi d’ossigenazione.
Luoghi specifici che appartengono agli immaginari letterari di una Terra dai tratti alieni, straniera a noi stessi in quanto gigantesca, scenografica, fuori dai confini del normale. A modulare i dettagli ci pensano le gamme ascetiche del grigio, piccole variabili che richiamano il Glenn Gould e le sua variazioni su Bach. Ci sono spostamenti minimi che ragionano con la logica del tessuto, come se le superfici fossero leggere e sottili, fogli di seta su cui l’atmosfera incide i segni di una vecchiaia eterna. Le immagini di Bosso raggelano e al contempo scaldano, somigliano al ghiaccio bollente che brucia quando scende sotto certe temperature. Ci vedo l’ambiguità folgorante che solo la Natura può permettersi, una bellezza calma ma mai immobile, in attesa che il milione si confonda col miliardo, che il miliardo si mescoli con l’infinito. Bosso ferma gli istanti e li rende momenti prolungati, ne scova la natura meditativa e una specie di coscienza del tempo cosmico."
Gianluca Marziani