Paolo Radi – Spazi latenti
Il suo lavoro muove nell’ambito di un rinnovamento dei linguaggi della scultura, per le relazioni fra gli aspetti plastici delle sue realizzazioni e lo spazio che esse contribuiscono a definire.
Comunicato stampa
Si inaugura, sabato 17 maggio alle ore 17.30 negli spazi della galleria FerrarinArte, la mostra dedicata all’opera di Paolo Radi, Spazi latenti, a cura di Francesco Tedeschi.
Nato a Roma nel 1966, Radi ha compiuto nel corso di oltre vent’anni di attività espositiva un percorso attorno alle forme e ai materiali che lo ha portato ad una particolare ricerca sul rapporto con il tempo e lo spazio. Il suo lavoro muove nell’ambito di un rinnovamento dei linguaggi della scultura, per le relazioni fra gli aspetti plastici delle sue realizzazioni e lo spazio che esse contribuiscono a definire. Rispetto alla qualificazione in termini scultorei o di pittura “oggettuale”, le sue opere recenti, realizzate con l’uso di PVC e perspex, che vanno a costituire la sagoma e il rivestimento di forme pittoriche e luminose interne, danno vita ad una poetica fondata sul mistero, sull’invisibile, con suggestioni metafisiche.
L’esposizione presenterà circa quaranta opere, comprendendo, oltre ai lavori che combinano materiali sintetici e pittura, alcuni disegni progettuali per gli stessi e opere su carta che uniscono tracce e frammenti di scrittura, disegno, presenze fisiche e memorie imprendibili, palinsesti che sempre alludono ad un’idea di interiorità.
Filo conduttore della lettura critica proposta è quello di cogliere come motivo centrale dell’opera di Radi l’allusione a spazi indefiniti, aperti e interiori, che le singole opere in diverso modo generano. Luoghi immateriali, spazi senza fisicità, momenti di una temporalità sospesa, che iconograficamente si riflettono nelle forme segrete che appaiono nelle sue concezioni, come traspare anche dagli scritti dell’artista, riportati a ulteriore commento della sua opera, e dai titoli delle stesse opere - come Accesso al silenzio, Sacello della sospensione, Doppia scena dell’invisibile, Verso il vuoto per accoglierlo, Nella memoria delle cose… - che si riferiscono a una condizione di sospensione, di attesa, che aspira a trasformarsi in illuminazione, con la forza dello stupore.
La mostra si avvale di un catalogo in cui, oltre al testo critico, sono riportate le opere esposte, sintesi del percorso creativo recente di Radi, gli scritti elaborati dall’artista ad accompagnamento del suo lavoro, un testo che Agostino Bonalumi ha dedicato all’artista nel 2005 e una nota sugli aspetti tecnici e operativi dell’autore di Arianna Mercanti.
Nel corso della serata dell’inaugurazione, Francesco Tedeschi effettuerà una presentazione del lavoro di Paolo Radi, con la partecipazione dell’artista stesso. Francesco Tedeschi è professore di Storia dell’arte contemporanea nell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano e a Brescia. Storico e critico dell’arte, è curatore del progetto Cantiere del ‘900, per la valorizzazione del patrimonio artistico del Novecento della collezione Intesa Sanpaolo.