Enchanted: the poetics of wonder
Una mostra collettiva che indaga le narrazioni dal punto di vista del contenuto e della forma, ponendo attenzione sul modo in cui la struttura plasma il significato (Propp), sul rapporto tra stimolo e interazione simbolica, e soprattutto sulla capacità dell’arte di ri-organizzare i fili di una storia potenziale e mutare le condizioni per cui le immagini sono vissute come portatrici di significati alternativi.
Comunicato stampa
Enchanted: The Poetics of Wonder
Jean-Baptiste Bernadet, Thomas Braida, Ulla von Brandenburg, Daniel Gustav Cramer, Anna Franceschini
A cura di Ilaria Gianni
Enchant and wonder – incanto e meraviglia: due parole troppo spesso associate con l'innocenza e l'infanzia, in realtà da sempre portatrici di saggezza e cultura. L'atto della narrazione e le strutture significanti di miti, leggende, fiabe, racconti folclorici rivestono un ruolo molto profondo nella sfera sociale. Queste storie hanno sempre avuto il potere di trasmettere qualche verità universale sulla natura e il comportamento umano e di tramandare la saggezza di generazione in generazione.
Tutto nasce dalla propensione dell'uomo verso la creazione di trame fantastiche, verso il regno della meraviglia, il racconto magico o il mito: in poche parole, nei riguardi di tutti quei territori che sembrano evanescenti ma si dimostrano più potenti della realtà.
Enchanted: the poetics of wonder è una mostra collettiva che indaga le narrazioni dal punto di vista del contenuto e della forma, ponendo attenzione sul modo in cui la struttura plasma il significato (Propp), sul rapporto tra stimolo e interazione simbolica, e soprattutto sulla capacità dell'arte di ri-organizzare i fili di una storia potenziale e mutare le condizioni per cui le immagini sono vissute come portatrici di significati alternativi.
Nonsotante l'atteggiamento materialistico dominante abbia ridotto le potenzialità inerenti alla magia, all'invenzione e all'immaginazione, queste sfere nel corso dei secoli hanno fatto da ricettacolo a un messaggio etico, morale, politico e sociale. Il sognatore poetico (e politico) è sempre stato un narratore poco rispettato e forse oggi, in un momento in cui i codici di comportamento vengono sottilmente imposti, il diktat del quotidiano ingabbia il regno del meraviglioso e i parametri etici sono messi in discussione, è venuto il tempo di svelare strutture alternative e modi inediti di percepire il mondo.
Nell'affascinante ed enigmatico scenario della nuova sede di Furini Contemporary, la chiesa sconsacrata della Madonna del Duomo Vecchio nel centro di Arezzo, i lavori di Jean-Baptiste Bernadet, Thomas Braida, Ulla von Brandenburg, Daniel Gustav Cramer, Anna Franceschini portano lo spettatore in territori inesplorati che attendono di essere visitati.
Interagendo con lo spazio, i diversi lavori aprono modi alternativi e sottili di percepire la storia, i dettagli del mondo, le inclinazioni comportamentali e i ruoli sociali, svelando racconti che non sono ancora stati scritti, che cambiano di significato ogni volta che vengono trasmessi e sperimentati, e sono in grado di rimandare lo spettatore alla memoria di un immaginario e a una nuova interpretazione della sfera contemporanea.
In Jean-Baptiste Bernadet la percezione è libera e i lavori suggeriscono narrazioni senza imporre una trama. I suoi quadri offrono l'occasione di indugiare e girovagare in paesaggi visionari che possono essere collocati in qualsiasi dimensione, trasformandosi in uno spazio di scoperta che è possibile sperimentare da diverse prospettive.
I quadri di Thomas Braida, invece, ci dicono di più di quello che viene rappresentato, e si fanno specchio della sfera oscura che, per le esigenze sociali, l'umanità si trova a dover domare. Figure tra il mostruoso e il mitologico raccontano necessità primordiali e denunciano segrete fantasie, coinvolgendo lo spettatore in un percorso introspettivo di ricerca.
Le narrazioni ambigue e a volte oscure di Ulla von Brandeburg imbastiscono trame oniriche popolate da presenze bizzarre che affondano le radici nella storia. Un'iconografia riconducibile al carnevale, al circo, al teatro, porta lo spettatore a confrontarsi con lo spazio dell'illusione.
