Enzo Cursaro – Carte Private
Non c’è dubbio che il nero sia, di tutti i colori e “non colori”, una delle matrici più potenti: tutto ciò che fuoriesce, germina, sboccia da una superficie nera è già di per sé luminoso, vitale.
Comunicato stampa
Testo Critico
di Gillo Dorfles
Non c’è dubbio che il nero sia, di tutti i colori e “non colori”, una delle matrici più potenti: tutto ciò che fuoriesce, germina, sboccia da una superficie nera è già di per sé luminoso, vitale.
E’ forse anche questa la ragione per cui molti dei dipinti di Enzo Cursaro – soprattutto la serie “impronte”, ma anche i più recenti disegni – presentano una potenzialità che attinge la propria potenza, proprio dalla assenza cromatica.
Certo, la serie dei disegni su carta e su tela del 2005 hanno privilegiato l’aspetto segnico di filiformi costellazioni a quello più massiccio e consistente delle precedenti “Sospensioni”, ma questo ha anche permesso all’artista di far risaltare una valenza cromatica che in precedenza rimaneva sospesa dal predominio dell’ombra sulla luce. Questo ci spiega altresì l’attuale esplosione di segni colorati, di ghirlande di tinte pallide ma incisive, che evidentemente sono sgorgati dalla precedente stagione più densa e compatta; e che ci dicono come Cursaro abbia saputo “perforare” le tenebre e dar vita a una espressività molto cauta e al tempo stesso penetrante che ci permette di intravedere una prossima più compiuta, coniugazione tra il “vuoto” dell’assenza e il “pieno” d’una presenza.