Raffaele Fiorella – Fuoriluogo
Fuoriluogo è il titolo scelto da Raffaele Fiorella per il progetto allestito presso lo spazio di Nuvole Arte di Montesarchio. Diciamo fuori luogo quanto non è appropriato, ossia la battuta che non rispetta le convenzioni, il comportamento incongruo o l’intervento del guastafeste.
Comunicato stampa
Fuoriluogo è il titolo scelto da Raffaele Fiorella per il progetto allestito presso lo spazio di Nuvole Arte di Montesarchio. Diciamo fuori luogo quanto non è appropriato, ossia la battuta che non rispetta le convenzioni, il comportamento incongruo o l’intervento del guastafeste.
In verità, tutta l’arte moderna esprime un’intima predilezione per il fuori luogo: a cominciare dai movimenti fondativi del moderno, ovvero dall’arte tardo romantica che denuncia la pervasività dell’industrializzazione e le resiste, fino alle avanguardie che del non essere del proprio tempo borghese fanno una poetica. Contro ogni convezione, infatti, si scaglia l’artista d’avanguardia rappresentandosi come paradigma del bastian contrario, par excellence, da Marinetti a Cattelan, campioni del fuori luogo che nella costante spinta in avanti mettono il sistema dell’arte in... fuori gioco.
C’è, tuttavia, quella che si potrebbe definire una tradizione meno eclatante, più lieve e poetica, di quella rappresentata da quei campioni. Si tratta di un percorso più laterale e sottile, maggiormente ironico. È questo il percorso sul quale s’incontrano i surrealisti, più o meno integrati, o gli scrittori, i poeti e gli chansonnier, interessati meno al confronto con i grandi sistemi e più al quotidiano. Da Buñuel a Prevert, da Queneau a Percec, da noi da Zavattini a Buzzati, da Campanile a Calvino, e in arte da Savinio a Baruchello, solo per fare qualche nome a caso, l’ordinario sembra interessare perché presenta pieghe mai del tutto ad esso riconducibili e che però presentano vie di fuga immaginative.
La ricerca di Raffaele Fiorella è pienamente contemporanea. Usa, infatti, mezzi, a cominciare dal video, che veicolano le immagini del nostro tempo e sono mezzi di comunicazione prima ancora che d’arte. Usa, anche, un linguaggio minimo ed essenziale, raccontando spesso di situazioni comuni, ordinarie, appunto. Nelle sue opere, siano le riprese o le costruzioni che mostrano quelle riprese o le installazioni in generale, tutto appare poco evidente, quasi un paradosso: mostrare senza però attirare attenzione. C’è in ogni lavoro di Fiorella uno scarto incomprimibile, una distanza incolmabile tra piani diversi che l’opera tiene insieme come in una sorta di gioco di equilibrio. Nelle sue figure non è immediato decidere quanto è reale e quanto, invece, è virtuale o immaginario, ma quel che è più interessante è che l’uno finisce per prestarsi come piega e scarto dell’altro. Immaginario come imprevisto del reale, o ancor più interessante il reale come risultante inattesa dell’immaginario.
In questo modo, il confine tra verità e finzione diviene assai labile e l’opera è prodotto di un gesto apparentemente ordinario, ma con un rovescio inatteso che mette in dubbio tutto quanto le è intorno.
Nel progetto per Nuvole Arte, Fiorella si impadronisce dello spazio della galleria, per farne spazio incerto, vi apre un varco e, come in molte delle sue opere, attraverso quel varco, mostra quanto il luogo stesso della galleria si trasforma in un assoluto fuori luogo.
Domenico Maria Papa
Raffaele Fiorella, nasce a Barletta nel 1979. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bari indirizzo Scultura, dove si specializza in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo. Nel 2007 frequenta un Master in Multimedia Content Design indirizzo "Video e Post Production" presso l’Università di Firenze nella facoltà di Ingegneria. Diverse sono le partecipazioni a mostre e residenze artistiche in ambito nazionale e internazionale. Per citarne alcune: “Duel”, a cura di Antonio Frugis, Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare (2014); "Le cose che non accadono", a cura di Lorenzo Madaro, Museo Nuova Era, Bari (2013); nel 2011 partecipa alla mostra "Wonder Art" presso il Mlac, Roma e invitato alla 54th Biennale di Venezia Padiglione Puglia a cura di Vittorio Sgarbi. (da correggere). Nel 2013 partecipa al Corso Superiore di Arti Visive “laboratorio-permanente-di-arte-pubblica" promosso dall' Associazione no profit Art Factory Basilicata ed è tra i finalisti del premio “Un’Opera per il Castello”. Nel 2012 partecipa alla III MOSCOW BIENNIAL Young Art, vince il premio “Movin Up” promosso dal Gai (Ass. Giovani Artisti Italiani) per una residenza presso l’Istituto di Cultura di Pechino e riceve il terzo posto al Premio Celeste. Nello stesso anno viene invitato in Lituania per una residenza in occasione del festival di arte elettronica “Insanitus”.Vive e lavora in Puglia.