Le tombe a camera dell’età del bronzo in Italia centrale
Una relazione sulle tombe a camera dell’età del bronzo dell’Italia centrale, dedicata ad Angelo Bartoli, fondatore e direttore del Centro di Archeologia Sperimentale Antiquitates di Blera (Viterbo), recentemente scomparso.
Comunicato stampa
Il Soprintendente del Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” e del Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, Francesco di Gennaro, presenterà una relazione sulle tombe a camera dell’età del bronzo dell’Italia centrale, dedicata ad Angelo Bartoli, fondatore e direttore del Centro di Archeologia Sperimentale Antiquitates di Blera (Viterbo), recentemente scomparso.
Nel pieno del territorio che in epoca storica sarà degli Etruschi, più di mille anni prima della “reinvenzione” delle tombe a camera, per un certo periodo di tempo alcuni defunti sono stati inumati in piccole tombe a camera quadrangolari.
La maggiore concentrazione di testimonianze di camerette funerarie dell’età del bronzo riguarda la zona di Blera e di San Giuliano, la stessa in cui ha fondato e esercitato la sua attività Angelo Bartoli, al cui ricordo questa giornata è dedicata; altre attestazioni nel bacino del fiume Fiora fanno pensare che il fenomeno sia stato più diffuso, pur se finora scarsamente e irregolarmente documentato.
Con un linguaggio e con immagini accessibili anche ai non addetti ai lavori si ripercorrerà la storia della scoperta moderna di queste manifestazioni funerarie, ben distinte dalle tombe a forno dell’età del rame, e se ne illustreranno le caratteristiche peculiari.
Finora nessuna di queste tombe a camera dell’età del bronzo è stata ritrovata intatta, per cui l’analisi archeologica si basa sui confronti e sulla valutazione dei rapporti topografici con gli abitati del sistema insediativi protostorico dell’Italia centrale tirrenica.