Udine Graffiti
Udine Graffiti vuole aprire una finestra su nuovi orizzonti artistici, al pari di altre città europee, dove il fenomeno dei graffiti è accettato o addirittura legalizzato, riuscendo persino a diventare un originale volano turistico.
Comunicato stampa
UDINE – L’arte, si sa, abita anche nelle strade. Non soltanto in quelle delle megalopoli o dei grandi centri metropolitani, che sono la tavolozza dei geniacci come Bansky, ma anche in quelle udinesi. Non ci credete? Sarà inaugurata venerdì 6giugno alle 18.30, nello spazio espositivo del Visionario, la mostra fotografica "Udine Graffiti una città mai vista", il progetto dell’Associazione Culturale ArteKmZero che si propone appunto di presentare e raccontare il fenomeno del graffitismo e della street art in città.
«Per molti – spiega Silvio Toso, il curatore – si tratta di puro imbrattamento, per molti altri di espressione artistica pop che prende spunto dall’arte del passato. Al di là dei punti di vista, noi proponiamo un viaggio che permetterà di scoprire una Udine inedita grazie alle foto di 100 graffiti trovati nei vari quartieri, dopo 35 mila scattati realizzati in 9 mesi di ricerche, dall’11luglio 2013 all’11 aprile 2014».
Alcuni eventi collaterali accompagneranno l’esposizione: la personale del writer Sqon, celebre per i suoi gatti, per gli Angry Birds e altri originali lavori che hanno già varcato cons uccesso i confini dell’Europa, e Warhol day & night, in collaborazione con il CEC, la Cineteca del Friuli e la Fabbrica del Vedere di Carlo Montanaro. Una giornata di proiezioni di film raramente visti in sala, corredati da masterclass di approfondimento sul cinema della Factory e la pop art arrivando fino ad Haring, Basquiat e, ovviamente, Bansky. La febbre dei ruggenti 60’s, poi, sarà rievocata anche attraverso una serie di DJ set.
Udine Graffiti vuole aprire una finestra su nuovi orizzonti artistici, al pari di altre città europee, dove il fenomeno dei graffiti è accettato o addirittura legalizzato, riuscendo persino a diventare un originale volano turistico. Quasi per scommessa, nel corso di 4 stagioni, in ogni condizione climatica, armato di una macchina fotografica al collo, Silvio Toso ha perlustrato attentamente la città alla ricerca delle tracce di street art, stupendosi in continuo della bellezza di Udine e della sua varietà, a seconda dei quartieri nei quali si trovava.
«Nel mio vagare – sono ancora parole di Toso – ho trovato anche echi di autori importanti, da Dalì che ci ricorda «Art is Dead» alla Gioconda di via del Maglio (sì, anche noi ce l’abbiamo!), ai disegni che si rifanno a Keith Haring, oltre agli stencil che rimandano alle colorate e ripetitive Marylin serigrafate di Warhol, trovati sul muro di compensato a protezione di un cantiere in centro. Mi sono stupito dei graffiti astratti e coloratissimi che mi hanno fatto pensare alle “impressioni”, “improvvisazioni” e “composizioni” del pittore russo Vassily Kandinsky o agli “Stati d’animo” del futurista Umberto Boccioni. L’arte non è morta come dice lo stencil con Salvador Dalì, si è solo spostata nelle strade».
Ufficio stampa/CEC