Adriano Altamira – Il Complesso del Vasari
Questa mostra di Adriano Altamira è la quinta personale che l’artista tiene – a partire dal 1979 – presso lo Studio e la Fondazione Marconi, e propone un confronto fra opere storiche e realizzazioni più recenti.
Comunicato stampa
Questa mostra di Adriano Altamira è la quinta personale che l’artista tiene – a partire dal 1979 – presso lo Studio e la Fondazione Marconi, e propone un confronto fra opere storiche e realizzazioni più recenti.
Se da una parte si evidenzia una fondamentale fedeltà agli assunti originari della sua ricerca, dall’altra emergono anche nuove modalità d’indagine.
Nel caso della serie meglio conosciuta dell’autore, Area di Coincidenza, basata sulla ricorrenza di medesime costanti culturali, il fine è di mostrare come si verifichino coincidenze e somiglianze nelle soluzioni iconiche di autori che a volte neppure si conoscono fra loro. Questi cortocircuiti sono indice di una convergenza su una medesima soluzione “trovata” da più persone contemporaneamente. Alcune opere esposte sottolineano anche aspetti psicologici sui quali ci si era raramente soffermati in passato.
La mostra prosegue poi con il ciclo Il Complesso del Vasari, qui esposto per la prima volta in modo unitario. Si tratta di opere espressamente dedicate a famosi capolavori del passato, come la Pala di Brera di Piero della Francesca, il Giudizio di Michelangelo, l’Annunciazione di Antonello da Messina.
La maggior parte di questi lavori nascono da vecchie intuizioni, altri sono più recenti, ma di tutti è esposta una versione definitiva realizzata negli ultimi anni.
L’idea dell’autore è di cristallizzare in un’unica immagine abbagliante una riflessione critica o una sensazione interiore, sintetizzandola in un’icona, che da sola è più efficace di molte parole.
Lo scritto critico di Martina Mazzotta sarà pubblicato nel Quaderno della Fondazione n. 15, illustrato dalle opere esposte.
Note biografiche
Adriano Altamira (Milano 1947) si distingue fin dai primi anni Settanta come una tra le figure più singolari del panorama artistico e culturale italiano, affermandosi contemporaneamente come artista, storico e critico dell’arte contemporanea. Al 1972-73 risalgono rispettivamente le sue prime personali in Italia e all’estero, così come le prime pubblicazioni su “NAC”, poi “Flash Art”, “Le Arti”, “Tema Celeste”, “FMR”.
Altamira si forma in quel fecondo clima milanese in cui ha modo di conoscere sia artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, sia scultori come Luciano Fabro e altri a lui vicini, come Trotta, Tonello, Nagasawa. Determinante è anche l’incontro con Franco Vaccari, amico e compagno di strada.
Fin dall’inizio degli anni Settanta si segnala fra gli autori di spicco della generazione concettuale con la ricerca fotografica Area di Coincidenza. La sua collaborazione con lo studio Marconi inizia nel 1979.
Negli anni Ottanta, sviluppa un secondo percorso creativo, Ice Dreams, basato sui propri sogni, che vengono registrati, riprogettati e realizzati in 3D. A quest’epoca risale anche il progetto di un volume sull’arte contemporanea con Filiberto Menna, che tuttavia non potrà portarlo a termine a causa di una grave malattia. Molti dei materiali prodotti da Altamira per questo libro sono invece confluiti nelle sue pubblicazioni maggiori: la sezione contemporanea del manuale Rizzoli Arte nel tempo e il suo saggio sull’arte del Novecento Il secolo sconosciuto.
Come artista Altamira ha tenuto una cinquantina di personali in Italia e all’estero e partecipato a importanti rassegne, come la Biennale di Venezia del 1980, Nuova Immagine alla Triennale di Milano (a cura di Flavio Caroli), Cosa fanno oggi i concettuali, alla Rotonda della Besana (a cura di Renato Barilli), la Quadriennale di Roma del 2005, su invito di Luciano Caramel. I suoi ultimi lavori sono stati esposti alla Fondazione Marconi nel 2008 e nel 2010.
Adriano Altamira ha insegnato fino all’anno scorso Storia dell’Arte Contemporanea presso il Biennio Specialistico di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera di cui è stato inizialmente coordinatore e, nella medesima Accademia, Psicologia dell’Arte per il Triennio.
Nel percorso accademico e professionale di Martina Mazzotta, autrice dei testi in catalogo, si intrecciano Filosofia, Scienza e Storia dell’Arte. Figlia di noti editori, cresciuta fra Germania e Italia, è autrice di numerosi saggi, spettacoli e avvenimenti culturali, e anche di mostre transdisciplinari come la recente Wunderkammer, allestita al Museo Poldi Pezzoli e alle Gallerie d’Italia, che ha avuto una notevole eco internazionale.
Attualmente vive tra Londra e Milano.