I Giganti di Monti Prama
I Giganti di Monti Prama, le uniche statue che il modo nuragico ci ha restituito, si trovano ora, in mostra, nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e nel Museo Civico di Cabras, insieme ai modelli di nuraghi e betili, ritrovati nello stesso sito di Sa Marigosa, una località del Sinis, nel lontano 1974.
Comunicato stampa
I Giganti di Monti Prama, le uniche statue che il modo nuragico ci ha restituito, si trovano ora, in mostra, nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e nel Museo Civico di Cabras, insieme ai modelli di nuraghi e betili, ritrovati nello stesso sito di Sa Marigosa, una località del Sinis, nel lontano 1974.
Dopo 4 anni, il paziente e accurato lavoro dei restauratori e degli archelologi del Centro di Restauro di Li Punti, della Soprintendenza di Sassari, ha ridato vita e restituito all'antico splendore di giganti, ai 5178 frammenti con i quali sono state ricomposte 28 statue alte quasi 2 metri.
Curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano, la mostra espone i Kolossoi – nome con il quale li chiamava l’archeologo Giovanni Lilliu - rinvenuti nell' Heroon di Monte Prama, l'area funeraria e monumentale che rappresenta una delle scoperte più straordinarie considerato il numero, la particolarità dei reperti e il significato culturale dell’intero contesto.
Allo stato attuale l'area di Monte Prama rappresenta la monumentalizzazione di un sepolcro, un sito in cui celebrare gli antenati-eroi attraverso l’esaltazione della potenza e della grandezza, quali valori di una ristretta élite di popolazione: l’aristocrazia del popolo nuragico.
Rimaste sepolte per secoli in una vasta area del Sinis, distante solo due chilometri dallo stagno di Cabras e non lontano dall'area portuale di Tharros, queste maestose e possenti sculture dallo stile orientaleggiante, sono state ricavate da blocchi unici che potevano pesare fino a 400 chili, provenienti da una cava del luogo.
Frutto di un lavoro, probabilmente, a più mani, raffigurano gli arcieri che oltre l’arco hanno un braccio protetto da una guaina e da un guanto, i guerrieri che impugnano uno scudo circolare finemente decorato ed infine i pugilatori con un guanto armato e uno scudo protettivo sopra la testa. Tutte hanno naso e sopraciglia marcati e dei grandi occhi composti da due cerchi concentrici ad esprimere potenza e magia.
Per queste caratteristiche gli studiosi ritengono che la costruzione del santuario si deve ad una società che disponeva di risorse umane e materiali tali da poter esprimere con l'Heroon di Monte Prama la loro appartenenza ad una classe sociale elitaria.
I dati di scavo sinora in possesso permettono di avvalorare delle ipotesi che comunque necessitano di ulteriori verifiche essendo solo una parte di quelli che si potrebbero avere con ulteriori ricerche.
E’ certo, comunque, che questa scoperta così imponente costituisce una novità archeologica, non solo per la Sardegna ma anche per tutta la zona geografica compresa tra la Grecia e l'Atlantico. Per questo motivo si pone ancora il problema del suo più ampio significato, della società che è stata in grado di produrlo e dei suoi contatti con i popoli del resto del Mediterraneo.
La Mostra riserva al visitatore diverse sorprese come un sistema multimediale innovativo creato in collaborazione con il CRS4 che consente la visualizzazione particolareggiata a grandezza naturale delle statue e dei modelli di nuraghe restaurati.