Daniel Gustav Cramer fa nascere una nuova dimensione poetica che, attraverso le parole e le immagini, cattura l'essenza astratta della narrazione, preparando la scena allo svolgersi di una rappresentazione nuova, e alla relativa interpretazione. Nuove forze e ricordi atavici interagiscono in scene spiazzanti e tuttavia familiari.
Giocando imparzialmente con la costruzione di nuovi significati, l'immaginario di Anna Franceschini rende possibile una nuova visione del mondo, affinando il nostro sguardo. Una volta registrati sulla pellicola, oggetti dall'apparenza ordinaria sono caricati di narrazioni impreviste, e al tempo stesso conducono le loro autentiche e dormienti esistenze parallele.
Ora lasciate che l'incantesimo abbia inizio e abbandonatevi senza esitazioni alla poetica della meraviglia.
Enchanted: The Poetics of Wonder
Jean-Baptiste Bernadet, Thomas Braida, Ulla von Brandenburg, Daniel Gustav Cramer, Anna Franceschini
Curated by Ilaria Gianni
Enchant and wonder: two words too often associated with naiveté and childhood, which actually have been the bearers of wisdom and culture. The act of storytelling and the structures of signification of myths, legends, fables, folktales go deep into the social sphere. These short stories have always had the power to convey some universal truth about human nature and behaviour and to pass down wisdom from generations to generations.
The story begins from mankind’s drive towards the creation of narratives, towards the realms of wonder, the enchanted tale or the myth: in one concept, towards all those territories that seem ingenuous but prove themselves more powerful than reality.
Enchanted: the poetics of wonder, investigates tales in their content and structural form: how composition informs meaning (Propp), the relationship between stimuli and symbolic interaction, and especially how art has the ability to re-arrange the lines of a potential story and re-engage the conditions by which images are experienced conveying alternative meanings.
Although the temporal predominant attitude has restricted the potential inherent the magical, the invented and the imagined, these spheres have been the receptacle of ethical, moral, political and social message throughout the centuries. The poetical (political) dreamer has been a mistreated narrator and perhaps today, in a moment in which codes of behaviour are subtly imposed, the diktat of the everyday traps the realm of the marvellous and the lines of ethics are being questioned, it is time for alternative compositions and new ways of perceiving the world to be unveiled.
In the fascinating and enigmatic setting of Furini Contemporary’s new venue, a deconsecrated church of the Madonna del Duomo Vecchio in the centre of Arezzo, works by Jean-Baptiste Bernadet, Thomas Braida, Ulla von Brandenburg, Daniel Gustav Cramer, Anna Franceschini lead the spectator into unexplored territories waiting to be wandered.
Interacting with the space, the different works open the premise to alternative and subtle ways of perceiving history, the world's details, behavioural inclinations and social positions disclosing tales which still haven't been written, that shift in their meanings each time they are unveiled and experienced, and which are capable of re-positioning the spectator in the recollection of an imagery and in a new understanding of the contemporary sphere.
In Jean-Baptiste Bernadet perception is free and works disclose tales without imposing a composition. His paintings offer the chance to hestitate and meander in visionary landscapes that can be set in any dimension, becoming a space for discovery, one which can be experienced through diverse inclinations.
On the other hand Thomas Braida’s paintings tell much more that what is figured, and become a mirror of the obscure sphere that society had imposed mankind to tame. Figures between the monstrous and the mythical recount primordial necessities and denounce secret fantasies, empowering the spectator in the an introspective quest.
Ulla von Brandeburg’s ambiguous and at times obscure narratives, trace oneiric fictions populated by outlandish presences rooted on historical grounds. An iconography belonging to the carnival, the circus, the theater, leads the viewer to confront the space of illusion. Daniel Gustav Cramer gives birth to a new poetic dimension capturing through words or images, the abstract essence of storytelling, setting the scene for a new representation, and consequent interpretation to occur. New forces and remote memories interact in unsettling yet familiar scenes.
Evenly playing with the construction of new significations, Anna Franceschini’s imagery discloses a new image of the world, refining our eye. Apparently ordinary objects recorded on film are charged with unexpected narratives while performing their authentic and dormant parallel existences.
Please let the enchantemt begin and don’t refrain from being overwhelemed by the poetics of wonder.