Besson | Patarini | Ruffino
Tre mostre personali di pittura: Alberto Besson, Wonderland, Marco Ruffino, I had a dream, Virgilio Patarini, Zibaldone 2014.
Comunicato stampa
Quelle che si inaugurano sabato 10 maggio, alle ore 17.00, presso la Galleria 20, a Torino, in Corso Casale 85, saranno le ultime mostre alla Galleria 20 curate da Virgilio Patarini, il quale dal 24 maggio lascia definitivamente la direzione artistica della nuova galleria torinese per passare a dirigere il Ferrara Art Festival a Palazzo della Racchetta.
Per l’occasione, accanto alle mostre personali di Alberto Besson (Wonderland) e Marco Ruffino (I had a dream), verrà presentata anche una mostra personale dello stesso Patarini (Zibaldone 2014) con lavori recenti dei cicli Novecento e Di ruggine e di luce (per vedere alcuni lavori in anteprima cliccare qui:http://www.virgiliopatarini.com/opere/novecento/ )
Chi si fosse perso le 17 mostre curate da Patarini alla Galleria 20 da settembre ad oggi, può vedere un dettagliato e articolato reportage fotografico di allestimenti e vernissage cliccando qui: http://www.zamenhofart.it/galleria-20-torino-programma-2013-2014/
Chi invece fosse curioso di scoprire quali saranno le mostre curate da Patarini per il Ferrara Art Festival dal 24 maggio al 3 ottobre 2014 (ma anche spettacoli, concerti, reading…) può cliccare qui: http://ferraraartfestival.jimdo.com/
Queste le tre mostre personali di pittura alla Galleria 20 dal 10 maggio 2014:
Alberto Besson, Wonderland, Marco Ruffino, I had a dream, Virgilio Patarini, Zibaldone 2014.
Le mostre resteranno aperte fino al 23 maggio, tutti i giorni, dalle 15 alle 19. Lunedì chiuso.
Ingresso libero
Qui di seguito una breve nota di presentazione delle tre mostre.
In allegato alcune foto di opere esposte.
Alberto Besson, Wonderland
“È un mondo pieno di colore e frastagliato quello che ci racconta il pittore cremasco Alberto Besson: la visione della realtà viene scomposta e stilizzata in tasselli di forme geometriche irregolari dalle tinte forti e piatte, in una mirabile e modernissima sintesi di reminiscenze colte della storia dell’Arte come il Puntinismo e il Cubismo filtrate da uno sguardo avvezzo ai pixel e ai colori accesi e innaturali dell’immagine elettronica. Così i fitti pois della trama puntinista si allargano in tessere più ampie di colore piatto e pure la scomposizione dei piani cubista si appiattisce e si semplifica in una sintesi più contemporanea dai colori squillanti. Accanto al canto gioioso del colore c’è il controllo della ragione cartesiana che tutto riduce a forme geometriche. E tutto, tutto… la sintesi formale, la scomposizione e ricomposizione geometrica delle immagine al limite dell’astrazione nel senso etimologico del termine, l’uso di colori squillanti e virati, innaturali… tutto ci conduce in un mondo fantastico e visionario. Una terra della Meraviglia”. (V.P.)
Marco Ruffino, I had a dream
“Dalle regioni più profonde ed oscure del nostro sentire comune affiorano ed invadono lo spazio gli ammassi di materia magmatica e pulsante di Marco Ruffino. L’artista torinese usa i materiali di scarto della nostra civiltà industriale e post-industriale per dare vita a forme e creature che dal mondo dei sogni e dell’Inconscio urgono, bussano alle porte della nostra coscienza, escono dalla superficie piatta, rettangolare e rassicurante del quadro e si sporgono verso di noi. Come tanti figli di una sorta di dio Blog (ricordate quello spezzone cinematografico utilizzato per la sigla della trasmissione “Blog”?) le opere di Ruffino rappresentano al tempo stesso una mutazione genetica dei nostri prodotti di consumo e una incarnazione plastica dei demoni delle parti più recondite del nostro essere: creature che vengono dai territori del Sogno. Il Sogno del Progresso. E i Sogni più ancestrali. Un Sogno passato che ancora è vivo e presente”. (V.P.)
Virgilio Patarini, Zibaldone 2014
“La materia accarezzata, usata, plasmata e obbligata. Un senso che affiora come foglie marcite in acque stagnanti, appena velato dalla superficie torbida eppure perfettamente intelligibile. Se la materia cromatica mescolata alle malte e agli ossidi assume posizioni in cui il caso è solo uno dei protagonisti, esaminando l'opera di Patarini emerge una volontà rappresentativa che può essere considerata, in termini di profondità e purezza, alla stregua di una dottrina filosofica. "Michele Govoni