Primo lavoro
Primo lavoro è una conversazione a distanza tra due artisti separati dal tempo e dalla tecnica ma uniti da una continuità di strumenti concettuali e poetici.
Comunicato stampa
Dal 15 maggio al 25 luglio 2014 la Galleria Bianconi è lieta di presentare la mostra Primo lavoro, un dialogo sulle origini e sui fondamenti del linguaggio che pone a confronto opere scultoree di Nanni Valentini e fotografie inedite di Francesco Jodice, a cura di Walter Guadagnini e Flaminio Gualdoni.
Primo lavoro è una conversazione a distanza tra due artisti separati dal tempo e dalla tecnica ma uniti da una continuità di strumenti concettuali e poetici. Le opere di Nanni Valentini – erede di una tradizione millenaria della ceramica elaborata in chiave contemporanea, attivo dalla metà degli anni Cinquanta sino alla prematura scomparsa avvenuta nel 1985 – e quelle di Francesco Jodice – artista attento agli usi e alle implicazioni delle nuove tecnologie di ripresa affacciatosi sulla scena artistica alla fine degli anni Novanta – narrano infatti di un comune approccio alla creazione e alla realizzazione dell'opera come momento di verifica, come desiderio di rimettere in discussione le pratiche disciplinari, come ricerca continua del limite del linguaggio.
Da questi presupposti è partito Francesco Jodice per elaborare la serie di immagini realizzate appositamente per questa esposizione. Confrontandosi con due grandi temi, quello del ritratto e quello del paesaggio, Jodice ha costruito un dispositivo visivo che funziona come una verifica della fotografia in quanto prelievo e insieme costruzione del reale, attraverso la quale il mondo può essere non solo visto e interpretato, ma anche ricreato. Per ottenere questi risultati, l’artista mette in campo due modalità operative opposte: una di carattere esplicitamente voyeristico, che coglie i propri soggetti ignari e indifesi, e l'altra di carattere più marcatamente sociale, originata da immagini zenitali di porzioni di territorio significative dal punto di vista geo-politico.
Le grandi opere fotografiche e l'installazione di una serie più ampia di immagini in piccolo formato divengono, nelle intenzioni di Francesco Jodice, il modo per instaurare una propria, personale continuazione del pensiero di Nanni Valentini a partire da alcune parole-chiave, come “totem”, “impronta”, “volto”, “casa”, che si ritrovano nelle opere dello scultore esposte nelle sale della galleria. Proprio tali parole chiave sono infatti i fondamenti da cui Valentini – reduce da una grande retrospettiva al Museo Diocesano di Milano – è partito alla ricerca di un’immagine sorgiva, potente e sapienziale come quella originaria che la terra conserva in se stessa, lasciando all’artista il compito di farla emergere nella sua lampante intensità. «È inutile che ti dica che una zolla di terra può racchiudere il segreto dell’oracolo, che un solco del campo può contenere tutte le parole possibili, che nell’acqua del fiume sotto il ponte c’è l’ombelico della luna che ascolta la terra, che ancora l’argilla contiene alfabeti nascosti». Così scriveva Nanni Valentini con atteggiamento criticamente lucido e apertamente visionario, al tempo stesso poetico e analitico, lontano da ogni intellettualismo o retorica formale fine a se stessa.
Primo lavoro è dunque un viaggio tra gli elementi e tra le materie che sottolinea la continuità d'approccio tra i due autori, testimoniata dalla volontà di Francesco Jodice di partire dalle parole di Nanni Valentini per farle proprie e intenderle come motore primo della sua nuova ricerca, che dalle opere del Maestro prende origine ed energia.
Per l’occasione la Galleria Bianconi presenta un catalogo delle opere di Francesco Jodice edito da blisterZine, comprendente una tiratura di 30 copie in edizione speciale contenenti una fotografia originale firmata e numerata dall’autore.