Giovanni De Lazzari – Imago
In mostra un ristretto gruppo di nuovi lavori realizzati utilizzando il disegno, la pittura e la scultura.
Comunicato stampa
Laveronica Arte Contemporanea is pleased to present Imago, Giovanni De Lazzari’s new solo show staged at the gallery and featuring a small group of new drawings, paintings and sculptures.
De Lazzari’s work has never been classifiable within a project and his research probes the primitive nature of the artistic process. His work is not about current trends, but a temporality that necessarily precedes and disregards any exhibitory moment.
The title immediately evokes fantastical imagery inspired by the observation of everyday reality, reinterpreted thanks to a complex psychological dimension that the artist always persistently transfers to his works. It almost seems as if he does not choose which images to represent, and they instead appear to be the fruit of instinct or the unconscious.
A metaphysical moonscape, a hand clutching a frightened little bird, and snakes that fight each other even as they mate are part of a series of paintings and drawings which evoke a nature that is unquestionably in front of our eyes, but that for the artist becomes an opportunity to reflect on another “nature”: human nature. Beneath their seemingly calm surface, the images conceal a sense of uneasiness. They offer a chance to reflect – ferociously at times – on the dynamics that involve humans, our sentiments and the inevitable relationships of power that arise among us.
In the Arlecchino series, abstract paintings whose colours evoke the well-known mask from the commedia dell’arte, the desire to stage a duality of images becomes evident. Harlequin’s mask was not created to be a friendly and naive contemporary strolling player, but as a diabolical and sniggering figure spawned by the rural rituality of the 17th century. The geometries used by the artist give the paintings the appearance of real mirrors in which to reflect ourselves.
The large sculpture entitled Imago is a sort of counterpart to the disquietude of the paintings and drawings. It is a big table at the base of which there are small painted images that the artist has skilfully connected through the use of empty white space. In their simplicity, some of the images – a sky, a larva, a cow being milked – have to do with the dimension of creation, which is probably the most important refuge for an artist’s sensitivity.
Giovanni De Lazzari
Imago
Inaugurazione Sabato, 26 Luglio 2014, ore 19.00
Laveronica arte contemporanea è lieta di presentare Imago la nuova personale di Giovanni De Lazzari negli spazi della galleria. In mostra un ristretto gruppo di nuovi lavori realizzati utilizzando il disegno, la pittura e la scultura.
Da sempre il lavoro di De Lazzari non è inseribile o archiviabile all’interno di progetti, la sua è una ricerca che ha a che fare con la natura primitiva del processo artistico e il suo lavoro non riguarda l’attualità, ma una temporalità che necessariamente precede e prescinde qualsiasi momento espositivo.
Il titolo evoca immediatamente un immaginario fantastico che prende spunto da un’osservazione della realtà quotidiana rielaborata grazie ad una complessa dimensione psicologica che l'artista trasferisce da sempre in modo ostinato nelle sue opere. Sembra quasi non scegliere le immagini da rappresentare che appaiono invece come il frutto dell’istinto o per meglio dire dell’inconscio.
Un paesaggio lunare dall'aspetto metafisico, una mano che tiene in pugno un piccolo e impaurito uccellino o dei serpenti che lottano nello stesso momento in cui si accoppiano, sono una serie di dipinti e disegni che evocano una natura che è certamente sotto i nostri occhi, ma che per l’artista diventa occasione per riflettere su un'altra 'natura', quella umana. Le immagini nascondono dietro una calma solo apparente, un’inquietudine e sono l’occasione per riflettere, in modo a volte feroce, sulle dinamiche che coinvolgono gli umani, le loro relazioni affettive e gli inevitabili rapporti di forza che tra essi s’instaurano.
Nella serie degli Arlecchino, dipinti astratti i cui colori ricordano la veste della nota maschera della commedia dell’arte, il desiderio di mettere in scena una doppiezza delle immagini diventa evidente. La maschera dell’Arlecchino, infatti, non nasce per essere il simpatico e ingenuo guitto contemporaneo, ma come figura diabolica e ghignante, partorito da una ritualità agricola del ‘600. Le geometrie di cui l’artista si serve, infatti, fanno assumere ai dipinti l’aspetto di veri e propri specchi in cui riflettersi.
La grande scultura Imago è una sorta di contraltare all’inquietudine dei lavori pittorici e dei disegni. Un grande tavolo sulla cui base sono presenti delle piccole immagini dipinte che l’artista ha sapientemente connesso attraverso l’uso dello spazio vuoto e bianco. Alcune di queste immagini: un cielo, una larva, una mucca che allatta, hanno a che fare, nella loro semplicità, con la dimensione della creazione che probabilmente è il più importante rifugio per la sensibilità di un’artista.