Icaro Zorbar
L’artista colombiano sarà protagonista della prima edizione di un nuovo progetto di residenza artistica dedicata alle arti digitali e alla musica elettronica.
Comunicato stampa
roBOt Festival - manifestazione internazionale dedicata alla musica e alle arti digitali, ideata e promossa dall'associazione Shape - di Bologna e LaRete Art Projects sono lieti di annunciare la mostra e il workshop di Icaro Zorbar al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna. L'artista colombiano sarà protagonista della prima edizione di un nuovo progetto di residenza artistica dedicata alle arti digitali e alla musica elettronica - realizzato grazie al sostegno della Fondazione Del Monte e del Comune di Bologna - inserito nella progettualità che il Comune di Bologna dispiega all'interno della rete delle Città della Musica UNESCO - per il 2014 in collaborazione con la città di Bogotà (Colombia).
Nell'ambito della VII edizione di roBOt, Zorbar è stato invitato a svolgere un periodo di residenza e un workshop, durante il quale entrerà in contatto con la scena artistica felsinea al fine di produrre un'opera collettiva. Il MAMbo collabora al progetto, a cura di Claudia Löffelholz e Federica Patti, ospitando Zorbar presso la Residenza per artisti Sandra Natali, il workshop negli spazi del Dipartimento educativo e l'esposizione finale, che sarà inaugurata con una performance dell'artista il 30 settembre alle ore 19, nel Foyer del museo. Anche per questa edizione di roBOt, MAMbo conferma l'ospitalità per roBOt Kids, il laboratorio dedicato ai bambini, realizzato all'interno e in sinergia con il Dipartimento educativo.
#lostmemories è il filo tematico di roBOt 2014, un invito alla riflessione sul concetto di memoria nell'epoca dei Big data. Questa indagine è uno dei temi centrali che Icaro Zorbar (Bogotà, 1977) mette a fuoco nelle sue "installazioni assistite", opere composte da meccanismi e assemblaggi apparentemente rotti e inutili, suoni e proiezioni per le quali utilizza musicassette, dispositivi tecnologici musicali vintage, spesso logorati dal disuso e dal tempo, che richiedono la presenza dell'artista per svelare il loro funzionamento e riprendere vita. In occasione dell'opening, Zorbar mostrerà il funzionamento nascosto delle sue "installazioni assistite" che si animano solo con l'intervento performativo dell'artista, e ne tramanderà l'attivazione, come un rito, ponendola nelle mani del pubblico bolognese per tutta la durata della mostra - fino al 5 ottobre.
Per Zorbar questi lavori sono collegati alla complessità delle emozioni e dei sentimenti nelle relazioni tra le persone: il romanticismo evocato da questi dispositivi tecnologici è per l'artista l'atto di scoperta di una nostalgia condivisa. Attraverso le sue installazioni, composte da elementi tecnologici remoti, crea nuove connessioni, formula conversazioni, facilita incontri e separazioni, agisce sulle tensioni per evidenziare la fragilità delle nostre relazioni, e ci invita reciprocamente a riflettere sul bisogno dell'altro. Questi apparecchi ibridi e sorprendenti sembrano residui suggestivi di un altro mondo, invece sono assemblaggi di componenti, memorie e emozioni celati nel nostro passato, che vengono evocati grazie all'universo poetico dell'artista.