Rosetta Leins – Vita e opere di una pittrice anticonformista
La mostra è il primo contributo per la riscoperta dell’artista e mette in luce le tappe più importanti del suo percorso individuando, al contempo, le principali commissioni pubbliche.
Comunicato stampa
LA MOSTRA – Rosetta Leins (1905-1966) è stata a lungo considerata come una delle migliori pittrici svizzere, fra le poche, nel Canton Ticino, in grado di reggere il confronto con le colleghe confederate. Oggi il suo nome resiste solo nella memoria di chi l’ha conosciuta e nelle case di alcuni consapevoli collezionisti. La mostra è il primo contributo per la riscoperta dell’artista e mette in luce le tappe più importanti del suo percorso individuando, al contempo, le principali commissioni pubbliche.
APPUNTI PER UNA BIOGRAFIA – Rosa Amalia Leins, detta Rosetta, nasce a Bellinzona il 5 giugno 1905. Il padre, originario di Stoccarda, si stabilisce a Bellinzona alla fine dell’Ottocento e fonda poi con Carlo Vescovi la Tipografia Commerciale. Dopo le scuole dell’obbligo e un apprendistato nella tipografia di famiglia, Rosetta inizia il suo percorso artistico compiendo studi privati, nell’iniziale diffidenza dei genitori. Fra il 1931 e il 1932 Rosetta compie un viaggio di studio a Parigi rimanendo colpita dal postimpressionismo francese, da Gauguin, Utrillo, e Matisse. Al ritorno nel Ticino si stabilisce ad Ascona, attratta dagli stimoli culturali e dalle personalità internazionali che il borgo può offrire. Fra queste, gli artisti che gravitano attorno al Caffé Centrale, al Verbano e alla Locanda Svizzera. Nel gruppo vi sono Schürch, Kohler, Epper, Pauli, Müller e Lüssi. Nonostante la miseria e le difficoltà, sono anni intensi, spensierati. Con tutta probabilità è Lüssi a introdurre Rosetta nel mondo dell’arte e a incoraggiarla a presentarsi alle esposizioni, che a partire dalla metà degli anni Trenta si susseguono a ritmo serrato in spazi pubblici e privati, sia nel Ticino che oltralpe. In particolare la frequentazione delle gallerie zurighesi apre a Rosetta le porte del collezionismo privato.
PAESAGGI E NATURE MORTE – Rosetta Leins è fra le interpreti più felici del paesaggio ticinese, e in particolare dei territori ispirati al retroterra di Ascona, con incursioni nel Luganese e nel Mendrisiotto. Ne esce il ritratto di un’artista molto legata alla sua terra, che osserva il cambio delle stagioni e si sorprende davanti alle cose umili: i covoni, il muretto a secco, i casolari, le colline placide. I primi paesaggi pervenuti sono dell’inizio degli anni Trenta e nascono sotto l’influenza della pittura francese per guardare poi anche alla pittura figurativa contemporanea d’oltralpe, da Ernst Morgenthaler a Oskar Ernst, che Rosetta vede nelle mostre confederate. Con gli anni la pittura di paese si incontra con quella di figura, per arrivare a dipinti luminosi e intensi, quasi un “periodo bianco”, in cui il manto nevoso diventa pretesto per un’esplosione cromatica. Fra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta Rosetta prende la strada della sperimentazione, irrigidendo le forme e pervenendo a inedite sintesi.
Un altro genere al quale Rosetta si dedica con frequenza è quello della natura morta, che fra gli anni Trenta e Quaranta è oggetto di una generale rivalutazione. Negli anni Rosetta attua un processo di sintesi: elimina progressivamente gli oggetti e si concentra sul soggetto. Le opere migliori sono quelle in cui i fiori diventano protagonisti assoluti, valorizzando le qualità di colorista di Rosetta. Proprio la natura morta con fiori e frutti diventa uno dei soggetti più frequenti nel catalogo dell’artista, che a partire dagli anni Cinquanta vi si dedica con soluzioni ardite.
LA SALA DEI MATRIMONI DI LUGANO – Fra il 1937 e il 1939, al pari di altri artisti della sua generazione, Rosetta Leins compie un viaggio in Toscana per approfondire la tecnica dell’affresco. Possiamo quindi immaginare che l’incontro con la scuola dei primitivi toscani, Giotto e Masaccio, Piero della Francesca e Paolo Uccello, abbia rappresentato un vero colpo di fulmine. Nel 1939 la Città di Lugano bandisce un concorso per la decorazione della Sala dei matrimoni nel Palazzo Comunale in collaborazione con la Confederazione e Rosetta ottiene l’incarico. Nella relazione della giuria, composta tra gli altri da Augusto Giacometti e Aldo Patocchi, il progetto viene lodato per la bella unità di composizione, sposata ad una felice colorazione e ad un’indovinata scelta del soggetto. Il grande affresco si presenta come un racconto dedicato alla famiglia e al lavoro e, nella monumentalità delle immagini, risente del clima novecentista. Gli affreschi, ai quali è legata la celebrità di Rosetta, vengono inaugurati nel 1943 e sono realizzati su tre pareti: la prima dedicata alla musica agreste, la seconda alla famiglia e la terza al lavoro. In mostra l’opera è documentata grazie all’esposizione, per la prima volta, di quattro grandi bozzetti preparatori di proprietà del Municipio di Ascona.
LE ALTRE COMMISSIONI PUBBLICHE – Molto diversi da quelli luganesi sono invece gli affreschi eseguiti nel 1945 per la Cappella del cimitero di Losone, che raffigurano la Deposizione e la Resurrezione di Gesù. A soli due anni dagli affreschi luganesi, Rosetta dimentica infatti l’influenza dei primitivi per uno stile più realista che lascia spazio alla piena espressività delle figure.
Nel 1953 le viene commissionato nel cimitero di Fehraltdorf un grande affresco intitolato L’angelo consolante, il dolore, il lavoro. In confronto agli affreschi di Losone, quello di Fehraltdorf ha una tavolozza più chiara e luminosa e stilisticamente preannuncia una timida apertura al neocubismo che prenderà più forza negli anni successivi.
Nel novembre del 1955 il Cantone apre un concorso per la decorazione del Nuovo Palazzo del Governo a Bellinzona. Il bozzetto di Rosetta, intitolato L’uomo e il lavoro, vince il primo premio per la composizione figurativa del primo piano dello scalone centrale: l’artista vi raffigura un seminatore e quattro operai intenti a lavorare in un cantiere, un omaggio alla storia agricola del Cantone e alla sua tradizione in ambito edile.
Di nuovo Ascona è palcoscenico per alcune importanti opere di Rosetta. La Cappella della Casa per anziani Belsoggiorno ospita infatti sue quattro grandi tele: raffigurano I Re Magi, arrivo e sorpresa (1957), la Predica di San Francesco agli uccelli (1958), Deposizione (1959) e Cristo davanti a Ponzio Pilato (1959). Le opere attestano un’evoluzione stilistica verso una geometrizzazione delle forme, un’adesione al neocubismo attraverso modulazioni che investono forme e colori.
La pesca miracolosa (1963), insieme a due altri dipinti minori, viene invece commissionata a Rosetta da Walther Weibel, corrispondente in Ticino per la “Neue Zürcher Zeitung”, per la sala da pranzo del nuovo ricovero Casa Berno, sul Monte Verità. Il dipinto, di grandi dimensioni, colpisce per l’accesa luminosità, che si irradia dal paese retrostante fino ad abbracciare tutta la composizione.