Egidio Scardamaglia
La luce del Mediterraneo, la ricchezza della vegatazione, la generosità dei colori, la forza vitale di una terra prorompente e al tempo stesso in sé raccolta e carica dello sforzo e della fatica dell’uomo, hanno certamente contribuito alla formazione artistica di Egidio.
Comunicato stampa
La Pittura di Egidio Scardamaglia
di Michele Giancotti
La luce del Mediterraneo, la ricchezza della vegatazione, la generosità dei colori, la forza vitale di una terra prorompente e al tempo stesso in sé raccolta e carica dello sforzo e della fatica dell’uomo, hanno certamente contribuito alla formazione artistica di Egidio. Ciò che da subito colpisce nelle sue opere è il senso naturale di una fecondità dell’immagine che si apre ad una plurivocità di senso. Un’immagine cioè che nella lettura della sua opera riesce a far distanziare le coordinate razionali dell’interpretazione senza allontanarle e, dunque, integrando in modo eccellente quest’ultime a quelle più pronfondamente vissute sui diversi piani dello psichico. Vale a dire che l’artista riesce a trascendere la fredda necessità della tecnica ed è capace di suscitare nell’osservatore quell’emozionalità globale che pur rimandandolo ai temi pregnanti della memoria e della storia individuale e collettiva lo ancora fermamente al presente vissuto e al reale.
Le sue figure, i paesaggi, le nature morte, i piccoli oggetti della quotidianità raffigurati sia nel linguaggio grafico della mirabile serie di puntesecche, acqueforti e mezzetinte sia in quello pittorico dove la stesura sciolta del colore esalta e ammorbidisce il rigoroso senso dell’armonia formale della composizione, non cedono mai alla pur facile tentazione retorica della piacevolezza per piacevolezza. Relazionano invece il senso del bello con quello della contraddittorietà e inquietitudine che connota l’esistenza anche quando è poeticamente intesa. Così come l’arte esige. E in questo rapporto continuamente agito tra immagine e realtà, tra competenza tecnica e scarto creativo, tra pienezza di emozioni e capacità della loro giusta espressione formale, la luce è l’elemento catalizzatore, quello che gioca il ruolo più importante. In un continuo bilanciamento e armonizzazione della luce con la campitura dei colori, Egidio riesce a dare alle sue opere un’intonazione calda e pacata, una giusta concatenazione delle forme-figure-personaggi-nature morte-, un chiaramente percettibile eppure sfumato rapporto tra pieno e vuoto che rendono perfettamente l’idea dello spessore emotivo e della coscienza della realtà. Nelle sue immagini si interiorizza il mondo esterno e viene esteriorizzato quello interno. E di più non si può chiedere ad un artista, ed è questo che ci regala Egidio, e ancora è in questo che bisogna cercare le ragioni del suo operare, così come quello del successo di critica e pubblico che fin dagli inizi lo accompagna.