Meri Iacchi – Connected#Palermo
Connected#Palermo, questo il titolo della mostra, si proporrà di innescare una serie di relazioni tra gli spettatori, la natura e le opere.
Comunicato stampa
Dal 10 maggio al 29 giugno l’Orto Botanico di Palermo ospiterà una serie di interventi site specific dell’artista fiorentina Meri Iacchi. Connected#Palermo, questo il titolo della mostra, si proporrà di innescare una serie di relazioni tra gli spettatori, la natura e le opere. L’artista, che ha già lavorato in questa direzione presso il Museo dell’Orto Botanico di Firenze, ha attivato in questo progetto a Palermo rapporti di scambio e partecipazione con persone e gruppi, artisti e associazioni della città. Ospitare altri artisti all’interno della mostra, in una serie di eventi collaterali (incontri, performance e talks), significa fare in modo che i concetti di collaborazione e scambio con la gente e il territorio diventino il punto di forza di questo modo di pensare e praticare l’arte.
“L’intero piano espositivo della mostra risulta da una ricerca effettuata dall’artista in situ e consiste di una ventina di interventi site specific tra azioni, installazioni e ambienti. Durante l’inaugurazione saranno attivati percorsi partecipativi e azioni relazionali che coinvolgeranno persone della città in qualche modo collegate all’artista e alle sue istanze. CONNECTED #PALERMO fa parte di un percorso di ricerca che Meri Iacchi inizia con la curatela di Silvia Petronici all’Orto Botanico di Firenze e che a Palermo trova nuove dimensioni e nuove forme in base alle nuove circostanze fisiche/spaziali e semantico/culturali.
concept // Molteplicità e interrelazione. La natura è una rete di connessioni ininterrotte, lo scambio trofico costante fra gli organismi implica un passaggio di informazioni, è comunicazione ed ha una funzione vitale. La coesione e la solidarietà, il contatto e lo scambio, sono forze attivate fra gli elementi naturali da un’inarrestabile tendenza alla vita. Le connessioni sono all’origine di cambiamenti.
Questo progetto riflette sul senso di comunità come gruppo solidale dove il legame fra gli individui è diffuso e animato dall’interno da un desiderio di partecipazione attiva. Il legame comunitario rafforzato dalla condivisione di un medesimo ecosistema e, per estensione, di uno stesso contesto culturale, pertiene la sfera dei sentimenti e riguarda la condivisione di valori e interessi oltre che di bisogni e domande. L’osservazione dell’ambiente naturale nel quale siamo immersi e di cui siamo parte – favorita dalla speciale location per cui si presenta questo progetto – ci fornisce un contesto di ricerca speciale per studiare le radici articolate e profonde del senso di comunità. I lavori artistici presentati dall’artista si propongono come un saggio di questa analisi e un’occasione di ulteriore contatto. L’assunto è, infatti, quello che l’arte abbia una straordinaria capacità di comunicazione e che questa possa essere messa a disposizione per riattivare collegamenti e scambi tra le persone.
Siamo costantemente connessi, lo sono le nostre parti interne e i nostri pensieri come lo sono le cellule e gli organismi, come le persone e le montagne, come ogni cosa con ogni altra. La consapevolezza anticartesiana di questa connessione può essere una risorsa preziosa per la modernità, l’occasione di superare l’orror vacui dell’individuazione e della perdita di appartenenza.
La rete (naturale/umana) in cui siamo tutti connessi ci permette, in maniera orizzontale, di modificare e introdurre contenuti, stabilire nuove connessioni, evolvere, con spirito simpatico, diramando il proprio profilo identitario lungo linee di affinità ed elezione. Questo linguaggio - quello scelto per il titolo del progetto - che afferisce alla cosiddetta comunità del web 2.0 ha la funzione di cogliere una possibile analogia tra le due sfere sottoposte ad analisi: quella del sistema naturale e quella del sistema umano, a sua volta, per certi versi autonomo ma senz’altro compreso nel primo.”
Silvia Petronici