Giuseppe Zigaina – Paesaggio come anatomia
L’esposizione racconta nel laboratorio grafico dello stampatore, il farsi dell’opera incisoria e l’incontro tra la lastra e il foglio, tra il mondo artistico dell’incisore e i saperi alchemici dello stampatore.
Comunicato stampa
Dopo la mostra nella sede del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e l’esposizione presso il Centro Civico di Cervignano del Friuli, città natale dell’artista, il progetto dedicato ai 90 anni del maestro Zigaina si completa presso la Stamperia d’arte Albicocco. Qui andrà in scena il prodursi dell’opera grafica attraverso lastre, torchi, fogli e inchiostri. Il corpus espositivo è rappresentato dalla collezione personale dello stampatore Albicocco che dai primi anni Settanta collabora con il Maestro Zigaina. Si incontrano pertanto opere dedicate allo stampatore, prove d’artista, stampe con appunti del Maestro per indicazioni che devono condurre al “Bon a tirer” che avvia la tiratura. Una lastra incisa infine offre allo spettatore la completezza di un procedimento che trova in stamperia il luogo in cui i saperi degli artefici di questa arte antichissima si uniscono per condurre al risultato finale che rovescia, come in uno specchio, l’esito del lavoro. L’incisione per Zigaina è un viaggio che dura cinquanta anni e che sempre è stato vissuto a fianco della pittura e della scrittura (sì, Zigaina è un grande scrittore), in modo naturale. Così, fuori da un mondo spesso nutrito da frequentazioni a margine e da scarti minimi rispetto alla pittura, Zigaina accoglie la grafica come luogo d’interrogazione originaria e ne fa elemento nodale della sua complessa dimensione artistica. Dimensione in cui il segno è usato in modo indistinto per disegnare, dipingere, incidere e scrivere definendo un unicum artistico raro e di grande valore. Zigaina è un grande acquafortista e l’esposizione è tecnicamente incentrata sull’acquaforte, anche se non mandano alcuni esempi di ceremolli, acquetinte e maniera a zucchero. In un percorso che offre spunti legati ad alchimie e gesti antichissimi, prende consistenza il mondo visionario che scende sui I campi dell’Arciduca, sui Verso la laguna, Le sere dei vigneti e ancora Sul colle di Redipuglia, sugli orti e nei prati dove insetti misteriosi operano larvali e metamorfiche visitazioni. Si genera in questo orizzonte colto ed esistenziale, realista e visionario quel “Paesaggio come anatomia”, come titola la mostra, che ben significa il legame con il territorio densamente vissuto dall’autore in una rivisitazione di luoghi ed esistenza, di storia, esperienza e sogno.