Sara Marini – Archeologia scolastica
Lo sguardo di Sissi Cesira Roselli su questi reperti è senza alcuna nostalgia, anzi, forse un accento ironico guida il rilevamento di un archivio che voleva essere fonte di conoscenza e che ora appare sulla scena solo perchè pioneristicamente viene cercato e imbalsamato dallo sguardo fotografico.
Comunicato stampa
Archeologia scolastica
Sara Marini
Un mondo sta scomparendo. Oggetti, attrezzi, pezzi di prova in carta e metallo, riproduzioni del corpo umano e di animali, mappamondi da far ruotare cercando la meta... è il mondo dell'archeologia scolastica. Si tratta di un deposito materiale su cui si sono formate schiere di studenti e che progressivamente viene sostituito dall'immateriale, da simulazioni virtuali. Sono cataloghi di una simulazione del reale spesso custoditi in edifici-arca, in istituti siglati da acronimi e votati alla definizione di mestieri in estinzione.
Tutto ebbe inizio in una struttura scolastica nascosta nel centro di Milano, vuota, solo qualche pezzo metallico e macchinari di un evidente passato recente accoglievano il sole del pomeriggio: gli studenti sarebbero arrivati solo con la sera. Lo sguardo di Sissi Cesira Roselli su questi reperti è senza alcuna nostalgia, anzi, forse un accento ironico guida il rilevamento di un archivio che voleva essere fonte di conoscenza e che ora appare sulla scena solo perchè pioneristicamente viene cercato e imbalsamato dallo sguardo fotografico. Autore ed oggetti si fronteggiano con reciproco stupore: sorpresi di una convivenza, di essere al contempo su questa scena, in questo spazio senza essersi mai prima incrociati.