San Giò Video Festival 2014
In foto un frame del video di Lisa Borgiani. Ventesima edizione di un Festival che attraversa le quotidiane crisi economiche con la coscienza che non ci sono crisi di idee, che il mondo non si ferma per il denaro che c’è o non c’è, per l’oro e il petrolio, per le azioni finanziare, ma continua a girare intorno a se stesso, intorno al sole, all’interno di un sistema solare che viene spinto ancora da un lontano Big Bang.
Comunicato stampa
Ventesima edizione di un Festival che attraversa le quotidiane crisi economiche con la coscienza che non ci sono crisi di idee, che il mondo non si ferma per il denaro che c’è o non c’è, per l’oro e il petrolio, per le azioni finanziare, ma continua a girare intorno a se stesso, intorno al sole, all’interno di un sistema solare che viene spinto ancora da un lontano Big Bang. È il nostro mondo, quello che fa convivere i popoli più consumisti con le tribù che vivono ancora con la natura, le madri che sprecano i soldi per comprare i vestiti all’ultima moda per i loro figli e quelle che piangono perché non hanno neppure il latte del loro seno per salvare dalla morte i propri figli. È il mondo che celebra i fasti delle religioni e quello che perde la vita o la toglie per le religioni. È il mondo di internet e del globale ed è quello dove aumentano i bambini nelle classi perché nessuno crede nella cultura. Il mondo dove il fare comunicazione o informazione attraverso i media non vuol dire affermare la verità. Un mondo dove chi inquina ha l’auto più grande e nuova e chi muore di cancro per l’inquinamento si trova con parenti che non hanno i soldi per seppellirlo. Un mondo dove una città di poche migliaia di abitanti, per lo più pescatori, nel 1980, è diventata una città di dieci milioni di abitanti oggi. Un mondo dove commerciare droga viene definito un affare, come vendere armi o organi del proprio corpo o prostituire bambine e bambini. Un mondo dove ancora i giovani si innamorano e vanno a vivere insieme nonostante le statistiche che dicono che un matrimonio dura al massimo tre lustri o il tempo del viaggio di nozze. Un mondo dove la sessualità è mercato, anche offendendo i minori, e dove è vietato amarsi se non si è in regola con quello che dicono le leggi e un buon senso costruito sui roghi. Questo mondo è quello che ogni anno racconta il San Giò Verona Video Festival, attraverso immagini che vengono da tutto il mondo, che sbarcano a Verona per essere viste, per dire storie che ci accomunano ma non ci globalizzano, per trovare qui, non comprensione, ma desiderio di un futuro degno da vivere per gli esseri umani. “Una razza vecchia”, forse, ma che non può smettere di essere viva, di reclamare dignità, onestà, onore, amore … carità. Questa non è una manifestazione usa e getta, non rincorre le mode e i pensieri, cerca di determinarli, di renderli fratelli al quotidiano, perché come diceva Nietzsche in “Also sprach Zarathustra”, tocca a noi far sì che “Un’immagine non resti un’immagine solamente”. E ogni anno è lo sforzo di questo Festival, che quest’anno, definitivamente sdoppiato con due sezioni diverse: quella dei “corti” e quella dei lunghi, afferma che il digitale ha conquistato il lungo, rendendo reale la nostra profezia di vent'anni fa quando dicevamo che il futuro sarebbe stato lontano da quella pellicola che continuiamo a amare. I "corti" si vedranno nel solito cortile del vecchio Tribunale, proprio nella “vecchia” Verona. La sezione lunga si svolgerà tutta al CTG, a Santa Maria Chiavica, nell'omonima via, splendida chiesa con matroneo e affreschi risalenti al '300. Ecco il San Giò Verona Video Festival vent'anni dopo, adulto, si ritrova a riempire schermi di immagini inusuali, importanti in un'Italia che nasconde troppe verità e che si dimentica dei suoi autori veri a cominciare da Pippo Delbono e dalla splendida coppia formata da Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi.
Ugo Brusaporco
Direttore del San Giò Verona Video Festival