Zenìa
Otto artisti si confrontano con le figure di alcuni tra i principali personaggi che hanno influenzato la storia e la cultura sarda.
Comunicato stampa
Il Comune di Samugheo e il Museo MURATS, con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna,
presentano ZENÌA una mostra di arte contemporanea che dialogherà con i preziosi tessuti della collezione tessile del Museo MURATS. Il progetto è composto unicamente da opere inedite ed è stato realizzato appositamente per la ricorrenza de Sa Die de sa Sardigna del 2014.
La mostra verrà inaugurate domenica 27 aprile alle ore 18:00, presso il Museo MURATS e occuperà la sala grande del primo piano. Mentre in tutto il primo piano del Museo sarà visitabile la collezione tessile con l’esposizione permanente dei più pregiati manufatti del tessile sardo. Nello steso giorno dell’inaugurazione, a
partire dalle 18:30, si terrà un incontro sulla lingua sarda dal titolo Musica e illustrazione nella cultura sarda. I saperi non verbali a confronto con la lingua in cui interverranno l’etnomusicologo Fabio Calzia e l’illustratore Manuelle Mureddu che parleranno dell’utilizzo della lingua sarda nei campi della musica e
dell’illustrazione, nonché sulle ipotesi per colmare il vuoto tra lingua, strumento egemone, e tutte le forme “cadette” di comunicazione non verbale. Mentre l’intervento di Massimiliano Rosa analizzerà il tema delle varianti linguistiche del Sardo di Samugheo e del Mandrolisai.
Il progetto ZENÌA coinvolge otto artisti sardi che si sono confrontati con la descrizione e interpretazione, ognuno con la propria tecnica e stile, di figure storiche che hanno dato visibilità alla storia e alla cultura della
Sardegna. Per ogni personaggio è stata realizzata una rappresentazione che cerca di coglierne aspetti trasversali ed intimi in modo da restituire una lettura alle volte indiretta rispetto a quella canonica, ritratto poi
completato grazie ad una biografia bilingue in sardo e italiano. La selezione dei personaggi è stata eseguita tenendo conto dell’importanza che questi hanno avuto in generale per la storia della Sardegna. Con la mostra anche il tema della lingua assumerà importanza attraverso un’esposizione che, con l’utilizzo combinato della lingua sarda e l’arte, racconta i saperi accumulati in secoli di storia, in una prospettiva che spieghi l’unicità della cultura dell’isola e del suo paesaggio culturale. Unicità da intendersi come frutto di tante influenze e connessioni che si innestano su un sostrato che è cresciuto e arricchito con il passare del tempo. Infatti, Sa die de sa Sardigna, è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti "Vespri Sardi", cioè l'insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré
Balbiano, titolare del Regno di Sardegna, in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell'isola. Ma questa data è presa anche come simbolo della lotta di liberazione e di rivendicazione identitaria,
a partire dalle prime lotte documentate di Amsicora e Iosto nell’azione di resistenza antiromana durante la seconda guerra punica. Ma questa data, oltre a ricordare le battaglie “fisiche e sul campo” combattute contro
gli oppressori ha anche la valenza di ricordare la storia e la tradizione di un popolo che si è sempre sentito culturalmente indipendente anche attraverso personaggi che hanno portato il sentimento di appartenenza attraverso il loro lavoro intellettuale. Oltre ai personaggi storici, come i già citati Amsicora e Iosto, Barisone I
d'Arborea, Eleonora d'Arborea, Leonardo Alagon e naturalmente Giovanni Maria Angioy, il giudice della reale Udienza a Cagliari che guidò il movimento antifeudale sino alla sconfitta del 1796, ci furono personalità che si distinsero nel mondo intellettuale per il tentativo di elevare e nobilitare la lingua sarda, come il poeta
Gerolamo Araolla che cercò di creare un sardo letterario scrivendo numerose opere in sardo, castigliano e italiano. Ma la Sardegna ha dato i natali anche a grandi letterati di livello nazionale e internazionale che hanno dato lustro alla nostra isola, quali Giuseppe Manno autore di una fondamentale Storia della Sardegna, il premio Nobel Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Emilio Lussu, che oltre a combattere con la Brigata
Sassari fu tra i fondatori del Partito Sardo d'Azione, Giuseppe Dessì, Salvatore Satta, Remundu Piras e naturalmente Antonio Gramsci.
Nella stessa giornata dell’inaugurazione verrà organizzato l’incontro, dal titolo Musica e illustrazione nella cultura sarda. I saperi non verbali a confronto con la lingua, con l’etnomusicologo Fabio Calzia e l’illustratore Emmanuele Mureddu che indagheranno e metteranno a confronto sa Limba e i saperi non verbali ma anche grande vuoto tra il concetto (legislativo) di cultura e quello di lingua sarda. La lingua infatti è uno degli strumenti privilegiati per la descrizione del mondo e la conservazione dei saperi ed è stato per millenni il sistema di trasmissione per eccellenza. Ma un sistema culturale complesso come quello sardo non è costituito esclusivamente da saperi verbali, ma anche di gesti, sapori e sensazioni che sfociano in manufatti, edifici, musiche e maniere di stare insieme. Fabio Calzia e Manuelle Mureddu analizzeranno alcune ipotesi su come colmare il vuoto tra la lingua, strumento egemone e tutte le forme "cadette" di comunicazione non verbale.
Mentre Massimiliano Rosa presenterà una discussione aperta sul Sardo Samughese inserito nella variante Arborense in correlazione con l’area linguistica del Mandrolisai-Barbagia di Belvì e col Barigadu.
Artisti presenti in mostra: Nicola Caredda, Gianni Casagrande, Gianluca Gelsomino, Narcisa Monni, Manuelle Mureddu, Gianni Nieddu, Vincenzo Pattusi, Giovanni Sanna.
Personalità sarde rappresentate nel progetto: Amsicora e Iosto, Barisone I d'Arborea, Barisone II d’Arborea, Eleonora d'Arborea, Leonardo Alagon, Giovanni Maria Angioy, Gerolamo Araolla, Giuseppe
Manno, Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Emilio Lussu, Giuseppe Dessì, Salvatore Satta, Antonio
Gramsci, Remundu Piras.