Tempo Imperfetto #2 – Giulia Palombino

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO ARCHEOLOGICO PROVINCIALE
Via San Benedetto 28 (84122), Salerno, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 09.00 alle 19.30, lunedì escluso

Vernissage
11/06/2014

ore 17,30

Contatti
Email: museibiblioteche@provincia.salerno.it
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Giulia Palombino
Curatori
Antonello Tolve, Stefania Zuliani
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale Fuliggine nell’ambito del ciclo Tempo Imperfetto. Con un’espressione linguistica fitta di ingredienti fantastici che si accostano dolcemente alla collezione del Museo Archeologico Provinciale di Salerno, Giulia Palombino propone un percorso che si appropria artisticamente del lavoro di scavo per dar vita ad un fantomatico «ritrovamento di singolari reperti archeologici: tracce sottili di grafite in movimento, segni che delineano i contorni di persone e oggetti che scompaiono e ritornano».

Comunicato stampa

TEMPO IMPERFETTO
Sguardi presenti sul Museo Archeologico Provinciale di Salerno
a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani

Giulia Palombino
FULIGGINE
Museo Archeologico Provinciale di Salerno
11 giugno / 11 luglio 2014

opening / mercoledì 11 giugno 2014, ore 17.30-19.30

La Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi d'Arte Contemporanea, in collaborazione con la Provincia di Salerno e con il Comune di Salerno, soci fondatori della Fondazione, è lieta di annunciare il progetto FULIGGINE di Giulia Palombino, seconda mostra del ciclo Tempo Imperfetto a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani. L’esposizione, che verrà inaugurata negli spazi del Museo Archeologico Provinciale di Salerno (in via San Benedetto, 28) mercoledì 11 giugno alle ore 17.30, sarà visitabile dal 12 giugno all'11 luglio 2014 (tutti i giorni dalle 09.00 alle 19.30, lunedì escluso).

Con un'espressione linguistica fitta di ingredienti fantastici che si accostano dolcemente alla collezione del Museo Archeologico Provinciale di Salerno, Giulia Palombino propone un percorso che si appropria artisticamente del lavoro di scavo per dar vita ad un fantomatico «ritrovamento di singolari reperti archeologici: tracce sottili di grafite in movimento, segni che delineano i contorni di persone e oggetti che scompaiono e ritornano».
Accanto ad un testo significativo che fa da viatico felice a questa sua narrazione dedicata appunto ad una sorta di archeologia dell'impossibile (Volterri) che invita lo spettatore in un mondo perturbante (inquieto, insolito, inaudito) e surreale, Palombino presenta due nuove video-animazioni – Fuliggine e Il custode dei contorni – in cui, grazie allo scorrere leggero e sensibile della matita, oggetti e presenze del museo dànno vita a una singolare coreografia, un poetico farsi e disfarsi di immagini e frammenti che restituisce il senso di una memoria in continua trasformazione. Residuo e materia, la fuliggine è per l'artista immagine a un tempo impalpabile e densa del processo che incessantemente consuma gli oggetti e ne muta il significato, riducendo ogni cosa a reperto, traccia, relitto via via più frammentato e irriconoscibile, elementare polvere che, come qui accade, può però ridiventare segno ed anche illeggibile scrittura, addensandosi in nuove geometrie, in altre sequenze che suggeriscono come proprio dalla cenere possano talvolta nascere inattesi racconti e persino creature meravigliose che, come l’Araba fenice, non temono la morte.
Un Senza titolo realizzato con grafite su carta da lucido e una serie di piccoli fotogrammi tratti dalla video-animazione Fuligine segnano, infine, un piacevole e a tratti intenzionalmente infantile tracciato comparativo che accarezza gli oggetti del museo per costruire una favola in cui la nostalgia del passato si fa inaspettata e fragile nostalgia del futuro.

In occasione dell'inaugurazione della mostra l'artista sarà coinvolto in una conversazione critica dedicata alla sua ricerca e alle ragioni che hanno guidato la realizzazione del progetto realizzato per il Museo Archeologico Provinciale.

Il progetto Tempo imperfetto si avvale del patrocinio del DISPAC – Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell'Università di Salerno e dell'Accademia di Belle Arti di Macerata. Sponsor tecnici: Associazione ArteXa e Fonderie culturali.

Il Presidente della Fondazione
prof. Angelo Trimarco

GIULIA PALOMBINO
FULIGGINE
opening | mercoledì 11 giugno 2014, 17.30-19.30

saluti istituzionali
Angelo Trimarco | Presidente della Fondazione Filiberto Menna
Antonio Iannone | Presidente della Provincia di Salerno
Matteo Bottone | Assessore Patrimonio, Cultura e Beni Culturali, Provincia di Salerno
Ermanno Guerra | Assessore Cultura e Università, Comune di Salerno
Barbara Cussino | Direttore Settore Musei e Biblioteche, Provincia di Salerno

