Level 0 – Graziano Folata
All’interno della collaborazione tra Museo MA*GA ed il progetto Level 0 di ArtVerona 2013, a cura di Andrea Bruciati, il museo presenta l’opera Rising Star (2012) di Graziano Folata.
Comunicato stampa
All’interno della collaborazione tra Museo MA*GA ed il progetto LEVEL 0 di ArtVerona 2013, a cura di Andrea Bruciati, il museo presenta l’opera Rising Star (2012) di Graziano Folata.
Level 0 è un progetto di ArtVerona 2013, dedicato ai giovani artisti e i musei d’arte contemporanea italiani i quali hanno avuto la possibilità di selezionare opere e artisti presenti in fiera, da presentare all’interno della propria collezione. Il MA*GA invita, dal 3 maggio al 3 agosto 2014, Graziano Folata a presentare un lavoro all’interno della mostra “Belvedere. Paesaggi e visioni nella collezione del MA*GA”.
Rising Star è un’opera fotografica che si inserisce all’interno di una più ampia ricerca dell’artista dedicata alle relazioni tra scultura e immagine, alla momentanea delicatezza e fragilità e alle inaspettate possibilità costruttive della materia, come per esempio della minuscole bollicine all’interno di un bicchiere d’acqua. Come scrive l’artista “Ho composto sul fondo di un bicchiere una stella fatta di bollicine, bollicine vere, non create tramite programmi di grafica; l’immagine è un vero e proprio atto artistico dove il fenomeno mondo viene adattato alla visione di un nuovo orizzonte estetico”.
Graziano Folata presenterà il proprio lavoro durante un incontro aperto al pubblico Sabato 3 maggio alle ore 17.00
Graziano Folata è nato a Rho nel 1982.
Vive e opera tra Milano e Venezia.
Ha condotto i suoi studi all’accademia di Belle Arti di Brera.
Ha partecipato a svariate collettive e ha presentato i suoi lavori in personali e premi in cui si è distinto meritando la possibilità di studiare ulteriormente le dinamiche dell’arte contemporanea grazie a progetti di residenza d’artista e borse di studio in Italia e all’estero.
«Le caratteristiche essenziali della mia opera si devono ricercare nello studio della materia, nell’acquisizione costante di quella consapevolezza che permette al gesto di circoscrivere la forma e di dettarne le sue riconfigurazioni, le sue brillanti epifanie.
Vere e proprie illuminazioni di corpi silenziosi, corrispondenze di senso tra l’Idea e la manifestazione generativa di sostanza, queste composizioni estetiche, questi fenomeni densi di tradizione, ma allo stesso tempo proiettati sulla prospettiva espressiva dell’invisto, non sono mai facili virtuosismi o scontate associazioni di idee, ma risiedono nel cuore dei fenomeni sfuggenti, misteriosi, a volte ironici, senza perdere la forza dietro un sorriso grottesco. Sono atti capaci di porre le fondamenta per nuovi slanci dello sguardo, per nuovi voli dell’esistenza creativa.
Diversi i medium, i vettori capaci di trasmettere autenticamente lo sforzo di creare teogonie dell’occhio; che siano essi materiali classici, indagati al limite della loro funzione; oppure possono essere concreticità al colmo dell’insignificanza, ma in grado di riscattarsi all’interno di una logica immaginativa più alta, forti della promozione dell’immagine in senso metafisico, pronti a superare il dato reale e accedere alla qualità luminosa del prodigio.
Su questo grande apparato si irradia la coscienza del tempo e le sue declinazioni visibili, la fotografia, come la scultura e la pittura sono colte naturalmente, con grazia fisica, esperienze intime, senza complicate sovrastrutture, scevre da cerebrali citazionismi, idoli vuoti succursali della bellezza o derivati poetistici, ma al contrario il mio pensiero verte sulla necessità di dedicarmi a far breccia con la meraviglia del sensibile nel rigidi cliché, nei formalismi; con l’equilibrio laminale dell’armonia disvelare le qualità più preziose della percezione.» (Graziano Folata)