Nati nei ’30. Milano e la generazione di Piero Manzoni
In occasione dell’antologica di Piero Manzoni a Palazzo Reale, la rassegna propone una ricognizione della generazione di artisti milanesi di nascita o di adozione, nati fra il 1930 e il 1939, e quindi appartenenti alla generazione di Manzoni.
Comunicato stampa
“A meno di un anno dalla mia elezione a Presidente della Permanente - dichiara Giulio Gallera -, sono onorato di poter inaugurare questa grande mostra che ripercorre una delle stagioni più felici dell’arte del secolo scorso, evidenziando il ruolo di primo piano che l’ente vanta, da oltre centoventi anni, come luogo di eccellenza nella promozione e nel dibattito della cultura milanese e lombarda.
NATI NEI ‘30 rientra nella Primavera di Milano, iniziativa promossa dal Comune di Milano, alla quale abbiamo aderito da subito con grande entusiasmo, proprio a testimoniare e allo stesso tempo rafforzare il legame della nostra istituzione con la città e i milanesi.
In occasione della settimana del Salone Internazionale del Mobile, dal 9 al 13 aprile, il prezzo d’ingresso alla mostra sarà ridotto con l’obiettivo di offrire al pubblico, in gran parte internazionale, l’opportunità di visitare e conoscere il nostro spazio espositivo.”
Nell’ambito della Primavera di Milano, iniziativa promossa dal Comune di Milano, la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, martedì 8 aprile 2014, alle ore 18.30, inaugura la mostra Nati nei ’30. Milano e la generazione di Piero Manzoni.
In occasione dell’antologica di Piero Manzoni a Palazzo Reale, la rassegna propone una ricognizione della generazione di artisti milanesi di nascita o di adozione, nati fra il 1930 e il 1939, e quindi appartenenti alla generazione di Manzoni.
Si tratta di una generazione nata tutta durante il fascismo; che conosce da vicino la guerra e la guerra civile, anche se non vi partecipa direttamente; che sente come patria l’Europa e l’America, non l’Italia sconfitta, ma trova i maestri più condivisi in Lucio Fontana e, in misura minore, in Munari; che vive sia le durezze del dopoguerra, sia gli anni del boom economico. E’ una generazione per cui gli studi all’accademia (a Brera, dove insegnavano Funi, Carrà, Carpi, Marino Marini) rappresentavano ancora un’esperienza decisiva di formazione; che operava in un sistema dell’arte ancora incentrato sull’artista più che sul critico; che aveva possibilità di esporre o di vendere ancora relativamente limitate (la qual cosa favoriva complicità e aggregazioni ben più di ora); che – al di là di nostalgie e leggende – viveva ancora momenti di incontro, confronto, scontro, discussione quotidiani, imparagonabili a quanto accade oggi.
Sessanta artisti e sessanta opere documentano l’effervescente clima milanese degli anni Sessanta-Settanta, la stagione artistica successiva al realismo, all’informale, al realismo esistenziale. La mostra prosegue poi addentrandosi nel clima postinformale dei primi anni Sessanta, attraverso esponenti di “Azimuth”, dell’arte cinetica e programmata, del gruppo del Cenobio. Documenta quindi le ricerche degli esponenti della figurazione vicina alla Pop Art e della pittura analitica, soffermandosi infine sulle ricerche concettuali e sulla poesia visiva. Grande attenzione è dedicata alla scultura, rappresentata dai principali artisti nati fra il 1930 e il 1939 e attivi a Milano. La mostra però non vuole essere una ricognizione per “gruppi” ma per individualità e vasto spazio è dedicato anche a figure che si muovono individualmente nel panorama del periodo.
Accompagna l’iniziativa un catalogo Skira con testi delle curatrici, biografie ragionate a cura di Lorella Giudici e Luca Cavallini e dichiarazioni di poetica degli artisti a cura di Elisabetta Staudacher.
Il progetto allestitivo della mostra è realizzato da Massimo Negri dello studio DNPR.
In concomitanza alla mostra e a corollario della stessa si terrà una serie di incontri di approfondimento sul fermento culturale milanese tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta e sull'influenza di quel periodo sul clima artistico di oggi, a cura di Rosella Ghezzi e Chiara Vanzetto.