Rissa in Corso Vittorio Emanuele 30
La Rissa in galleria di Umberto Boccioni diventa per questa nuova Rissa uno spunto logistico, perché il famoso dipinto è ambientato proprio in una delle gallerie laterali di Corso Vittorio Emanuele, e anche concettuale, perché i cromatismi e il dialogo si accavallano in una mostra collettiva che vuole riflettere culture differenti e che, come anche nel caso del Boccioni, gravitano attorno ad una città che ha continuato a salire.
Comunicato stampa
La Rissa in galleria di Umberto Boccioni diventa per questa nuova Rissa uno spunto logistico, perché il famoso dipinto è ambientato proprio in una delle gallerie laterali di Corso Vittorio Emanuele, e anche concettuale, perché i cromatismi e il dialogo si accavallano in una mostra collettiva che vuole riflettere culture differenti e che, come anche nel caso del Boccioni, gravitano attorno ad una città che ha continuato a salire.
Scatenando così una rissa tra persone di cui si ha stima, provando ad immaginare un risultato cromaticamente livido attraverso un’intersezione di poetiche anche scardinate nel tempo e presenti in quest’azzuffata in centro a Milano.
Quando si dice che gli artisti devono difendere il proprio lavoro, è proprio questo il caso, tre esponenti di realtà culturalmente differenti prendono parte a questa esposizione in cui l’allestimento, i materiali e lo spazio diventano il palcoscenico per una bagarre dai toni accesi e dai materiali evocativi.
Volano posaceneri stracolmi, tappeti smaltati, stratofilm solcati da oggetti d’uso quotidiano, porte antiche.
E non c’è spazio per nascondersi, tutto è in balia dello spettatore, testimone oculare dell’ennesima rissa questa volta tra artisti: che vinca l’immagine il ricordo la forma, la sostanza.
Bros: Milano 1981. Radici da street artist, riconoscibili chiaramente in uno dei lavori esposti, che alimentano oggi un impulso dedito all’arte contemporanea, come nei tappeti smaltati, arazzi della contemporaneità, e nelle istallazioni site-specific.
Davide Genna: Milano 1983. Dalle ricerche caratterizzate dall’uso di filtri di sigarette e di carta colorata, giunge ad espressioni visive nuove come gli orizzonti filtrati e le raffigurazioni naturalistiche sempre con l’uso di carta e materiali di recupero, come tessuti di ombrelloni e porte-finestre antiche.
Renzo Nucara: Crema 1955. Alle performance e installazioni targate Cracking Art Group affianca la sua ricerca artistica, incentrata qui negli attuali Stratofilm, fotogrammi di metacrilato stratificato dove si coagulano elementi naturali, oggetti del quotidiano, materiali scartati, reminescenze di tempi passati, germinati da un’esplosione primordiale che prima attira a sé e poi dissemina nuove cellule contaminate, future matrici di vita antropica.