Gerardo Bisogni – Nemus
La pittura segnica di Bisogni si presenta come una magica fusione tra, da una parte, gli alfabeti immaginari di un Capogrossi o un Licata e i collage di ispirazione infantile di un Novelli e, dall’altra, lo stile pittorico della millenaria tradizione calligrafica orientale; il tutto catalizzato da una tecnica di taglio e riassemblaggio che conferisce alle opere un sapore leggermente instabile e passibile di continua trasformazione.
Comunicato stampa
Nemus
La pittura segnica di Bisogni si presenta come una magica fusione tra, da una parte, gli alfabeti immaginari di un Capogrossi o un Licata e i collage di ispirazione infantile di un Novelli e, dall'altra, lo stile pittorico della millenaria tradizione calligrafica orientale; il tutto catalizzato da una tecnica di taglio e riassemblaggio che conferisce alle opere un sapore leggermente instabile e passibile di continua trasformazione.
La sua ricerca si muove nel mondo della psiche, principalmente nel recupero di un mondo di sensazioni, emozioni e pulsioni ancestrali che si dibattevano selvaggi nel mondo antico, quando il Nemus, il Bosco Sacro, era il luogo per antonomasia dove trovare un dialogo con l'oltre, con la divinità, con la parte più intima del proprio essere uomini.
È come se in uno stato di trance l'artista si lasciasse portare da una scrittura automatica, traducendo in segni il misterioso dialogo con l'anima immortale che custodiamo in noi, con quello spirito che rimane puro dalle contaminazioni delle società e dalle loro svianti sovrastrutture.
Bisogni pertanto si presenta come un antropologo che cerca di imitare le tecniche di un sacerdote africano durante i riti di iniziazione, forse il mondo attuale più vicino a quell'immaginario latino e poi celtico cui il titolo della mostra fa riferimento. Sacerdoti del mondo greco e romano che si trovavano a calebrare riti di propiziazione in radure al centro dei boschi. Druidi che dialogavano con l'oltre in luoghi sacri in comunione diretta con la natura. Ragazzi che venivano mandati nel bosco ad affrontare le loro paure per poter diventare uomini.
Essere uomo significa avere un dialogo equilibrato con il proprio sé. Così, dopo la scrittura automatica, Bisogni entra in rapporto con il materiale prodotto e lo scompone e ricompone secondo il suo sentire, trovando un ordine e un senso, comunque e sempre transitori, nel tutto.
Alessandro Baito