Mamuthones. Issohadores
Il collettivo indipendente Superbudda, con l’esposizione Mamuthones | Issohadores,si propone non come come galleria d’arte, ma come puro spazio espositivo e luogo di visioni per cinque giovani artisti. Un progetto nato essenzialmente dal desiderio di condivisione del proprio immaginario, in uno spazio sospeso tra visione urbana pubblica e luogo privato.
Comunicato stampa
Il collettivo indipendente Superbudda, con l'esposizione Mamuthones | Issohadores,si propone non come come galleria d'arte, ma come puro spazio espositivo e luogo di visioni per cinque giovani artisti. Un progetto nato essenzialmente dal desiderio di condivisione del proprio immaginario, in uno spazio sospeso tra visione urbana pubblica e luogo privato.
Il progetto espositivo Mamuthones | Issohadores trae ispirazione dalle omonime e misteriose figure della tradizione sarda. Figure antropomorfe e primitive che trovano rappresentazione in maschere lignee bianche e nere, legate a riti dionisiaci figuranti la lotta tra Uomo e Natura e identificative del consueto succedersi delle stagioni. Mamuthones e Issohadores sono figure distinte per significato e forma, che si uniscono nella realizzazione di un'unica danza, una coreografia in cui convergono elementi eterogenei. La distinzione cromatica e l'iconicità di questi simboli ci rimanda all'estetica privilegiata da cinque artisti, i quali dalla complessità della realizzazione artistica nello spazio urbano si spostano in uno spazio interno attraverso la semplificazione di forma e contenuto.
I fluidi astrattismi di 108, le bizzarre creature di DEM e le grafiche ipnotiche di Martina Merlini, le oniriche ambientazioni di UfoCinque e le visioni immaginifiche di Werther, si incontrano in un luogo e in un tempo il cui comune denominatore è la scelta del bianco e nero.
Cinque artisti, anagraficamente vicini, reinterpretano lo studio della forma attraverso segni grafici nati da un'estetica debitrice del multiforme mondo della street-art. Così come Mamuthones e Issohadores rappresentano una dicotomia complementare nelle sue radici, i cinque artisti in mostra manifestano non solo un punto di partenza comune ma, anche, elementi convergenti attraverso tracce, forme e progettualità divergenti.