14. Mostra Internazionale di Architettura – Albania
La Repubblica dell’Albania partecipa alla 14. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, con il Padiglione Potential Monuments of Unrealised Futures dove vengono presentati i lavori di due artisti albanesi.
Comunicato stampa
La Repubblica dell’Albania partecipa alla 14. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, con il Padiglione Potential Monuments of Unrealised Futures dove vengono presentati i lavori di due artisti albanesi: la serie di quadri “Penthouse“di Edi Hila, e il video e l’installazione “The Column“ di Adrian Paci. Il Padiglione, a cura di Beyond Entropy Europe (Jonida Turani e Stefano Rabolli Pansera), è commissionato dal Ministero della Cultura della Repubblica dell’Albania ed è stato realizzato con il contributo del Ministero della Cultura, il Consiglio dei Ministri dell’Albania e il generoso supporto degli artisti in mostra, delle loro gallerie, di collezionisti e fondazioni private. Attraverso la ricerca artistica di Edi Hila e di Adrian Paci e in linea con il tema di “Fundamentals - Absorbing modernity: 1914-2014”, Potential Monuments of Unrealised Futures rivela un nuovo modo di leggere i percorsi interrotti della modernità in Albania. Il Padiglione esplora come l’architettura sia stata assorbita grazie ad una riflessione sulle dinamiche socio-culturali della modernità insita nel lavoro dei due artisti. I futuri non realizzati sono le promesse della modernità, parzialmente realizzate, ma mai completate. Gli artisti invitati intrecciano riferimenti reali e costruiti, passato e presente, storie fittizie e letture formali della città al di là del lessico tradizionale della rappresentazione architettonica. Concentrando lo sguardo sugli spazi residui, sui processi di costruzione e sugli elementi incompiuti, essi cambiano il punto di vista architettonico tradizionale. Nei piani frammentati e non conclusi, si trovano le condizioni di una nuova spazialità basata sul concetto di potenzialità inteso come valore da preservare e non solo come una fase propedeutica all’attualizzazione.
Mantenere la potenzialità suggerisce nuove prospettive di azione politica e di prassi architettonica.
Con la serie “Penthouse”, Edi Hila inventa una forma di appropriazione dello spazio, focalizzando il proprio sguardo sulle architetture incompiute diffuse nel contesto peri-urbano. Le architetture domestiche sparse nel paesaggio vengono innalzate su plinti e diventano architetture immaginarie cariche di elementi monumentali, come archi, frontoni e lesene. “Penthouse” rivela nuovi modelli concettuali per trasformare le tracce della modernità come possibili luoghi per una nuova monumentalità. L’opera “The Column” di Adrian Paci si articola in due elementi: la proiezione del video e la colonna che giace orizzontale all’esterno dello spazio espositivo. Il video mostra la trasformazione di un blocco di marmo in una colonna corinzia a bordo di una nave-officina nell’oceano. La colonna, un elemento architettonico universale, emerge attraverso il lavoro di un gruppo di operai i quali, coperti dalla polvere, diventano un’estensione della scultura. Una volta completata, la colonna, avulsa dal contesto architettonico, non viene eretta ma rimane orizzontale, in uno stato di in-potenza, di perenne tensione e potenzialità. Attraverso il concetto di potenzialità, la mostra Potential Monuments of Unrealised Futures suggerisce nuove strategie per pensare il territorio e la città contemporanea albanese. L’Albania ha affrontato una fase di urbanizzazione tumultuosa con l’aumento della migrazione dalle campagne alle città iniziata nei primi anni ‘90, dopo il crollo del regime totalitario. La capitale, Tirana, è il paradigma di una condizione territoriale ricorrente nell’intero paese, che si trova in bilico fra il mondo ‘in via di sviluppo/transitorio‘ e il mondo ‘sviluppato/ statico’. Inizialmente il ricorso all’architettura tradizionale, adottata per definire un’identità nazionale, poi l’imposizione dei piani urbani del realismo sovietico e infine l’ondata speculativa contemporanea hanno prodotto un insieme caotico in cui l’entropia esiste non solo verso la campagna, come in molte altre zone in Europa, ma soprattutto all’interno delle città. Edi Hila è nato a Scutari, in Albania nel 1944. Ha partecipato a numerose mostre internazionali tra cui la Biennale di Venezia (1999), “After the Wall” al Moderna Museet di Stoccolma (1999), l’Hamburger Bahnhof di Berlino e il Museo Ludvig di Budapest (2000), “Blood and Honey - Future’s in the Balkans“presso il Museo Essl di Vienna (2003) e la Biennale di Liverpool (2010). Le sue opere fanno parte della collezione del Centre Pompidou, Ville de Paris, René Block e della Galleria Nazionale d’Arte di Tirana. Adrian Paci è nato a Scutari, in Albania nel 1969. Ha partecipato a numerose mostre internazionali. Fra le mostre personali si annoverano: “Adrian Paci” PS1, MOMA, New York (2005), “Motion Picture(s)”, Kunsthaus Zurich (2010), e “Lives in transit”, Jeu de Paume, Paris (2013) e MAC, Musée d’art contemporain de Montréal, Montréal (2014). Fra le collettive: Biennale di Venezia (2005), “Street and studio in urban history of photography,” Tate Modern, Londra (2008), “Unfinished Journeys”, The National Museum of Arts, Oslo (2012) “Neighbours”, Istanbul Museum of Modern Art, Istanbul (2014).
Beyond Entropy è un’agenzia di ricerca di architettura, urbanistica e di analisi culturale che utilizza il concetto di energia come strumento per concepire nuove forme di architettura al di là della retorica della sostenibilità, e opera a livello globale in tre territori: Africa, Mediterraneo e Europa.