Walter Valentini – Siderea Mensura
È la prima mostra allestita nella Casa Museo Osvaldo Licini: le tematiche cosmiche, il rigore, il lirismo, rendono Valentini autentico erede del grande astrattista.
Comunicato stampa
Acqueforti, dipinti, installazioni, libri d’artista sono le tessere che compongono un lungo, coerente percorso, mirato a sondare le categorie dello spazio e del tempo. L’artista cerca, nell’ eterna mutevolezza della realtà, di andare oltre le apparenze, di cogliere e fissare sul foglio, sulla tavola, sul muro arcane, armoniche geometrie, parvenze metafisiche di un’utopica perfezione. Lo spazio in cui si muove è quello della terra e del cielo, dove traccia elissi, cerchi, archi, affascinanti traiettorie, una magica cosmografia riflesso di un universo interiore. Il tempo è il terribile Crono, che logora le superfici, rende tutto transitorio, deperibile: con lui l’artista dialoga, cerca momentanee soluzioni, torna a porsi il grande Mistero. E’ il tempo misurato attraverso la gnomonica, con arcaiche meridiane e pendoli; il tempo come memoria storico-artistica – con le forti suggestioni umanistico-rinascimentali – e come memoria personale, legato ai ricordi dell’infanzia.
Nato a Pergola nel Pesarese nel 1928, Valentini acquisisce la sua composita formazione artistica tra Roma, Milano e Urbino. A Milano ha avuto come maestri tre grandi protagonisti del razionalismo astratto, Veronesi, Huber e Steiner che lo hanno “iniziato” al costruttivismo astratto russo, una delle componenti fondamentali della sua cultura artistica. Alla Scuola del Libro di Urbino nasce la passione per l’incisione e per l’arte rinascimentale, basata sui criteri di armonia, equilibrio, proporzione. Nel 1955 si trasferisce a Milano definitivamente e per quindici anni svolge la professione di grafico pubblicitario come direttore creativo di due agenzie prestigiose. In quegli anni però coltiva in segreto il suo amore per la pittura che lo indurrà ad una svolta, a scegliere di dedicarsi all'arte a tempo pieno. La prima mostra è del 1974, alla Galleria Vinciana di Milano, presentata da Guido Ballo.
Le opere degli anni Settanta sono dominate dal nero, realizzate con la polvere di carbone che evoca le profondità della terra e quelle dell’inconscio; scandite da un rigore geometrico sono tranche di una dimensione metafisica dove campeggiano grandi figure piane appoggiate all’orizzonte sul quale si stagliano dinamiche rette in profondità. Talvolta compaiono i colori dello spettro dell’arcobaleno, come fotogrammi di un processo in fieri.
In seguito l’artista privilegerà il bianco che simboleggia il muro calcinoso, e qui disegna le sue silenziose nature morte spaziali, servendosi di materiali desueti come chiodi, fili tirati, archi, tele applicate, il tutto giocato sulla dialettica tra i due non-colori, il bianco del supporto e il nero del segno, con qualche aggiunta di grigio. A tratti la superficie si accende di bagliori d’oro, simbolo per antonomasia di una realtà soprannaturale.
L’artista si è impegnato in questi anni in grandi cicli di opere, di cui sono presenti in mostra alcuni esemplari: Le stanze del tempo; Il muro del tempo; La città del sole; La città ideale; Lo spazio, il tempo; Costellazione; La porta del cielo; La Porta del tempo; La porta della luce, Le misure, il cielo; Sui muri del cielo; Accadimento stellare; Le pieghe del cielo; Solare.
Coerentemente con la sua formazione urbinate, Valentini si è dedicato anche all’illustrazione di testi letterari con opere grafiche. Sono nati così dei bellissimi volumi d’artista a tiratura limitata, tutti relativi ad autori che in qualche modo presentano affinità con la poetica del maestro di Pergola: La città del sole di Tommaso Campanella, I canti di Leopardi, Sidereus Nuncius di Galileo, La notte viene col canto e Api di Mario Luzi e altri.
Dal 1974 la critica si è molto interessata a lui: da Guido Ballo a Miklos N. Varga, da Roberto Sanesi a Gillo Dorfles, da Giuliano Gramigna a Bruno d’Amore, da Luciano Caramel a Luciano Caprile, a Paolo Portoghesi , a Vittoria Coen, a Elena Pontiggia.
Nel 2013 Valentini è stato insignito del prestigioso Premio Internazionale di Grafica Do Forni di Venezia.