Álvaro Siza – Inside the human being
Disegni, modelli architettonici, fotografie e oggetti di design documentano l’opera dell’architetto portoghese Álvaro Siza.
Comunicato stampa
La mostra Álvaro Siza. Inside the human being rende omaggio a uno dei maestri dell’architettura contemporanea, il portoghese Álvaro Siza, progettista e grandissimo disegnatore, nei cui tratti si rincorrono tracce e memorie di un dialogo ininterrotto con la tradizione novecentesca.
La mostra è a cura dell’architetto Roberto Cremascoli, con progetto espositivo dello studio Cremascoli, Okumura, Rodrigues Arquitectos, con la partecipazione di Álvaro Siza e di Chiara Porcu. Catalogo a cura di Electa.
Il percorso racconta l’itinerario professionale e le esperienze personali dell’architetto che ha saputo fare del “servizio all’uomo” l’obiettivo centrale di una ricerca di grande coerenza e autorevolezza internazionale.
Nato nel 1933, Álvaro Siza ha realizzato edifici pubblici e privati partendo dal Portogallo, sua terra natìa nella quale ha realizzato edifici come il Ristorante Boa Nova (1958-1963) e la nota Facoltà di Architettura dell’Università di Oporto (1987-1996). Siza ha realizzato progetti in tutta Europa e progettato alcuni tra i più importanti centri culturali e musei in Sud America e in Asia.
Vincitore del prestigioso Pritzker Prize nel 1992, per ben due volte ha ricevuto il Leone d’oro alla Biennale di Venezia: nel 2002 per il miglior progetto architettonico (Ibere Camargo Foundation di Porto Alegre in Brasile) e nel 2012 come consacrazione alla carriera.
“Rigorosa ed eclettica, severa e ironica, banale e sorprendente – come veniva descritta da de Llano e Castanheira in una monografia di una decina di anni fa – l’architettura di Álvaro Siza fa della semplicità la propria ricchezza” basata su un “metodo che utilizza l’uomo per misurare l’uomo”, come sottolineano i curatori della mostra al Mart.
A partire da una non comune capacità di osservare la realtà e le sue dinamiche, Siza immagina processi di trasformazione dello spazio modellati sui cambiamenti interiori. Fedele a questo principio, l’architetto lavora per intervenire sulla realtà con gli stessi criteri con cui ogni persona trasforma se stessa: partendo da frammenti per poi aprirsi al confronto con “gli altri”.
La natura come dimora dell’uomo e l’uomo come creatore della natura accettano o respingono il transitorio, lasciando un segno e permettendo ad altri di partecipare e accompagnare i processi evolutivi.
La mostra al Mart vuole raccontare la pratica progettuale di Álvaro Siza entro un itinerario “metodologico” basato sulle esperienze personali, le curiosità, il metodo di osservazione della realtà che attribuisce un ruolo centrale all’essere umano, assunto a unità di misura.
La continuità con il passato, l’utilizzo del reperto in un processo di ricostruzione che è anche processo di trasformazione, costituiscono alcuni dei temi chiave della sua poetica.
Note biografiche
Álvaro Joaquim de Melo Siza Vieira nasce nel 1933 a Matosinhos, cittè portoghese nel distretto di Oporto. Tra il 1949 e il 1955 studia architettura alla Scuola superiore di Belle Arti di Porto (ESBAP). Insegna presso la stessa scuola fra il 1966 e il 1969 e come Professore assistente di Costruzioni nel 1976. Negli anni immediatamente successivi al diploma, collabora nello studio di Fernando Távora. Risalgono alla seconda metà degli anni ‘50 opere come il Ristorante Boa Nova a Leça de Palmeira (1958) o la Piscina a Conceição (1958-1965); ben presto, si impegna nel campo dell’edilizia popolare, tema sul quale lavorerà in Portogallo, in Olanda e altrove. Proprio in questo ambito dalla metà degli anni ‘70 lavora a Berlino nel risanamento del quartiere di Kreuzberg. Autore di abitazioni, scuole e edifici universitari, Siza ha progettato anche importanti centri culturali e musei in Sud America (Museo Iberê Camargo Foundation, Porto Alegre, Brasile, 2008) e in Asia ( Mimesis Museum a Paju Book City, Corea del Sud, 2007-2010). In Italia si è impegnato fin dagli anni ‘80 in studi urbanistici e progetti di restauro. Dal 2000 ha progettato e realizzato alcune stazioni della metropolitana di Napoli, nonché il restauro del Palazzo Donnaregina, sede del Museo Madre. È membro della American Academy of Arts and Science e socio onorario del Royal Institute of British Architects, dell’American Institute of Architects, dell’Académie d’Architecture de France e della European Academy of Sciences and Arts. Nel corso della sua carriera, in molte occasioni e in diversi Paesi si è dedicato all’insegnamento come Visiting Professor: all’École Politechnique di Losanna, presso la Pennsylvania State University, alla Escola de Los Andes di Bogotà, alla Graduate School of Design della Harvard University (come “Kenzo Tange Visiting Professor”). È stato proclamato dottore Honoris Causa in molte università del mondo, da Valencia a Losanna, da Lima a João Pessoa, e in Italia a Palermo (1995), a Napoli (2004), a Pavia (2007). Ha ricevuto numerosi premi internazionali, fra cui il prestigioso Pritzker Architecture Prize (1992), fino al recente Leone d’Oro alla Carriera in occasione della 13ª Biennale di architettura di Venezia (2012).
Roberto Cremascoli nasce a Milano nel 1968.
Architetto, risiede in Portogallo dal 1991. Dal 1991 al 1993 studia presso la Facoltà di Architettura di Oporto (FAUP). Nel 1994 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano con una tesi in progettazione architettonica sotto la guida di Álvaro Siza e Pierluigi Nicolin. Dal 1995 al 2000 lavora nello sudio di Álvaro Siza. Nel 2001 è socio fondatore dello studio Cremascoli, Okumura, Rodrigues Arquitectos. È co-autore con Álvaro Siza di alcuni progetti in Italia, ed autore di diversi progetti di architettura, design e curatele. Tra le esposizioni da lui curate si ricordano “Remade in Portugal” al Padiglione portoghese dell’Expo 2008 a Saragozza, e “Porto Poetic” alla Triennale di Milano nel 2013.