ore 18.00
conversazione critica con l'artista

Giulia Palombino è nata a Napoli nel 1985 ed è cresciuta a Caserta. Dopo una laurea triennale in Arti Visive e dello Spettacolo allo IUAV, a Venezia, ha conseguito un master in Illustrazione al Central Saint Martins, a Londra. Attraverso il disegno, la videoanimazione e il collage, Palombino crea un mondo surreale, delicato e pervaso da una sottile ironia. Da qualche anno vive a Berlino, lavorando come artista e collaborando come illustratrice e animatrice indipendente a pubblicazioni, film documentari e progetti no-profit. Ha partecipato a numerose mostre, tra queste si ricordano almeno Two-Headed Monster (Berlino, 2013), You call it pink? I call it blood, (Berlino, 2013), Black'n'white (Berlino, 2012), Colectiva 23 (Barcellona, 2012), Scope Miami 2011 (Miami, 2011), Showtime (Castello di Monteriggioni / Siena, 2011), FITAX 1500 Trade Art for Art (Berlino, 2011), Phantasmagoria (Berlino, 2011), Ziguline Poster Edition (Roma, 2010), LOVE PHARMACY, con Violeta Caldrès (Salerno, 2010), The boyfriend project (Berlino, 2010), Avventure minime. Miocinesia nell’arte d'oggi (Salerno, 2010), The Venture (Berlino, 2009), Now here Nowhere (Berlino, 2009), Central Saint Martins Final show (Londra, 2009) e Central Saint Martins Work in progress show (Londra, 2009).

TEMPO IMPERFETTO
Sguardi presenti sul Museo Archeologico Provinciale di Salerno
a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani
primavera-autunno 2014

Interventi e installazioni site specific di
Elena Bellantoni | Fabrizio Cotognini | Giulia Palombino | Gian Maria Tosatti | Ivano Troisi

L'attualità inesauribile del passato e, assieme, la transitorietà di un presente che diviene fin troppo facilmente rovina. In questa tensione costante si definisce un tempo, il nostro, plurale e anacronistico, una condizione poststorica dove alla passione per il museo, al trionfo dell'archivio – «là dove le cose cominciano», secondo Derrida – corrisponde il rapido consumo di ogni stabile cronologia, la molteplicità dei racconti, l'estensione universale, orizzontale della tag, frutto di una tensione, di un'euforia, persino, «inebriante o allucinogena» (Fredric Jameson). È questo il complesso scenario sul quale la Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi d'Arte Contemporanea intende riflettere attraverso un articolato progetto critico ed espositivo che pone l’accento non tanto sull’opera conclusa quanto sul processo, sul tempo che ogni operazione artistica mette in questione e interroga in un luogo specifico e denso di significati quale il Museo.
Tempo Imperfetto. Sguardi presenti sul Museo Archeologico Provinciale di Salerno è il titolo scelto per il ciclo di mostre che, realizzato in collaborazione con la Provincia di Salerno e con il Comune di Salerno, enti fondatori della Fondazione Filiberto Menna, verrà accolto da maggio fino a novembre 2014 negli spazi prestigiosi del Museo Archeologico Provinciale, uno dei luoghi più densi e carichi di significato del centro storico di Salerno. Il progetto, con il quale la Fondazione Menna apre il ciclo di iniziative per intende festeggiare il suo ventesimo anno di attività, è curato da Antonello Tolve e da Stefania Zuliani e propone lavori inediti di cinque artisti italiani di respiro internazionale – Elena Bellantoni, Fabrizio Cotognini, Giulia Palombino, Gian Maria Tosatti e Ivano Troisi – realizzati in dialogo con le importanti collezioni del Museo e con la sua luminosa architettura, ridisegnata con grande sensibilità dall'architetto Ezio De Felice negli anni Sessanta del Novecento.
Verranno quindi proposti cinque successivi interventi artistici pensati per l'occasione, temporanee mutazioni estetiche tese a rileggere il passato e ad interagire con lo spazio espositivo dando forza di opera all’imperfezione stessa del tempo, alle sue declinazioni e alle sue inafferrabili eterogeneità. Le installazioni saranno quindi tutte realizzate rigorosamente in situ dagli artisti, che attraverso linguaggi differenti – dal video alla fotografia, della pittura al ready made, dall'installazione all'estroflessione performativa – proporranno la lettura di un contesto (quello del museo, appunto) che è luogo di conservazione e, nel contempo, di produzione della memoria, spazio pubblico che vive della relazione con la comunità, nel dialogo con i visitatori che sempre più sono al centro del sistema espositivo.
In coincidenza con l'inaugurazione delle singole mostre, ogni artista sarà coinvolto in una conversazione critica dedicata alla sua ricerca e alle ragioni che hanno guidato la realizzazione del progetto per il Museo Archeologico Provinciale. Attività didattiche destinate ai bambini delle scuole elementari e curate dalla Fondazione Filiberto Menna (responsabile Silvia Vicinanza) in collaborazione con l'associazione ARTEXA, accompagneranno il progetto espositivo, comunicato al pubblico anche dall’associazione Fonderie culturali.
A conclusione del ciclo di mostre, una tavola rotonda coinvolgerà critici, storici dell'arte e dell'architettura, archeologi e artisti, chiamati a discutere aspetti e questioni legate al rapporto tra l'antico e l'arte del presente. In questa occasione verrà presentato anche il volume che raccoglierà i materiali critici e la documentazione degli interventi realizzati nell'ambito del progetto Tempo imperfetto (edizioni della Fondazione Filiberto Menna).
Il progetto Tempo imperfetto si avvale del patrocinio del DISPAC – Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell'Università di Salerno e dell'Accademia di Belle Arti di Macerata. Sponsor tecnici: Associazione ArteXa e Fonderie culturali.