Francesco Zavatta – City-Self

Informazioni Evento

Luogo
ROSSOSEGNALE B&B
Via Sacchini 18, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - giovedì dalle 17.30 alle 19.30 - da venerdì a lunedì su appuntamento

Vernissage
26/06/2014

ore 18,30

Artisti
Francesco Zavatta
Generi
arte contemporanea, personale

Le città che Francesco ci restituisce sono essenza e anima, personalità e carattere, totalmente prive delle sovrastrutture di immaginari collettivi fatti di nuovi grattacieli dal design globalizzato. Sono città nuove. Sono città “a prescindere”. Da tutto, anche da noi. Sono City-Self.

Comunicato stampa

Il segreto di questa pittura di Susanna Pagani
La realtà si svela rimanendo mistero, i contorni delle cose prendono forma e si dissolvono, i colori, le linee, i tratti creano un’atmosfera così intensa, così carica affettivamente che quasi senza accorgerti ti ritrovi in piazza Duomo, sei immediatamente dentro uno spazio e un tempo che il cuore riconosce, avviene una strana sincronizzazione che ti consente di entrare e di agganciare ricordi e sensazioni, è come se fossi lì, respiri Milano.
I fili del tram, come grandi e piccole finestre tra cielo e terra, ti consentono di vedere oltre l’apparenza e di immergerti in una dimensione fuori dal tempo ma nel tempo dove tutto nasce e si rigenera.
Guardando questi quadri uno per uno, entrandoci dentro, lasciandomi colpire da tutto quello che portano, da quel che Francesco voleva comunicare dipingendoli, mi son tornate in mente le parole di Christian Bobin su Santa Teresa d’Avila; “quando Teresa preparava da mangiare alle sue consorelle, era intenta alla buona cottura di un piatto e nello stesso tempo concepiva splendidi pensieri in Dio, esercitava quell’arte del vivere che è l’arte più grande: gioire dell’eterno prendendosi cura dell’effimero.”
Ecco, credo che in questo dialogo profondo ed intenso che continuamente afferma la presenza di un significato, di una presenza buona che dà densità e consistenza a tutto ciò che c’è, sia racchiuso il segreto di questa pittura che rimane agganciata alla verità di ciò che vede cogliendone l’essenza.
“Reality reveals itself remaining a mystery; borders of things take their shape and then they dissolve; colours, lines and segments create such an intense and full of affection atmosphere that almost without noticing it you find yourself in the Duomo square, you are immediately in a place and in a time that your heart recognises. A strange synchronization happens and allows you to enter and grasp memories and feelings as you were actually there. You can breathe Milan.
The tram wires are like big and little windows between the sky and the earth. They allow you to see behind appearances and to sink into a new dimension out of time and space, in which everything comes to life and regenerates itself.
Looking at those pictures, one by one, going inside them, allowing everything they mean to touch me and allowing what Francesco wanted to communicate to strike me, the words of Christian Bobin about Saint Therese of Avila, came to my mind:
“quando Teresa preparava da mangiare alle sue consorelle, era intenta alla buona cottura di un piatto e nello stesso tempo concepiva splendidi pensieri in Dio, esercitava quell’arte del vivere che è l’arte più grande: gioire dell’eterno prendendosi cura dell’effimero.”
Well, I believe that the secret of this painting, which is tied to the truth of what it sees, getting the essence of it, lies in this deep and intense dialogue that continuously asserts the presence of a meaning. A good presence that gives depth and consistency to everything that exists. “

Camillo Fornasieri, Homo viator (estratto)

