Turbolenze e Turbamenti
Aprono la stagione primaverile Adriana Torregrossa con Pene d’amore e Emanuela Ascari con Ciò che è vivo.
Comunicato stampa
Aprono la stagione primaverile Adriana Torregrossa con Pene d’amore e
Emanuela Ascari con Ciò che è vivo.
Adriana Torregrossa lavora da diversi anni sul concetto di identità e contesto. Il
suo percorso ha spesso toccato la linea di demarcazione tra multicultura e intercultura, mettendosi letteralmente nei panni altrui tramite happening e performance. La sua ricerca l’ha vista muoversi dal Marocco, all’Iraq, da Alessandria d’Egitto, fino all’Etiopia e alla Turchia in un continuo attivismo a volte esplicito e pubblico, come nel tentativo di riorganizzazione della Biblioteca di Baghdad, fino al progetto contro l’embargo culturale in Iraq, durante il regime di Saddam Hussein, ad uno più intimo, più connotato da tematiche intime, che colpiscono nel privato, dove apparentemente nessuno vede o vuole vedere. In questa occasione avremo a sorpresa una dark room che verrà fruita a seconda dell’età in due modi diversi. SI tratta di un lavoro inedito dal titolo “Pene d’Amore”, frutto, di un progetto realizzato in collaborazione con una serie di amici e conoscenti che le hanno regalato una foto intima che è stata poi ridisegnata sotto forma di tavola anatomica. Il portico invece verrà abitato da una sua performance in cui i pattern dell’abito che indosserà rallegreranno con la loro sfavillante fantasia gli occhi, per poi rivelarsi un’iperbole visiva del virus dell’HIV.
Fa tappa a Novella Guerra anche il work in progress di Emanuela Ascari che si connota di nuovi significati in ogni contesto in cui viene collocato, regalando a sua volta un nuovo potenziale al luogo che lo accoglie.
“Il lavoro si è realizzato nel tragitto tra Sablons e Milano, tra il 28 e il 31 dicembre 2013, durante il viaggio di ritorno in Italia da una residenza in Francia. La frase 'Ciò che è vivo ha bisogno di ciò che è vivo', in lettere di legno, è stata inserita in diversi paesaggi lungo il percorso, in un atto di enunciazione ripetuta. Un mantra silenzioso, mentale, visivo, come mormorare un pensiero che si fa azione su scala paesaggistica. 'Ciò che è vivo ha bisogno di ciò che è vivo' è la sintesi di un concetto che sta alla base del vivente e che deriva da alcune riflessioni sul’agricoltura organica e biodinamica. In un contesto in cui la mancanza di vitalità dei terreni e dei cibi coltivati in modo intensivo contribuisce alla progressiva degenerazione sia fisica che spirituale dell’uomo, un cambio di prospettiva può avvenire recuperando un punto di vista organico che permetta di mantenere in dinamica la vita attraverso il vivente stesso.” (L’opera è stata prodotta da Artegiovane Milano durante la residenza dell’artista presso Moly-Sabata, Sablons (FR) per GAP - Global Art Programme 2013, programma promosso da Artegiovane Milano, con il patrocinio di Expo Milano, in collaborazione con FARE, Art3, Open Care, Frigoriferi Milanesi e con il sostegno di Camera di Commercio di Milano, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Comune di Milano)
In quest’occasione si presenterà anche il libro “Pubblicità e retorica” di Annalisa Cattani alla sua seconda ristampa allargando l’uso del metodo socratico al discorso artistico. (Milano, Lupetti editore, 2013 seconda edizione).
A questo proposito Marilena Gasperini, presenterà un suo lavoro di postproduzione della memoria collettiva dedicata a Carosello dopo il quale come da tradizione andremo a letto…