Femminicidio – Tagli da un’unica inquadratura
Il Museo d’Arte Diffusa partecipa all’evento “Femminicidio – Tagli da un’unica inquadratura”, giornata-riflessione sul tema presso il Forte Sangallo di Nettuno.
Comunicato stampa
MAD Donna al Forte di Sangallo a Nettuno
“Femminicidio - Tagli da un'unica inquadratura"
“Fiabe moderne” – Paola Acciarino e Marianna Galati
“Tutto questo perché amo l’America e la luna” – Maria Antonietta Scarpari
Installazioni
Il Museo d’Arte Diffusa partecipa all’evento “Femminicidio - Tagli da un'unica inquadratura", giornata-riflessione sul tema presso il Forte Sangallo di Nettuno. L’iniziativa, promossa dall’Associazione giovanile di Nettuno Quarantasettemila Sindaci e patrocinata dal Comune di Nettuno, avrà luogo domani 11 giugno dalle 10,30 alle 23,00, con la partecipazione di varie Associazioni del territorio e l’intervento delle Autorità su uno dei fenomeni sociali più scottanti e in costante aumento. Attraverso l’allestimento di stand informativi, proiezione di documentari, rappresentazioni teatrali, e l’esposizione di Arte Contemporanea curata da MAD, si propone di fornire una chiave di riflessione attraverso diversi linguaggi espressivi ed informativi che possano essere motore di sensibilizzazione –non solo per le vittime colpite, le Associazioni e le Autorità preposte alla loro tutela, ma per tutti i cittadini- su questo tema da cui nessuno può e deve sentirsi escluso, dal momento che si parla di uno dei fondamenti base del vivere civile; e dato che viviamo in uno Stato Democratico, il popolo è chiamato ad esercitare la propria sovranità anche attraverso atti propulsori di cambiamento, come questa manifestazione si prefigge di fare.
Per l’occasione MAD presenta l’esposizione delle installazioni “Fiabe moderne”, delle artiste Paola Acciarino e Marianna Galati, e “Tutto questo perché amo l’America e la luna”, di Maria Antonietta Scarpari, a cura di Fabio D’Achille, allestite nella Sala dei Gigli del Forte di Sangallo. Le due installazioni sono già state esposte durante l’ottava edizione di MAD Donna al Museo Emilio Greco di Sabaudia, lo scorso marzo, mese in cui ricorre la Festa della Donna, all’interno della Rassegna d’Arte Contemporanea al femminile dedicata anche al femminicidio e alla violenza sulle donne.
L’installazione “Fiabe moderne” è frutto della collaborazione tra la pittrice Marianna Galati e la fotografa Paola Acciarino in occasione del flash-mob “Scarpe rosse”, a cura di MAD e organizzato dalla CGIL di Latina, lo scorso ottobre in Piazza del Popolo. Marianna Galati ha realizzato un pannello raffigurante l’immagine di una Cenerentola riversa a terra, con al piede una scarpa rossa sotto l’eloquente scritta “The end”. Afferma l’artista: “Per tante, troppe (anche una sola è già troppa!) Cenerentole dei nostri giorni la favola non è a lieto fine e quindi vediamo la sagoma contornata dal segno di un gesso ad indicare che ci troviamo sulla scena di un crimine. La scarpetta rossa che nella fiaba è simbolo di un sogno che si realizza, qui è simbolo di un sogno che si spezza, di un diritto negato, ma rosso è anche il colore della forza, della volontà di opporsi ai maltrattamenti, è questo il messaggio che l’installazione vuole lanciare e l’obiettivo primo è creare una rete di solidarietà che rimanga e si alimenti anche dopo l’esposizione”. Paola Acciarino ha raccontato tutto questo attraverso la fotografia, e le immagini che ne risultano testimoniano la partecipazione attiva al flash-mob: nei suoi scatti ha cercato di far trapelare non il resoconto di un evento che fa notizia e che rimane freddamente fine a se stesso, ma i volti delle donne e degli uomini, il loro coinvolgimento, l’empatia, il dolore; “le mani, i nastri, le candele; tutte quelle scarpe rosse disseminate sull’asfalto, identiche alle migliaia che ordinatamente invadono altre piazze in altri posti del mondo; scarpe rosse e nient’altro, la percezione dell’assenza, delle vite strappate via; la gente si stringe in cerchio, si accendono le candele, si fa silenzio intorno mentre una voce legge il racconto assurdo dei delitti, l’elenco dei nomi di quelle donne…Credo che insieme a noi, quella sera ci fossero anche loro”, spiega la stessa artista.
L’installazione di Maria Antonietta Scarpari, che fa parte del suo ciclo artistico “il mio viaggio dappertutto” consiste in tre grandi fotografie formato 2,50x2,60mt. Il ciclo artistico è un work in progress: l’artista si ritrae sempre in una fotografia da bambina, si immagina presente e partecipe di ogni momento storico e significativo per la sua (e nostra) cultura ed esistenza, ora affianco alla Venere con cassetti di Salvador Dalì, oppure a Lenin nella Rivoluzione d’Ottobre, o sul palco con Freddie Mercury, e, in questa esposizione, sulla luna con Neil Armstrong a puntare la bandiera americana sul satellite della terra .“Una bambina sulla luna, una bandiera americana, un astronauta. E inizia una danza, la bambina pianta la bandiera sulla luna ed esce del sangue, l’astronauta arriva e la bambina si moltiplica e comincia a sventolarle bandiere, per far festa. (…) Tutto si moltiplica e cambia. Tutto danza, una danza di sangue e amore nell’universo”. (Maria Antonietta Scarpari). Il sangue assume qui una duplice valenza: è il sangue della violenza, versato da tante donne per mano di uomini, ma è anche il sangue come sede della vita, emblema della forza vitale (secondo una tradizione comune a molti popoli antichi, basti pensare ai riti sacrificali in cui si beveva il sangue degli animali uccisi al fine di rinnovare la propria forza), con cui ognuno di noi è chiamato a reagire ad eccidi e maltrattamenti.