Art (R)evolution
A cosa serve l’arte? Dopo oltre un secolo di sperimentazioni e di avanguardie, molti la considerano un capriccio soggettivo, un’astrusa pratica di libertà espressiva individuale, priva di una funzione nella società contemporanea.
Comunicato stampa
ART (R)EVOLUTION
a cura di Luca Tomìo
opere di Fabrizio Braghieri, Alessandro Cannistrà, Serena Clessi, Nicola De Maria,
Angelo Formica, Claus Larsen, Emiliano Maggi, Seboo Migone, Luigi Ontani, Luigi Puxeddu, Pietro Ruffo,
Alessandro Scarabello, Daria Paladino e Laura Cionci, Luana Perilli
A cosa serve l'arte? Dopo oltre un secolo di sperimentazioni e di avanguardie, molti la considerano un capriccio soggettivo, un'astrusa pratica di libertà espressiva individuale, priva di una funzione nella società contemporanea.
In realtà, fin dalle sue origini, l'arte ha esercitato un'importante funzione: quella di quasi sostituire la realtà, simulandola, e quindi permettendo la trasmissione delle informazioni per via culturale e non solo per via genetica, articolando così il processo evolutivo della nostra specie. Riappropriandosi di questa funzione, insieme a scienza, filosofia e politica, l'arte è destinata a configurare gli scenari più adatti alla sopravvivenza della nostra specie.
"L'arte contemporanea non esiste, o meglio, per dirla con Gino De Dominicis, tutta l'arte è contemporanea. Il minimalismo è stato inventato da Giotto nella Cappella degli Scrovegni e la body art comparve nelle giungle del Congo 100.000 anni fa...
Il XX secolo ci ha lasciato in eredità una sorta di infatuazione per la contemporaneità e portare la cosiddetta arte contemporanea nei Musei di Scienze della Terra della Sapienza significa ristabilire le reali coordinate spazio-temporali del nostro agire innanzitutto come esseri umani. Come molti sono stati portati a pensare dopo un secolo di avanguardie, l'arte non è un capriccio astruso e soggettivo. La scoperta dei neuroni specchio ci ha permesso di comprendere quel meccanismo emulativo dell'arte la cui funzione biologica risulta così importante ai fini dell'evoluzione della nostra specie.
Dal punto di vista evoluzionistico gli esseri umani, come molti animali, infatti hanno vinto. Hanno occupato tutte le nicchie ecologiche del pianeta e i più fortunati di noi si sono quasi affrancanti dalla brutalità della selezione naturale. Ma non tutti. La nostra specie è pronta ad affrontare i viaggi interplanetari... arte, scienza, politica e filosofia dovranno formulare gli scenari del futuro più adatti alla sopravvivenza della nostra specie... ma ricordiamoci che la premessa a tutto questo dovrà essere che davvero tutta l'umanità sia sottratta alla selezione naturale. Questo è il fine ultimo, che nemmeno un solo bambino possa più essere a rischio di vita, di malnutrizione o di povertà. Solo così potremo affrontare la costruzione di nuovi mondi, su altri mondi. Anche solo alzando lo sguardo verso il cielo stellato abbiamo la possibilità di aprirci alla vera dimensione spazio-temporale in cui siamo calati come esseri umani. Quel tempo profondo, il deep time della storia del nostro pianeta e dell'Evoluzione, che è il vero metro per orientare la nostra vita in quell'oceano cosmico al cui cospetto siamo al contempo tanto piccoli come esseri naturali e tanto grandi come esseri dotati di coscienza" Luca Tomìo (estratto dalla Prefazione in catalogo).