….Zavatta intuisce la possibilità di poter toccare e raccontare quell’esperienza che ci viene offerta dalla visione delle grandi opere d’arte incontrabili nella storia e che fanno capire che la vita è qualcosa di grande, contiene il “vero”.
Potremmo dire, ma è l’artista stesso a ricordarmelo, che lui si sia messo a verificare la scommessa dell’arte per fare esperienza di questo gusto della vita, di questo vero che si tocca e per il quale vale la pena soffrire, amare, lavorare, senza del quale tutto si spegne e perde consistenza. La prima cosa dunque che colpisce degli inizi del lavoro di Zavatta è questa coscienza e passione per la quale egli cerca nell’arte, nel dipingere, quel vero che sa esserci nella vita.
…La sua pittura cerca, invece, la visione, o meglio nasce da essa e si accontenta di cose incontrate (per il momento), amate, viste con l’esperienza. L’amata Rimini torna spesso, da vari lati e da varie anse del suo piatto paesaggio fatto di cielo e di terra, di porto e di case. Quando invece Zavatta è altrove, cerca la stessa familiarità dell’uomo nel suo mondo donato, ricevuto e perciò degno di essere raccontato.
…Guardando gli spazi di Zavatta ci si accorge di un essere dentro le cose, e che l’opera viene da quel ‘dentro’, capace di rilanciare le sembianze stesse –nel caso di Zavatta paesaggi, riviere, cielo e mare, prati e radure cittadine- in una nuova dimensione di importanza.
Le sue pitture, già numerose, si caratterizzano oggi come istanti densi che tendono all’eterno, anche se la luce della natura ne segna precisamente una certa ora temporale o momento della giornata. C’è di interessante un certo anelito al bianco e una voglia di andare al nero, al buio del blu profondo.... La luce più che colpire la realtà tende a diventare qualcosa di colorato, i colori dell’esperienza, scelti dal pittore stesso. Alcune opere a volte sono perciò molto colorate, con stesure sovrapposte, somiglianti al reale ma come in simbiosi con ‘altro’; potremmo dire che il colore viene cercato come sigillo di un’esperienza da lui trovata, più che come somiglianza con l’aggiunta (con perizia) di qualche variazione.
Il nuovo che sentiamo provenire dalle sue tele, non è così solo perché è soggettivo (in fondo, che novità sarebbe?), ma perché sembra capace di creare corrispondenza tra diversi e perché contiene il respiro della vastità.
Gli auguriamo, perciò, fedeltà al dono e capacità di ascolto in un cammino oggi arduo, ma che sta cominciando con grande entusiasmo e bravura.
Camillo Fornasier

FRANCESCO ZAVATTA
Francesco Zavatta nasce nel 1986 a Rimini.
Nel 2005 si trasferisce a Firenze per frequentare l’Accademia di Belle Arti.
Del 2008 è la prima mostra personale RIMINIRIMINI, presso la galleria Redline di Firenze, e la partecipazione alla collettiva ITALIAN SHOW, presso la Albemarle Gallery, Londra.
Dal 2009 frequenta il biennio specialistico all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2010 presenta la personale LANDSCAPE, sull’Irlanda, in occasione dell’apertura dello showroom La Contrada degli Artigiani, a Como.
Nel 2012 si trasferisce a Milano e incomincia una nuova serie di lavori sulla città, che presenta nella personale ALZO GLI OCCHI, a Verona (2013). Continua la produzione veneziana, con VENEZIA STORMING (2012) e VENEZIA LIGHTINGS (2013), presso la galleria Giudecca 795. Del 2014 è la mostra SQUARCI, presso lo Spazio Lumera a Milano, inaugurata alla presenza di Elio Fiorucci e Susanna Pagani.
Ha ricevuto una menzione speciale al Premio Vittorio Alinari 2012 (Firenze) ha partecipato al Premio San Fedele 2014 (Milano). E’ tra i finalisti della Biennale Internazionale d’Asolo.
Francesco Zavatta was born in Rimini in 1986. In 2005, he moved to Florence to attend the Academy of Fine Arts.
His first personal exposition at the Redline gallery in Florence, RIMINIRIMINI, dates 2008. In the same year, he participated in the collective exposition ITALIAN SHOW, at the Albeamrle Gallery of London; later on, thanks to the cooperation with the Convention Bureau of Rimini, he exposed in London and Brussels.In 2009, he decided to attend his specialization Master at the Venice Academy of Fine Arts. Meanwhile, the deepening of his friendship with the designer from Como Erasmo Figini, with whom he met in Florence, brought Francesco to the creation of his personal exposition about Ireland called LANDSCAPE, showed during the opening of the Contrada degli Artigiani.
From his moving to Milan in 2012, he has started a new series of works on this city, which has built his personal exposition ALZO GLI OCCHI, in Verona. He continued the Venetian production with two exposition in partnership with the Giudecca 795 Gallery: VENEZIA STORMING in 2012 and VENEZIA LIGHTINGS in 2013. Francesco Zavatta received a special mention for the 2012 Vittorio Alinari Award and he is now among the finalists of the 2013-2014 San Fedele award.