Carola Ducoli – Vasilij Vasil’evič Kandinskij

Informazioni Evento

Luogo
28 PIAZZA DI PIETRA
Palazzo Ferrini-Cini Piazza di pietra 28 00186 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mar-sab 11-13/16-21;
dom 17-21; lunedì chiuso

Vernissage
06/06/2014

ore 18,30

Artisti
Carola Ducoli
Generi
arte contemporanea, personale

Nell’istante silenzioso del blu, nella calma del ceruleo, nell’orizzontalità del plumbeo, nella fermezza mobile dello spettro dello smeriglio, nasce una forma.

Comunicato stampa

Testo critico a cura di Maddalena Oriani

“È come un pezzo di ghiaccio dentro cui brucia una fiamma” Wassily Kandinskij

Nell’istante silenzioso del blu, nella calma del ceruleo, nell’orizzontalità del plumbeo, nella fermezza mobile dello spettro dello smeriglio, nasce una forma.
Viene presa, sospinta da una melodia, trascinata verso l’alto da una diagonale sonoramente muta e, rimanendo appesa al colore e al pensiero risveglia l’istante del moto.
Il momento della partenza, quando la forza da intuito tramuta in atto e scroscia nelle vertebre per uscire dagli occhi.

Da questa prima immagine Carola Ducoli comincia a dipingere una narrazione di superfici e guizzi: come una fiammella ha una cornice e un cuore, così le opere rivelano uno spazio e un corpo.
Pause cromatiche nelle quali avviene un istante di mossa rivoluzione.
Qualsiasi sfumatura di colore non è solo portatrice di proprietà fisiche, ma racchiude un racconto sonoro, nervoso e di sensazioni; il passaggio di sole tre tinte può descrivere la genesi, lo svolgimento e la fine della storia di un uomo.
Il colore, ovvero luce che riflette differentemente a seconda delle superfici che incontra e che viene di conseguenza avvertita dall’occhio, è in grado di sprigionare reazioni inconsce, far nascere aberrazioni percettive e mutare sensazioni, mescolando fisica e psiche.
Per Kandinskij il pigmento è un’intensa narrazione sensoriale, ne avverte infatti una musicalità, una fisicità, e una direzione, Carola Ducoli ne cerca il movimento.
Nelle opere, infatti, viene mostrata una democratica assemblea di diverse voci che dialogano poeticamente: spazio, corpo e suono.
L’artista immerge un corpo, un’essenza mobile nella radice cromatica pregna del suo portato di significati e spunti, rendendo visibile l’eviscerazione del movimento cromatico, composto da rette, curve e punti.
Nel rumore silenzioso del colore la danzatrice Noemi Bresciani segue un violino inesistente, un contrabbasso lontano o una percussione nascosta, lasciando che gli scatti creino un racconto di viscere e sensazioni.
La pelle accarezza l’ambiente in una pennellata precisa, racchiudendo accenti interni che concludono l’aritmia in una puntualità, e a far vibrare l’istante interviene una nube, o una cascata, o un rotolio pulviscolare che raccoglie il movimento e lo corona.

La figura si alza e danza.
Balla la vastità prona del blu, la tensione svelta del verde, la sospensione del viola, il ricadere profondo del rosso, e l’elettricità del giallo.