Michi Cima – Il telaio diverso
In mostra i “rettangoli”, autentiche opere aniconiche sotto l’aspetto di trame di filati eseguite a telaio (uno straordinario strumento d’epoca che contribuisce a far riverberare d’ulteriore interesse il risultato)
Comunicato stampa
Micaela Cima Pestalozza, per tutti Michi, durante la sua vita operosa ha saputo, tra le altre cose, indirizzare la propria passione per la nobile pratica della tessitura – cominciò giovanissima, nel 1950, su un antico telaio – verso la realizzazione di creazioni singolari, personalissime. Dapprima si trattava di manufatti legati all’arredamento (tende, tappeti), di accessori d’abbigliamento (le borse, le famose bellissime sciarpe), di stoffe per abiti. Poi però un’inventiva inesauribile ha spogliato alcuni degli oggetti usciti dalle sue mani da ogni finalità d’uso, tramutandoli in lavori autonomi, artistici a tutti gli effetti, dalle pure connotazioni espressivo-formali. Sono nati così i “rettangoli”, autentiche opere aniconiche sotto l’aspetto di trame di filati eseguite a telaio (uno straordinario strumento d’epoca che contribuisce a far riverberare d’ulteriore interesse il risultato); in lana, cotone, seta, con l’inserimento di frammenti di carta, plastiche, stagnole, lamine in metallo.
La finezza del carattere e della persona di Michi Cima si rispecchia in queste “tarsie tessili”, che a livello compositivo aderiscono a un lessico di matrice astratto-informale, ma in realtà sono del tutto individuali nel tono, nel sapore, nella varietà e libertà geometrica e cromatica.
La mostra è arricchita dall’esposizione di cinque piccoli preziosi dipinti inediti, risalenti agli anni Quaranta-Sessanta, di Mario Ballocco (1913-2008), grande pittore milanese, pionieristico e rigoroso, che, amico di Luigi Pestalozza, lo fu anche di Michi, e talora forse suo riferimento nell’utilizzo del colore.
Paolo Bolpagni