Simone Bergantini – Addiction
Addiction è una riflessione sul ruolo del fotografo e sul senso di produrre nuove immagini oggi. La fotografia è diventata ubiqua, ovunque ci sono apparecchi in grado di registrare qualsiasi cosa in ogni istante. Questo immenso flusso di immagini è la cifra che caratterizza la nostra epoca.
Comunicato stampa
Addiction è una riflessione sul ruolo del fotografo e sul senso di produrre nuove immagini oggi. La fotografia è diventata ubiqua, ovunque ci sono apparecchi in grado di registrare qualsiasi cosa in ogni istante. Questo immenso flusso di immagini è la cifra che caratterizza la nostra epoca.
Fare una fotografia non significa più registrare un evento, fare una fotografia è una parte sostanziale di quell’evento. Non c’è più differenza tra fotografo e soggetto, tutti fotografano tutto. Non c’è più differenza tra la macchina fotografica e la foto, con lo stesso apparecchio prendiamo e mostriamo la foto. Il virtuale e il reale stanno diventando una cosa sola.
Addiction è la fotografia di ciò che resta, la traccia organica sullo schermo spento di un rituale sociale condiviso quotidianamente su scala globale. La soglia tra due mondi, tra due tempi, tra due modi di vedere e di percepire le immagini. (Statement dell’artista)
Con Addiction, Simone Bergantini ci offre una meditazione sulla natura dell’immagine fotografica, sul suo status attuale, sul senso che può assumere l’idea di visione oggi rispetto a quella che ha caratterizzato tradizionalmente la fotografia. Lo stesso Luigi Ghirri ha sempre posto al centro della propria riflessione artistica la domanda sul rapporto che intercorre tra visione, immaginario e immaginazione, e su come si sarebbe evoluto in un mondo sempre più dominato dalle immagini.
Fotografie aniconiche che occultano, racchiudono ed evocano tutte le immagini presenti nella rete informatica globale: facendo leva su una nuova forma di inconscio – un inconscio virtuale – che ha fatto irruzione nelle nostre vite, Addiction ferma il nostro sguardo sulla soglia dove prende forma l’inedita relazione tra individuo e infosfera.
BIOGRAFIA
Simone Bergantini nasce a Velletri nel 1977. Nel 2004 dopo la laurea in storia dell’arte presso ”La Sapienza” di Roma si trasferisce a Milano. Qui impara la fotografia come assistente di fotografi di moda e pubblicità, ed inizia la sua ricerca personale sul linguaggio delle immagini. Nel 2009 con la serie “black boxes” vince il talent calling della rivista FOAM magazine e il premio TERNA per la categoria Gigawatt. Nel 2010 e’ artista residente presso l’ISCP di New York.Nel 2012 vince il premio Fondazione FRANCESCO FABBRI. Le sue opere sono state esposte in gallerie private e spazi pubblici in Europa, Cina e Stati Uniti. Attualmente vive e lavora a Torino.