Pig Iron
Il fotografo Giulio Di Meo, terrà una serata sulla fotografia sociale con la presentazione del libro“Pig Iron”.
Comunicato stampa
Venerdì 23 maggio presso l’Auditorium Giovanni Paolo II, a Piove di Sacco, il fotografo Giulio Di Meo, terrà una serata sulla fotografia sociale con la presentazione del libro“Pig Iron”. Una pubblicazione sulle gravi ingiustizie sociali e ambientali commesse dalla multinazionale Vale negli stati brasiliani del Pará e del Maranhão, tra i più poveri del paese. Un libro che racconta la quotidianità delle persone che vivono lungo la ferrovia del Carajas e dei loro disagi nell’abitare una regione dove corrono 100 milioni di tonnellate di ferro ogni giorno. Non solo rifiuti e detriti, ma anche aria avvelenata, terreni intossicati ed esausti, pozzi d’acqua prosciugati, caos sociale. Attraverso le fotografie di Di Meo e i testi di Dario Bossi, missionario comboniano impegnato da anni per supportare le comunità locali, il libro documenta queste ingiustizie attraverso la resistenza e la speranza delle comunità. Il progetto editoriale oltre a raccontare la storia di queste persone, vuole essere strumento per contribuire a combattere queste ingiustizie e mezzo di informazione, e sensibilizzazione per il coinvolgimento in azioni concrete e solidali. Pig Iron è stato pubblicato a febbraio 2013; in pochi mesi ne sono state vendute oltre 800 copie, consentendo di donare già 4.000 euro a un progetto teatrale portato avanti dalla compagnia teatrale “Juventudes pela Paz”, formata da un gruppo di giovani della città di Açailândia, nel nordest del Brasile. Questo risultato è stato possibile grazie al contributo di tanti, anche perché Pig Iron è un libro autoprodotto ed è venduto solo in alcune librerie indipendenti e attraverso incontri e serate di presentazione.
Durante la serata Di Meo parlerà del suo modo di intendere il reportage attraverso una fotografia contraria alla spettacolarizzazione delle immagini, che ci ha assuefatto al dolore e alla miseria e che ha omologato le coscienze. Una fotografia che cerca di raccontare la quotidianità, la voglia di vivere e la forza di lottare che possiedono coloro che vivono in contesti sociali difficili. Una fotografia che cerca di risvegliare la nostra indignazione e, al tempo stesso, restituire dignità a chi vive ai margini di questa stessa società. Una fotografia fatta di lotta, rabbia, indignazione ma anche di amore, passione, speranza. Inoltre, l’autore mostrerà alcuni dei sui lavori: da “Riflessi Cubani”, uno spaccato della vita cubana, a “Tra cielo e terra”, sugli abitanti delle favelas brasiliane di Rio de Janeiro; da “Avenida Dandara”, un’occupazione urbana nella periferia di Belo Horizonte, dove vivono 900 famiglie che rischiano di essere sfrattate a causa della speculazione immobiliare, a “Slowly”, un lavoro sul popolo saharawi costretto a vivere in campi profughi da 30 anni.
Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili. (cit. Bertold Brecht)