Trisha Baga – Free Internet
Trisha Baga trasforma lo spazio espositivo in uno scenario multimediale fatto di proiezioni 3D, oggetti e dipinti dove tutti questi elementi sono assemblati secondo una precisa sensibilità.
Comunicato stampa
Giò Marconi ha il piacere di annunciare FREE INTERNET, prima personale dell’artista statunitense Trisha Baga negli spazi della galleria.
Trisha Baga è conosciuta soprattutto per le sue performance e per le sue installazioni.
Il video tridimensionale è il mezzo privilegiato dall’artista per restituire la sua visione del contemporaneo, ma la sua ricerca è contraddistinta da una poliedricità di linguaggi che coinvolgono anche la pittura, la scultura, la letteratura, la fotografia e la musica.
Le sue opere sono frutto della più estrema libertà di sovrapposizioni e stratificazioni di riferimenti, di immagini, tecniche, suoni e materiali: un’estetica originalissima che mescola la cultura digitale e discipline artistiche più tradizionali, abolendo ogni tipo di gerarchia visiva e utilizzando qualsiasi modo possibile per rappresentare la realtà.
Trisha Baga trasforma lo spazio espositivo in uno scenario multimediale fatto di proiezioni 3D, oggetti e dipinti dove tutti questi elementi sono assemblati secondo una precisa sensibilità. I video vengono proiettati direttamente sulle pareti ma la proiezione viene disturbata dall’ombra di oggetti sparsi per terra, precarie sculture realizzate con tutto quello che l’artista trova a portata di mano come lattine di birra, scatole, scarpe da ginnastica, pacchetti di sigarette…, complesse installazioni dove ogni elemento, in relazione con gli altri, si carica di un forte potere evocativo.
Gli oggetti che compongono questa scenografia diventano ulteriori superfici per la proiezione ma allo stesso tempo con la loro ombra oscurano il movimento del video, così come anche lo spettatore che, mentre osserva, è parte dell’installazione.
Queste particolari composizioni unite alle immagini, alle luci e ai suoni che immergono completamente lo spazio, creano un’esperienza multisensoriale molto coinvolgente e disorientante. Il riferimento è alla cultura digitale, alla nostra esistenza sempre connessa, al vortice infinito di notizie e informazioni da cui veniamo continuamente travolti.
I film di Trisha Baga hanno una narrativa frammentata, immagini tratte da vecchi filmati si alternano a materiale originale e le connessioni tra spazio e tempo non sono immediate. Soggetti ricorrenti delle sue composizioni sono la cultura pop, eventi storici, eroi e miti moderni, uniti a momenti e figure della vita privata dell’artista, tutto presentato con toni fortemente umoristici - un collage apparentemente disarmonico ma dove ogni elemento ha però un ruolo e un significato preciso.
Baga ci invita ad entrare nel suo mondo scegliendo riferimenti malleabili, dai molteplici significati in grado di connettere mitologie e simboli collettivi alla nostra storia personale.
Trisha BAGA è nata nel 1985 a Venice, Florida. Vive e lavora a New York. Ha studiato presso The Cooper Union School of Art e al Bard College di New York.
Tra le sue recenti mostre personali: Zabludowicz Collection, London (2014); Gravity, Peep-Hole, Milano; Florida, Soci, Berlino, (2013); Holiday, Dundee Contemporary Arts, Dundee, Scozia; The Biggest Circle, Greene Naftali, New York; Plymouth Rock 2, Whitney Museum of American Art, New York; World Peace, Kunstverein Munich, Monaco; Rock, Vilma Gold; Londra (2012).
Inoltre ha partecipato anche a diverse mostre collettive tra cui: High Performance, curata da Bernhard Serexhe e Julia Stoschek, Julia Stoschek Collection at ZKM, Dusseldorf; That Singing Voice, curated by Matt Moravec, Galería Marta Cervera, Madrid; Abscess, Rectum, Septum, Cave, Puerto Rico, (2014); The Stand In (or A Glass of Milk), Public Fiction, Los Angeles; Frieze Sounds Program, London; Speculations on Anonymous Materials, Fridericianum, Kassel; Freak Out, Greene Naftali, New York; Trisha Baga & No Brow, curated by Katharina Simmer, Galerie Emanuel Layr, Wien; Meanwhile... Suddenly and Then, Lyon Biennale, 2013, Lyon, France; Hercules Radio, Frieze Sounds Program, New York, (2013); Paraphantoms, Temporary Gallery, Cologne; New Pictures of Common Objects, curated by Christopher Y. Lew, MoMA PS1, New York; Troubling Space, curated by Helga Just Christoffersen and Natasha Marie Llorens, Zabludowicz Collection, London, (2012).