Tre pittori d’oro
La mostra si configura come un ritorno al passato, nel senso di libera citazione e recupero di temi e tecniche pittoriche dell’arte premoderna.
Comunicato stampa
La mostra degli artisti Ubaldo Bartolini, Stefano Di Stasio e Carlo Maria Mariani, organizzata dalla Galleria Permariemonti di Gino Monti con sede a Civitanova Marche, si propone di offrire al pubblico l’opportunità di riapprezzare l’importanza e l’attualità di un movimento artistico che negli anni Ottanta riportò in primo piano la pittura – con un successo decretato dalle numerose rassegne nazionali (come la Biennale di Venezia del 1984) e internazionali che a tali pittori sono state nel tempo dedicate –, e che è ancora quanto mai attivo, in costante evoluzione dei suoi stessi linguaggi.
Ciò che caratterizzava, e contraddistingue tuttora, la poetica di tali artisti, è un ritorno al passato, nel senso di libera citazione e recupero di temi e tecniche pittoriche dell’arte premoderna. Di qui gli appellativi, di volta in volta coniati dai critici, di Anacronismo (per il suo volontario rimandare a un tempo altro, inattuale), Pittura Colta o Citazionismo (per la ricchezza delle suggestioni letterarie, storiche, mitologiche) e Ipermanierismo (per il rigore sia nella ricerca della forma che nelle tecniche di esecuzione). Non si tratta, tuttavia, di un fuggire dal presente, ma di ricostruirlo ricomponendo le fratture con la tradizione che talune tendenze artistiche contemporanee hanno provocato, e dunque riportando in primo piano la dimensione estetica e la profondità simbolica quali strumenti primari con cui l’arte può incidere su chi la fruisce.
L’esito di un tale, articolato approccio alla pittura è la creazione di dimensioni espressive personali e complesse, che si estrinsecano nelle eleganti e allegoriche composizioni di Mariani, in cui il ritratto e il nudo femminile riacquistano un ruolo di primo piano; nei mondi onirici e surreali di Di Stasio, popolati di enigmatici personaggi; e nei sublimi paesaggi di Bartolini, che pur senza allontanarsi dalla verosimiglianza, diventano rappresentazione di pure istanze interiori.
Testo in catalogo di Fulvio Abbate.