Piero Manzoni Reenacted

Una quindicina di artisti ripropongono, tre opere-performance, offrendo a chi lo desidera il proprio Fiato d’artista, un Uovo con la propria impronta digitale da divorare e una firma che renderà il pubblico Scultura vivente.

Comunicato stampa

Piero Manzoni Reenacted

Delle storiche performance di Piero Manzoni ci rimangono oramai solo dei “reperti”: palloncini ormai sgonfi, fogli con un nome certificato, talvolta nemmeno quelli, come nel caso della consumazione delle uova. In concomitanza con la mostra a Palazzo Reale (fino al 2 giugno), una quindicina di artisti ripropongono, tre opere-performance, offrendo a chi lo desidera il proprio Fiato d’artista, un Uovo con la propria impronta digitale da divorare o una firma che renderà il pubblico Scultura vivente.

10.00-12.00 Fiato d’artista
12.00-14.30 Uova (Consumazione dell'arte, dinamica del pubblico, divorare l'arte)
14.30-17.30 Carte d’autenticità

Interverranno a riproporre le performance:

Dario Buccino
Andrea Francolino
Francesco De Molfetta
Luisa Elia
Paola Fonticoli
Cesare Galluzzo
Omar Hassan
Cecilie Hjelvik Andersen
Elena Modorati
Guido Pautasso
David Reimondo
Fabio Roncato
Alessandro Traina
Miriam Secco

In collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni

Fiato d'artista, 1960
Un palloncino in gomma gonfiato da Manzoni, veniva poi chiuso, sigillato e posto su di una base in legno, dove una targhetta citava: "Piero Manzoni. Fiato d'artista".

Un cronista dell'epoca, in un intervista all'artista, scrive, riferendosi ai Corpi d'aria, appena precedenti: " (...) A richiesta il pallone era gonfiato direttamente dall'artista, con un supplemento di prezzo: il fiato di Piero Manzoni era valutato 200 lire al litro e il pallone, nella sua massima espansione, conteneva circa 300 litri. In quest'ultimo caso il compratore pretendeva di solito che l'operazione di gonfiamento avvenisse in sua presenza, per garantirsi anche della genuinità del contenuto".

Uova (Consumazione dell'arte, dinamica del pubblico, divorare l'arte), 1960
L'ultima mostra alla Galleria Azimut, non è in realtà una mostra: Manzoni distribuisce al pubblico uova sode da mangiare, sulle quali ha prima apposto la sua impronta digitale.

"Nel corso di due manifestazioni (Copenaghen e Milano) ho consacrato all'arte imponendovi la mia impronta digitale, delle uova sode: il pubblico ha potuto prendere contatto direttamente con queste opere inghiottendo un'intera esposizione in 70 minuti".

Carte d'autenticità, 1961-1962
Dopo il Fiato d'artista, le impronte digitale sulle uova e non, tutto il corpo diventa opera d'arte. Dal 61 infatti Manzoni firma le persone e rilascia, a garanzia e memoria del gesto, una Charte d'authenticité, datata e firmata con inoltre un apposito bollino, che a seconda del colore indica se la persona firmata è opera d'arte sempre, solo in certi atteggiamenti o solo in una parte del corpo.

"(...) nel '61 ho cominciato a firmare "per esporle" persone. A queste mie opere, do una "carta d'autenticità".