Massimo Quarta – Psicofarboci
Certamente i Farbo.Nauti di Massimo Quarta derivano dalla visione del cinema SF, genere che ha distribuito idee e suggestioni a molta arte dei nostri tempi. Pensati come personaggi di una saga, i nuovi Farbo.
Comunicato stampa
Certamente i Farbo.Nauti di Massimo Quarta derivano dalla visione del cinema SF, genere che ha distribuito idee e suggestioni a molta arte dei nostri tempi. Pensati come personaggi di una saga, i nuovi Farbo.Nauti sono infatti il seguito dei Farbonauti presentati qualche stagione fa […]. Neppure troppo lontani dai manichini di Jake & Dinos Chapman, non sono però così evidentemente malati o contaminati: insomma, anche se il loro aspetto fisico non è così gradevole, neppure si può dire che siano così cattivi e inquietanti. Su di loro Quarta non dà nessun giudizio, lascia a noi la possibilità di decidere se sarà possibile averci a che fare e in che modo. Massimo Quarta ha preparato una vera e propria serie di episodi sulla vita dei Farbo.Nauti. in un primo tempo li vediamo a casa loro, in qualche costellazione lontana, che svolazzano tranquilli: qui la pittura è molto pop e grafica, persino tranquillizzante (mi ricordano la cromia dei mondi fantastici di Enrico De Paris). Successivamente i Farbo.Nauti preparano l’attacco via cielo alla terra e allora, alzando le nostre teste, vedremo questo strano esercito colorato munito di strani bastoni da rabdomante e torce luminose che stanno per arrivare, a ancora non sappiamo come dovremo comportarci. Luca Beatrice
Massimo Quarta interroga il presente sullo schermo deformato del fantastico, trasferendo l’esperienza sensibile in un universo di pura invenzione, popolato da umanoidi privi di fisionomia. Il Farbomondo di Massimo Quarta è un meta-luogo, attraversato da forme ellittiche e circolari, da anelli orbitanti e portali ultradimensionali che disegnano psichedeliche texture cromatiche. Tutti gli abitanti di questa dimensione immaginifica, i farbonauti e le loro controparti femminili (le farboline), sono connotati dalla presenza, al centro del volto, di una grande cavità orale, una specie d’incavo labiale o di connettore organico che potrebbe servire per caricare o scaricare ogni genere d’informazione, ma che è evidentemente anche una potente metafora sessuale. Massimo Quarta è forse, tra quelli qui presentati, l’artista più schiettamente chimerico, impegnato com’è nella definizione di un’utopica dimensione parallela, un luogo morbido e accogliente, che egli definisce “non contaminato da immagini mediatiche” e dove, infine, le meraviglie del possibile diventano tangibili eventualità. Ivan Quaroni
Da tempo Massimo Quarta frequenta mondi extraterrestri, anzi ormai i suoi alieni, i Farbo.Nauti, sono del tutto inseriti e naturalizzati tra gli umani: come noi vivono, abitano il pianeta, si vestono, hanno corpi simili ai nostri, le nostre abitudini, frequentano i nostri luoghi [...]. Si fondono, nell'originalissima figurazione di Quarta e in una pittura di grande qualità, alcuni dei temi più sentiti del nostro tempo: il tema della post-catastrofe, delle identità mutanti, della natura transgenica, dell'ecologia planetaria, dell'invasione degli alieni (o stranieri o extracomunitari)... Il tutto in immagini di grande effetto provocatorio e insieme divertenti, nate da percorsi labirintici della mente, da flussi incontrollati del pensiero. Immagini costruite secondo la logica dell'accumulo e dell'eclettismo, talvolta glamour e patinate, talaltra fumettistiche e pop, affini senza complessi a quelle cinematografiche, televisive, pubblicitarie. Quarta appartiene a quella genìa di artisti che da sempre hanno sognato di rappresentare l'insolito, di dar corpo alla fantasia, di oltrepassare i confini della realtà e viaggiare verso l'altrove. Solo che oggi il termine fantastico si è sostituito con fantascientifico: i mondi lontani sono sempre più vicini, anzi i Farbo.Nauti sono tra noi. Marina Pizzarelli