Lewis Hine – Building a Nation
L’esposizione riunisce per la prima volta opere originali provenienti dalla collezione della famiglia Rosenblum di New York, il più consistente fondo archivistico di stampe vintage di Hine in mani private, qui un nucleo di 6o vintage print propone i suoi cicli più conosciuti: dai famosi operai dell’Empire State Building agli immigrati di Ellis Island, dal reportage di Pittsburgh, al lavoro minorile in Pennsylvania, North Carolina e Virginia.
Comunicato stampa
Alla Casa dei Tre Oci dal 13 Settembre torna protagonista la fotografia con due importanti mostre: LEWIS HINE. Building a Nation a cura di Enrica Viganò e in contemporanea la mostra VENEZIA SI DIFENDE a cura di Claudio Franzini.
L’esposizione riunisce per la prima volta opere originali provenienti dalla collezione della famiglia Rosenblum di New York, il più consistente fondo archivistico di stampe vintage di Hine in mani private, qui un nucleo di 6o vintage print propone i suoi cicli più conosciuti: dai famosi operai dell’Empire State Building agli immigrati di Ellis Island, dal reportage di Pittsburgh, al lavoro minorile in Pennsylvania, North Carolina e Virginia. Il grande pubblico potrà così ammirare la maestria e l’umanità del padre della “fotografia sociale” e collegare alla sua esperienza alcuni dei valori più alti della generazione successiva rappresentata per esempio dalla Photo League.
Lewis Hine, nato a Oshkosh nel Wisconsin, porta dentro di sé un senso di stupore e di rispetto per la grandezza della natura umana: un’umanità che ha dimostrato di saper sfidare le leggi della fisica, superare i limiti dello spazio, del tempo e della ragione, anche a costo di rinunce, fatica e sofferenza. Hine, insegnante e sociologo della Columbia University, decise così di abbracciare la macchina fotografica per meglio rappresentare la grandezza umana dentro le condizioni sociali: la sua fotografia costruì una nazione.
Forse siete stufi di immagini di lavoro minorile. Bene lo siamo tutti, dirà Hine: ma noi ci proponiamo di rendere voi e tutto il paese così a disagio di fronte a questa faccenda, che quando arriverà il tempo dell’azione, le immagini del lavoro minorile saranno soltanto una testimonianza del passato.
Il lavoro minorile, le sue immagini di uomini volanti sui grattacieli in costruzione (correndo gli stessi rischi a cui erano sottoposti gli operai, per ottenere le angolature migliori si sistemava in uno speciale cesto, creato appositamente per lui, che dondolava a più di trecento metri di altezza sopra la Fifth Avenue), e le vedute sterminate dei quartieri industriali divennero gli strumenti con i quali l’America moderna promosse le riforme sociali sul lavoro.
Nel 1932, venne pubblicato il suo primo volume dal titolo Men at Work: ebbe subito un successo straordinario. Il 1936 è l’anno di Tempi Moderni di Charlie Chaplin e se si ride dell’operaio diventato un ingranaggio delle immense macchine, non si può non pensare alla famosa fotografia di Hine del 1920 del meccanico con micrometro per misurare l’albero di trasmissione che sta costruendo.
Elemento di spicco sarà la proiezione in mostra del film America and Lewis Hine [60’], di Nina Rosenblum e Daniel Allentuck della Daedalus Production.
La Mostra, di Admira, Milano, è prodotta e organizzata da Civita Tre Venezie e accompagnata dal libro catalogo di Admira Edizioni con saggi di Mario Calabresi e Nicolò Leotta.
Lewis Hine (1874-1940), insegnante di sociologia a New York presso la Ethical Culture School e fotografo della National Child Labor Commitee, si dedica a raccontare l’attività industriale dei complessi siderurgici di Pittsburgh. Durante la prima guerra mondiale, documenta l’opera di assistenza e soccorso della Croce Rossa Internazionale in Europa. Nel 1930, gli viene commissionata la documentazione del processo di costruzione dell’Empire State Building. Hine fotografa tutta l’epopea della costruzione.
Durante la grande depressione, Hine lavora nuovamente per la Croce Rossa fotografando l’opera di soccorso del Sud degli Stati Uniti colpiti dalla siccità e per il Tennessee Valley Authority (TVA), documentando la vita nelle montagne del Tennessee orientale. Lavora anche come capo fotografo della Works Progress Administration’s (WPA) che studiava i cambiamenti nel settore industriale e gli effetti sull’occupazione. Sue fotografie e negativi sono conservati presso la Library of Congress e il George Eastman House.
NINA ROSENBLUM
Nina Rosenblum è riconosciuta negli Stati Uniti tra i più impegnati autori indipendenti del documentario d’inchiesta ed è sempre più conosciuta e amata in Italia grazie ad una retrospettiva a lei dedicata, curata da Manuela Fugenzi. Numerosissimi premi l’hanno sostenuta negli oltre trenta anni di attività come regista documentarista e produttrice, tra cui una nomination all’Oscar nel 1992. I suoi film, prodotti dalla Daedalus Productions Inc. fondata assieme a Daniel V.Allentuck, sono un prezioso punto di riferimento della cultura democratica americana per la loro capacità di declinare con sensibilità e tenacia la testimonianza umana. La fotografia gioca un ruolo di assoluto primo piano, sia come fonte privilegiata nella ricostruzione storica sia da protagonista del racconto, a testimonianza del suo contributo nella costruzione dell’identità civile americana. Il suo primo film, America and Lewis Hine, ottiene immediato riconoscimento (premio speciale della giuria al Sundance Film Festival 1985). Il titolo è mutuato dal libro pubblicato da Aperture nel 1977 a seguito della mostra su Lewis Hine curata dal padre Walter Rosenblum, un caposcuola della fotografia sociale americana del secondo Novecento e attivo membro della Photo League, e dalla madre Naomi Rosenblum, celebre autrice della più importante Storia Mondiale della Fotografia, pubblicata in 15 lingue.