Guido Sacerdoti – La pittura come vita
La mostra accoglie trenta dipinti di Guido Sacerdoti datati dalla fine degli anni ’50, che raccontano il percorso artistico dell’uomo, noto medico napoletano ma anche pittore e scrittore.
Comunicato stampa
Giovedi 8 Maggio, dalle 15 e 30, sarà inaugurata la mostra di opere di Guido Sacerdoti (1944 – 2013) “La pittura come vita”.
La mostra, allestita nelle sale della Fondazione Valenzi, resterà aperta fino al 24 Maggio, ed accoglie trenta dipinti di Guido Sacerdoti datati dalla fine degli anni '50, che raccontano il percorso artistico dell’uomo, noto medico napoletano ma anche pittore e scrittore.
Interverranno all’inaugurazione con un incontro di studi, dopo i saluti della Presidente Lucia Valenzi, l’immunologo Bartolo Cassaglia, il presidente dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza Guido D’Agostino, il pittore Stefano Levi Della Torre, lo storico Aurelio Musi, la scrittrice Miriam Rebhun e il dirigente medico Pio Russo Krauss.
L’iniziativa è promossa dalla famiglia Sacerdoti, la moglie Marcella Marmo e i figli Arianna e Carlo, in collaborazione con la Fondazione Valenzi e con il patrocinio della Comunità Ebraica di Napoli, dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza e della Fondazione Carlo Levi.
“Siamo felici – dichiarano Lucia e Marco Valenzi – che la famiglia abbia scelto di ricordare Guido e di esporre le sue opere nella nostra sede.
Quando abbiamo inaugurato nel Maschio Angioino la mostra della Collezione di nostro padre, ci aveva lasciato drammaticamente da pochi giorni. Abbiamo subito pensato di rendergli omaggio, inserendo all'interno dell'esposizione i due ritratti che generosamente ci aveva dipinto e ci aveva regalato quando eravamo giovani. Ma non si è trattato tanto di un semplice ricordo di un carissimo amico quanto del desiderio di far conoscere la qualità della sua pittura, la sua mano sicura da professionista, anche se ha preferito vivere la sua attività artistica in una dimensione soprattutto privata”.
“Per queste giornate di ricordo fitte dei quadri di Guido e altri aspetti creativi della sua vita – dichiara Marcella Marmo – sono lieta di proporre ‘la libertà di amare e di apprendere’, parole che mi sono rimaste nel pensiero da Cronaca dell’alba di Ramòn Sender, una frase mascotte dei nostri anni sessanta.
Con Arianna e Carlo, ringrazio quanti amici ci hanno incoraggiato e aiutato a mostrare questi quadri e quanti incontreremo per un ricordo corale significativo di affetti e valori vitali.
Memore sempre della vera amicizia che ha legato Guido a Maurizio, Lucia e Marco Valenzi, dico a questi la mia gratitudine per la preziosa ospitalità”.