Trasfigurazioni

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO ZERO11
Via Vittorio Veneto 514 Liceo artistico G. de Chirico, Torre Annunziata, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
15/05/2014

ore 18,30

Curatori
Franco Cipriano
Generi
arte contemporanea, collettiva

“Trasfigurazioni, visioni della scultura” è la mostra che indica come nell’immaginario plastico si manifesti un evento metamorfico della materia generato nelle forme che ne rilevano la permutabilità nelle figure del possibile.

Comunicato stampa

Angelo Casciello Anna Crescenzi Fiormario Cilvini Antonio Davide
Rosaria Iazzetta Angelo Maisto Enzo Palumbo Rosa Panaro
Eliana Petrizzi Renata Petti Giuseppe Pirozzi Felix Policastro

Lo “Spazio Zero11” del Liceo Artistico de Chirico di Torre Annunziata, continua il suo percorso attraverso il senso e le figure della Scultura nella contemporaneità.
Per il ciclo “Percorsi contemporanei”, a cura di Franco Cipriano, con la collaborazione di Raffaella Barbato, Luisa D’Auria e Carlo Mosca, con il coordinamento organizzativo di Felicio Izzo, “Trasfigurazioni, visioni della scultura” è la mostra che indica come nell’immaginario plastico si manifesti un evento metamorfico della materia generato nelle forme che ne rilevano la permutabilità nelle figure del possibile.
Operanti nelle molteplicità di linguaggio materico-spaziale della scultura, dodici artisti di diverse generazioni dell’area campana, sono stati chiamati ad una presenza di singolarità espressiva che risuonasse nella sua alterità nella pluralità ‘concettuale’ dell’esposizione.
Con opere di Angelo Casciello, Anna Crescenzi, Fiormario Cilvini, Antonio Davide, Rosaria Iazzetta, Angelo Maisto, Enzo Palumbo, Rosa Panaro, Eliana Petrizzi, Renata Petti, Giuseppe Pirozzi, Felix Policastro, l’esposizione compone un materiato percorso eteromorfico, dove le forme ‘rivelano’ le materie - il bronzo, il vetro, il gesso e il ferro, la pietra, il piombo, la lana, l’alluminio, le foglie, il legno, la cartapesta, la terracotta - in una topologia di risonanze e contrasti, di intese e di ibridazioni di senso. In un movimento dove ogni opera riflette l’eccedenza dell’altra, il gesto dell’arte, nel farsi fuori dai sistemi delimitanti delle storie artistiche, si apre come spazio di relazionalità delle differenze nel “pensiero materiato” che si espone come ‘opera riflessa’. Opera che ‘dicendo’ altro dice di se medesima.

Nel testo di presentazione Franco Cipriano scrive: «lo spazio inquieto che l’estensione materico-gestuale della scultura configura è luogo delle mutazioni del senso, attraversato dai riflessi e dagli echi delle tensioni dei linguaggi moderno-contemporanei dell’arte. Come un esplodente universo, la scultura lascia la sua Forma per ritrovarsi nel perdersi. Risorge nel frammento che ‘parla’ dell’avvenuta perdita e della nuova via che si apre per le opere. In una inesausta e ansiosa ricerca di altro legame tra “l’anima e le forme”, nella materia trasfigurata che è ‘potente’ nel suo farsi altro da sé, nell’immagine in cui la scultura ‘la rivela’. Nelle schegge del naufragio storico-sociale l’artista è ‘necessariamante’ intento a pensare le forme possibili del suo ‘critico’ manifestarsi, sapendo che nel suo destino è la via dell’impossibile ritorno e che di questo errare nelle opere egli invoca come “necessaria spiritualità” ancora una radice. Una memoria dimenticata alla quale anche la scultura fa segno, in ogni suo trasfigurare. Trasfigurarsi.»