MAD on Paper – Lorenzo Indrimi
La mostra si compone di tre serie di incisioni dell’ultimo epigono della Scuola Romana, scomparso lo scorso anno: quelle ispirate alla Commedia Dantesca; quelle dedicate alle Elegie Romane di Goethe, pubblicate nel 1986 nel volume “Römische Elegien, Johann Wolfgang Goethe, Edizioni Dag”, e quelle raccolte sotto il titolo “Lo Studio dell’Artista”.
Comunicato stampa
Domenica 27 aprile, alle ore 18,30, presso la Feltrinelli di Latina, ci sarà il vernissage della retrospettiva di Lorenzo Indrimi, nell’ambito della Rassegna d’Arte Contemporanea MAD on Paper, a cura di Fabio D’Achille. La mostra si compone di tre serie di incisioni dell’ultimo epigono della Scuola Romana, scomparso lo scorso anno: quelle ispirate alla Commedia Dantesca; quelle dedicate alle Elegie Romane di Goethe, pubblicate nel 1986 nel volume “Römische Elegien, Johann Wolfgang Goethe, Edizioni Dag”, e quelle raccolte sotto il titolo “Lo Studio dell’Artista”.
Lorenzo Indrimi si dedica all’incisione negli anni 1975/’80, dopo aver iniziato a sperimentare, nel 1965, la puntasecca, con pochi ma intensi lavori. Nel corso dei cinque anni esegue duecento incisioni in miniatura e quasi altrettanti bozzetti dedicati alla Commedia di Dante Alighieri che verrà pubblicata in tre volumi da Giulio Bolaffi Editore nel 1981 e presentata con una mostra personale alla Calcografia Nazionale di Roma nel 1983, durante la quale il Monsignor Giovanni Fallani, Commissario Pontificio d’Arte Sacra, farà un memorabile intervento critico. Il coinvolgimento con l’universo dantesco procura all’artista un invito dello stesso Giovanni Fallani per realizzare tre tavole in grande formato pubblicate in seguito da La Casa di Dante in occasione della mostra “Dante in Vaticano”, allestita nel 1985 nel Braccio di Carlo Magno. Nel 2008 si inaugura la mostra permanente La Torre di Dante nella Torre Civica di Sabaudia. Sono esposte le incisioni realizzate negli anni ‘70/’80 e una serie di nuovi dipinti ispirati ai versi della Commedia.
Durante il vernissage su La Scala Rossa ci saranno gli interventi critici del Direttore della Raccolta Manzù/GNAM Marcella Cossu e di Donata Carelli, docente, sceneggiatrice e scrittrice, che lo scorso 10 aprile ha presentato, con la cura di MAD, il suo ultimo romanzo “Un barattolo pieno di lucciole”.
(…)“Sospeso in atmosfera rarefatta tra il “sentire” che è l’ascolto delle parole ed il “sentire” che è stilla d’introspezione, Indrimi intraprende il suo viaggio, traccia la rotta, la sua linea d’orizzonte tramata di disìo, graffiata di uno struggimento che punge sulla lastra granulata, solo un attimo prima che il giorno “paia” morire. Nell’acquatinta c’è un travagliato peregrinare, la gestazione di chi accompagna la creazione fino alla separazione, nutrendola dei sensi e dei frutti del vissuto o avvelenandola con aghi di drammatica attualità. C’è tutto lo stupore dell’artista che dosa gradazioni dal chiaro allo scuro, il sovrapporsi delle diverse morsure, il lento approssimarsi dell’immagine vagheggiata e intimamente già percepita attraverso la ruota del torchio. È l’esigenza di assoluto che muove il bulino nel tracciare il segno più intimo, l’orizzonte verso cui tendere, cui fanno eco il viaggio dantesco ma anche il naufragare tanto dolce, il profondo ed insaziabile anelito di ogni “artigiano” alla ricerca dello smarrimento nella bellezza”. (Donata Carelli)
Su “Lo Studio dell’Artista” scrive Ofelia Kennes: “Se non si ha troppa paura di cadere in un buco pieno di niente, o di passare attraverso una porta che disappare alla nostra mente come una bolla di sapone, allora si può anche visitare lo studio dell’artista, che si scompone e rifrange nelle veloci immagini del pensiero, quando questo ci sfugge per divenire uomo, mondo, uno tutto. E le immagini appariranno reale frutto di magico incantesimo, poste al di là di quel tempo che rincorriamo illusi, in uno dei mille secoli della fantasia che vanno e vengono senza curarsi del passato, del futuro né del presente; al di là del nostro spazio troppo piccolo, dove l’aria non è abbastanza leggera per essere respirata dai fantasmi, né abbastanza forte per sorreggere un quadro. Essere in una stanza come tante altre è una fugace apparenza, che lascia subito il posto ad una sorprendente “epifania” rassicurante come tutti gli dei dell’Olimpo, che ha in sé ombre troppo chiare e trasparenze troppo opache per essere ricordate, oggetti troppo sospesi e prospettive troppo impossibili; finestre che sembrano affacciarsi sul nulla e fiori che non hanno bisogno di acqua, uno strano mondo scompostamente troppo composto per persuaderci a rimanere. Improvvisamente incomprensibile, se sia questa stanza da allontanarsi da noi con tutte le sue meraviglie sospette, o se siamo noi a risvegliarci lontano da essa, nel mondo di sempre. O se forse l’Artista sia uscito lasciandoci soli in una stanza comune”.
Vernissage con Dj set Massimo De Martino.
Mostra realizzata in collaborazione con “La Centrale dell’Arte”.